Il fronte sovranista a caccia di un candidato per le Europee. Si guarda a Germania e Svezia

amedeo la mattina
roma

Anche i sovranisti avranno un loro candidato comune alle elezioni europee di maggio. Non c’è ancora il nome che il fronte comune dei populisti indicherà per la presidenza della Commissione Ue, il cosiddetto Spitzenkandidat da contrapporre a quello del Ppe e dei Socialisti Democratici. Alcuni indizi portano verso il Nord Europa, agli svedesi di Jimmie Akesson. I giochi però non sono ancora fatti. Matteo Salvini in questa partita è molto attivo. Tuttavia non sarà facile trovare un nome comune perché i movimenti radicali anti-europeisti, cresciuti in maniera esponenziale nei singoli Paesi, non fanno parte di un’unica famiglia politica. Hanno però il comune interesse a ribaltare gli equilibri di Bruxelles, modificare i trattati e imporre una logica nazionalista. Il lavoro di ricerca dell’uomo o della donna che rappresenti tutti è però in fase di accelerazione.

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«È una ricerca – raccontano esponenti della Lega – iniziata in silenzio da tempo, prima a livello di gruppi parlamentari a Strasburgo e ora nei colloqui informali che Salvini ha avuto e avrà a margine nei suoi incontri in Europa come ministro dell’Interno». Ne avrebbe parlato il 28 agosto a Milano pure con Viktor Orban. Il leader leghista vorrebbe che il premier ungherese abbandonasse il Ppe e si schierasse con l’area sovranista alle Europee del 2019.

Orban ne condivide principi, idee e nemici, a cominciare dagli euroburocrati, dalle ong che farebbero capo al magnate di origine ungheresi Soros e da quello che viene chiamato il «partito di Davos». Orban tuttavia non intende lasciare il Ppe. A Milano, lui stesso disse a Salvini di voler rimanere «leale» al partito dei Popolari europei: «A novembre c’è il congresso del Ppe e il mio Fidesz è e resta nel gruppo, ma dobbiamo spostare il Ppe a destra. Dopo le elezioni di maggio costruire un’alleanza con voi e altri per mettere fuori gioco il Pse dalla guida dell’Europa».

Oggi a Roma con Marine Le Pen ci sarà l’occasione per continuare a parlare dell’individuazione del candidato comune. L’incontro in via delle Botteghe Oscure, proprio di fronte a quella che è stata la storica sede del Pci, è organizzato dall’Ugl. Salvini e la Le Pen parleranno in pubblico di «Crescita economica e prospettive sociali nell’Europa delle Nazioni», ma poi pranzeranno insieme e avranno il tempo per fare il punto sulla situazione.

 

Nelle scorse settimane il leader del Carroccio, il più attivo nell’operazione-ribaltone a Bruxelles, ha avuto modo di discuterne a Vienna con il leader del partito di estrema destra Fpö, Heinz-Christian Strache e con il suo collega ministro dell’interno austriaco Herbert Kickl. «Contatti intensi – spiega la nostra fonte leghista – sono in corso con gli scandinavi dove i partiti nazionalisti stanno riscuotendo molto successo». Salvini guarda con molto interesse a Jimmie Akesson, il giovane leader dei Democratici Svedesi che alle scorse elezioni politiche ha sfiorato il 18 per cento, facendo tramontare l’esperienza lunga un secolo del governo socialdemocratico. Il dialogo è aperto pure con Alternative für Deutschland, che già il 14 ottobre potrebbe avere una buona affermazione in Baviera. Non è un caso che Salvini abbia sbarrato la strada ai rimpatri dei migranti registrati in Italia e poi fuggiti in Germania che il ministro dell’Interno Horst Seehofer vuole rimandare nel nostro Paese.

È una carta che la Cdu bavarese sta tentando di giocare proprio per evitare la sconfitta e fermare Alternative für Deutschland. «Perché dovrei aiutare i miei avversari politici legati alla Merkel», dice Salvini che vorrebbe indebolire i Popolari e dopo le europee trattare con loro un accordo di potere per governare insieme nella Commissione Ue. Un’apertura alle destre europee l’ha fatta Manfred Weber che punta a guidare l’esecutivo comunitario, ma prima dovrà essere scelto dal congresso del Ppe, che si terrà a Helsinki nel mese di ottobre. Weber e la sua Csu inoltre dovranno uscire senza le ossa rotte dalle urne del suo Land. Insomma, la campagna d’Europa è appena iniziata. Anche i Socialisti e Democratici dovranno trovare il loro Spitzenkandidat ma attendono di capire cose intende fare il presidente francesce Emmanuel Macron.

LA STAMPA

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