Fmi taglia le stime del pil italiano: “Pesa l’aumento dello spread per stop alle riforme e aumento debito”

Il pil italiano crescerà dell’1,2% nel 2018 e dell’1,0% nel 2019 dopo il +1,5% del 2017. Lo prevede il Fondo monetario internazionale lasciando invariate le stime di crescita rispetto all’aggiornamento del World Economic Outlook di luglio. Rispetto ad aprile 2018, invece, le stime sono state riviste al ribasso di 0,3 punti percentuali per quest’anno e di 0,1 punti per il prossimo. La revisione al ribasso rispetto ad aprile è legata al “deterioramento della domanda esterna e interna e all’incertezza sull’agenda del nuovo governo”.

Il Fmi rivede al ribasso le stime di crescita dell’area euro e degli Stati Uniti. Per Eurolandia il Fondo prevede per quest’anno un pil in aumento del 2,0%, ovvero 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle stime di luglio (-0,4 punti su aprile). Nel 2019 il pil dell’area euro è stimato a +1,9%, invariato su luglio ma in calo dello 0,1% su aprile. Per gli Stati Uniti la crescita è stimata al 2,9% nel 2018, invariata rispetto a luglio e aprile. Per il 2019 il pil è atteso al +2,5%, -0,2 punti percentuali su luglio e aprile.

Per il Fmi “le recenti difficoltà nel formare un governo in Italia e la possibilità di un rovesciamento delle riforme o l’attuazione di politiche che potrebbero danneggiare la sostenibilità del debito hanno innescato un aumento dello spread”, evidendiando come l’incertezza politica “potrebbe scoraggiare gli investimenti privati e indebolire l’attività economica in diversi paesi, aumentando la possibilità di riforme più lente o significativi cambi negli obiettivi”.

Sulle pensioni, il monito del Fmi all’Italia è di preservare la riforma Fornero: “In Italia le passate riforme pensionistiche e del mercato del lavoro dovrebbero essere preservate e ulteriori misure andrebbero perseguite, quali una decentralizzazione della contrattazione salariale per allineare i salari con la produttività del lavoro a livello aziendale”.

Quindi, il suggerimento del Fmi non solo all’Italia: “Nell’area euro paesi con limitato spazio di bilancio (per esempio Francia, Italia e Spagna) dovrebbero usare questo periodo di crescita sopra il potenziale e di politica monetaria accomodante per ricostruire cuscinetti di bilancio, che potrebbero alleviare le tensioni” fra banche e debito sovrano.

Buone notizie, invece, sul fronte del lavoro dove Il tasso di disoccupazione in Italia è previsto in calo dall’11,3% del 2017 al 10,8% di quest’anno, mentre per il 2019 la stima è del 10,5%. Il tasso dell’Italia è superiore alla media dell’Area euro, dove la disoccupazione è attesa all’8,3% nel 2018 e all’8,0% nel 2019, in calo rispetto al 9,1% del 2017.

REP.IT

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