Berlino, 14 ottobre 2018 – Voto cruciale in Baviera, per la Germania, ma potenzialmente carico di conseguenze anche a livello europeo. La Csu teme una sconfitta storica dopo 50 anni di governo. I sondaggi danno la Csu – alleata di governo della cancelliera Merkel – fra il 33 e il 35%, molto lontana dal 47,7% incassato nel 2013. Questa volta il partito non solo dovrà quasi certamente allearsi con altri, ma potrebbe addirittura passare all’opposizione. Un’incognita che potrebbe per questo ripercuotersi sugli equilibri nazionali.

La destra populista di Alternativa per la Germania (Afd) conta di capitalizzare dopo una campagna centrata sulla questione migranti e farcita di retorica anti-islamica, nel Land che è stato il cancello d’ingresso per buona parte dei migranti entrati in Germania da metà 2014, oltre 1,6 milioni. Non è atteso un boom assoluto. Ma i sondaggi promettono all’Afd l’esordio nel parlamento bavarese con il 12-13% dei voti, arrivando così ad essere presente in 15 dei 16 parlamenti regionali. Il vero exploit elettorale atteso è quello dei Verdi, i Gruene, dati al 16-18%, addirittura al 20%. Se confermato dallo scrutinio, questo dato decreterebbe la vittoria assoluta dei Verdi, assieme alla conferma del declino del Partito Socialdemocratico, l’Spd, data all’11%.

FOCUS Le elezioni che minacciano l’Ue (prima delle Europee), dalla Baviera alla Polonia – di GIORGIO CACCAMO

I NOMI IN CORSA – Sono otto i candidati leader alle elezioni regionali nel Land meridionale tedesco della Baviera, dove gli elettori sono chiamati a rinnovare il parlamento (Landtag). Otto concorrenti espressione di sei principali partiti, ai quali si aggiunge Alternative fuer Deutschland, Afd, che non ha nominato un suo candidato specifico: Markus Soeder (Csu), Natascha Kohnen (Spd), Hubert Aiwanger (Freie Waehler), Katharina Schulze e Ludwig Hartmann (Verdi), Martin Hagen (Fdp), Ates Gurpinar e Eva Bulling-Schroeter (Die Linke).

UN PO’ DI STORIA  – L’Unione cristianosociale è unica nel suo genere nel panorama politico tedesco in quanto presente a livello regionale solo nel Land meridionale, il più grande per estensione della Germania e il secondo per popolazione e importanza economica (è sede tra l’altro del quartier generale di grandi gruppi quali Audi, Bmw, Siemens, Allianz, Munich Re, Adidas, Puma). In Baviera la Csu si è costruita una storia di successi elettorali: dal 1957 il partito esprime il premier o governatore del Land, e – fatta eccezione per una pausa di cinque anni – ha potuto contare sulla maggioranza assoluta nel parlamento di Monaco dal 1962.

Cdu e Csu sono nati alla fine della seconda guerra mondiale: i due partiti decisero in quegli anni di unire forze politiche conservatrici fino ad allora divise tra movimenti cattolici e protestanti. Ufficialmente l”Unione’ risale al 1949, quando i politici dei due movimenti scelsero di sedere nello stesso gruppo parlamentare, un’intesa successivamente rinnovata all’inizio di ogni legislatura. L’accordo tra i due movimenti (la Csu è su posizioni tradizionalmente più conservatrici, espressione della popolazione rurale e in gran parte cattolica) prevede che la Cdu non presenti propri candidati in Baviera.

LA SITUAZIONE ATTUALE – Negli ultimi tempi la Csu di Horst Seehofer è stata protagonista di ripetuti scontri con la Cdu che hanno messo a rischio più di una volta la tenuta della coalizione. I due partiti sono strettamente legati l’uno all’altro: a livello federale, la Csu siede al Bundestag assieme alla Cdu di Angela Merkel. Fa parte del governo di Grande Coalizione, dove ricopre tre incarichi ministeriali (Interno, Trasporti, Cooperazione economica e sviluppo).

Dopo 70 anni di tranquilla vita comune molti in Germania si cominciano a chiedere se per i due partiti non sia giunto il momento di proseguire ciascuno per la propria strada. I rapporti tra Cdu e il partito bavarese non sono infatti mai stati così tesi, in particolare per le divergenze sul tema dei migranti. Il gruppo parlamentare, l’Unione, controlla tuttavia 246 seggi nella Camera federale composta da 709 membri. Una separazione tra i due non avrebbe solo effetti politici immediati, sulla Grande Coalizione e la sua cancelliera, ma rafforzerebbe inevitabilmente l’Afd, che attualmente dispone di 92 seggi in parlamento contro i 46 dei cristianosociali. La Csu faticherebbe inoltre probabilmente ad affermarsi con i propri candidati a livello nazionale. Per due volte il partito ha espresso un candidato per la carica di cancelliere, nel 1980 con Franz Josef Strauss e nel 2002 con Edmund Stoiber. Entrambe le volte, i conservatori hanno perso le elezioni.

SCENARI POST VOTO E CONSEGUENZE – Le cifre segnalano la possibilità che la Csu debba tentare un’alleanza con i Verdi dopo il voto di domenica. Opzione questa gradita alla maggioranza dei bavaresi secondo i sondaggi. Ma che porterebbe nuova instabilità per il governo centrale di Berlino, dove con grande fatica si è arrivati alla Grosse Koalition tra Cdu e Spd. In alternativa, la Csu potrebbe dover cedere lo scettro ai Verdi (che potrebbero tentare una coalizione con i socialdemocratici della Spd, con la sinistra della Linke ridotta al 5% di preferenze e liberali Fdp, che potrebbero sperare in un 6% di voti). Anche in questo caso sono prevedibili serie conseguenze a Berlino. Un altro scenario meno evocato, è quello di un’alleanza sbilanciata a destra, la Cdu assieme alla stessa Afd. Prospettiva, questa, temibile non solo per Merkel ma anche per l’Ue: l’ascesa dei populisti al governo in Baviera avrebbe aprirebbe ad alchimie esplosive a livello europeo.