Cappuccetto Rosso e il Lupo

 

Lucia Annunziata Direttore, Huffpost

Luigi Di Maio, il principe delle fake news, titolo nobiliare guadagnato annunciando dal balcone di Palazzo Chigi di aver sconfitto la povertà sulla base di una finanziaria di cui non ha ancora scritto nemmeno i numeri, accusa il Gruppo Espresso di essere produttore di fake news. Meglio, sostiene che I giornali stanno morendo perché producono fake news.

E se questa è la vera ragione della crisi della carta stampata, viene da dire che abbiamo almeno trovato anche la ragione per cui anche la popolarità di Di Maio sta calando rovinosamente. Lo scrive Pagnoncelli oggi sul Corriere, ma siamo certi che, quando tocca i pentastellati, si tratti di fake news.

Come si vede, scherzare sugli attacchi ai giornalisti e sul vittimismo da parte dei 5stelle è piuttosto facile. Di serio, in tutta questa commedia dell’arte delle dichiarazioni contro la stampa, c’è un solo elemento: che i 5 stelle vogliono davvero la testa del Gruppo Espresso. Operazione del resto annunciata fin dall’inizio della legislatura con un’azione di moralizzazione pubblica affidata al senatore Crimi. Il gruppo Espresso era tra gli obiettivi citati e, a questo punto, si può dire che è anche il principale obiettivo.

Le ragioni per focalizzare sul nostro gruppo sono ovvie, ma le ripeto così che nessuno possa dire che non avevamo avvertito. 1) infamare la reputazione di un grande gruppo come quello dell’Espresso serve bene alla tipica tattica pentastellata di “picchiarne uno per educarne cento”, tattica molto efficace in questo panorama di cuor di leone di cui è fatta l’editoria italiana; 2) smantellare il Gruppo Espresso secondo i Pentastellati libererebbe lettori e risorse che immaginano di poter redistribuire all’editoria amica (una idea che una fake news in sé); 3) soprattutto, il Gruppo Espresso fa cocciutamente, e intende continuare a fare, opposizione all’attuale governo.

Non temete. Non intendo a questo punto fare la solita tirata sulla libertà di stampa. Che i Cinque Stelle vogliano tutto questo non mi sconvolge e non mi scandalizza. Ogni premier nel mondo degli ultimi 30 anni, ha avuto un aggressivo approccio ai media. Tanto per dire, avanzo il nome di Blair che con I suoi consiglieri è stato l’architetto-avvelenatore del rapporto media-politica, per citare, con tutte le dovute sfumature, Clinton, Putin, Matteo Renzi e Donald Trump.

Il giornalismo è un potere, ed è legittimo che la politica voglia toglierselo dai piedi. Quello che trovo noioso, fino al punto di essere stucchevole, è il bisogno dei Pentastellati di nascondere questa lotta estrema fra due poteri. Il bisogno di coprire le loro tracce interpretando sempre Cappuccetto Rosso e mai il lupo. Persino quando sono al governo ormai da mesi e con percentuale di consenso politico assoluto.

Questo scontro media-politica non si presta a nessuna retorica. Né quella della libertà, né quella della santità.

Noi giornalisti siamo qui. Anello debole di una catena stretta fra gli editori e la politica. Ma non siamo vittime. Siamo anzi perfettamente in grado di decidere cosa vogliamo, cosa facciamo e scriviamo. Sappiamo che le nostre scelte sono pubbliche e accettiamo che ne subiremo, nel bene e nel male, le conseguenze, come è sempre successo.

Sarebbe utile che, da parte della politica, i Pentastellati arrivassero a loro volta, uno di questi giorni, mesi o anni, alla maturità di ammettere i loro appetiti, il loro infinito desiderio di potere. Facendo infine come hanno fatto tutti I grandi leader – dare al mondo la forma che loro vogliono, senza nel frattempo pretendere anche di avere il plauso di tutti. Anche di chi non è d’accordo con loro.

L’HUFFPOST

 

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