Stangano chi ha una casa e premiano chi la occupa
Non si sa né come, né a chi e neppure quando. Ma dalla maggioranza giurano che il reddito di cittadinanza si farà e, in un modo o nell’altro c’è da credergli, visto che ne va della stessa «cittadinanza» dei grillini tra gli scranni del governo.
Nella ridda di voci, sussurri e urla, da giorni si dibatte su un tema fondamentale: ha diritto all’assegno di 780 euro chi possiede una casa? Essere proprietari di un appartamento, foss’anche un bugigattolo, significa non essere poveri? Secondo le parole del vicepremier Luigi Di Maio, in un certo senso, sì. E, come se la casa non fosse anche un costo, il redditto di cittadinanza dovrebbe più o meno dimezzarsi. Benissimo, ma un dubbio si fa largo: in Italia, secondo gli ultimi censimenti di Federcasa, ci sono almeno 48mila appartamenti occupati abusivamente.
Cosa succederà a chi occupa questi stabili? Non avendo ufficialmente nessuna casa percepiranno integralmente il reddito? E lo stesso trattamento verrà riservato a chi, essendo in possesso di documenti italiani, vive nei campi nomadi a spese dello Stato? Non solo. Chi trascorre le sue giornate all’interno di un centro sociale occupato – per fare un esempio caro all’altro vicepremier, Matteo Salvini – si beccherà 780 euro al mese? Per altro, al momento, almeno duecento di queste migliaia di strutture sono sotto i fari dell’antiterrorismo per prevenire eventuali attività anarco-insurrezionaliste. Anche sui loro inquilini cadrà la pioggia di denaro statale? Ne faranno un uso etico? Al momento, nella giungla delle ipotesi, non è stata spesa neppure una riga sulla questione. Una bella gatta da pelare, più per la Lega che per i Cinque Stelle, da sempre vicini agli ambienti del movimentismo e delle occupazioni. La galassia degli attivisti a tempo pieno No Tav, senza dubbio, ringrazierà. Ma sarebbe un bel paradosso se il governo si mettesse a foraggiare, con i soldi del contribuente, chi vive nell’illegalità e, di fatto, già campa sulle spalle di privati e pubblico. Salvo poi sbattere per sei anni in galera chi infrange le regole «morali». Insomma, chi ha una casa è punito, chi la occupa è premiato. Sarebbe un reddito di inciviltà, più che di cittadinanza.
IL GIORNALE