Reddito di cittadinanza, molti esclusi al Sud “Il 47% andrà al Nord”

nicola lillo
roma

«Stiamo pensando a come modulare le offerte di lavoro sulla base della distribuzione geografica». Il premier Giuseppe Conte annuncia davanti a una platea leghista a Milano un altro tassello del reddito di cittadinanza per cercare di spiegare che la misura principe dei Cinque Stelle non è destinata soltanto al sud del Paese. Il terrore dei grillini infatti è che il reddito venga considerato un intervento assistenzialista solo per il Mezzogiorno. Ad andare oltre è il vicepremier Luigi Di Maio, secondo il quale saranno ugualmente distribuite sul territorio non solo le offerte di lavoro, ma anche i benefici, da 780 euro a single fino a 1.400 euro per le famiglie più numerose: «Il 47% delle famiglie destinatarie sarà del centro-nord», assicura il leader dei Cinque Stelle.

A guardare però i numeri del Reddito di inclusione del precedente governo la situazione è ben diversa. Nel 70% dei casi infatti i benefici sono stati erogati nelle regioni del sud, il 18% nel nord e il restante 12% nelle regioni del centro. La Campania e la Sicilia sono quelle con il maggior numero di nuclei che ricevono il Rei, il 50% del totale in Italia. E’ chiaro dunque che al sud ci saranno molte domande di accesso al reddito e poche offerte di lavoro. Situazione ribaltata invece nel nord Italia. Per questo il governo sta studiando un modo per non penalizzare chi rifiuterà come prima offerta un’occupazione al di fuori della propria città o regione (dopo tre rifiuti si perde l’aiuto).

«Sono dettagli che aiuteranno a rendere più o meno efficace la riforma», spiega il premier Conte che ieri sera ha incontrato il ministro dell’Economia Giovanni Tria (assenti Di Maio e Salvini) in vista del consiglio dei ministri in programma oggi.

La riunione di palazzo Chigi dovrebbe dare il via libera al decreto fiscale che prevede il condono su cui Lega e Cinque Stelle continuano a trattare e chiudere il Draft budgetary plan, la bozza di manovra attesa a Bruxelles entro la mezzanotte. Un pacchetto che secondo Di Maio dovrebbe comprendere anche il varo immediato della legge di Bilancio, cosa che però appare complicata.

 

Su diverse misure mancano ancora molti dettagli. Proprio sul reddito infatti i tecnici sono ancora al lavoro. Per ora il progetto è quello di garantire l’aiuto ai nuclei con un Isee inferiore ai 9.300 euro, i quali potranno spendere il contributo solo per beni di prima necessità. Il reddito sarà una sorta di voucher all’interno della tessera sanitaria, che se non viene speso si perde: non è dunque cumulabile di mese in mese. Il costo dell’operazione è di circa 10 miliardi e dovrebbe coprire circa 6,5 milioni di cittadini. In questo modo per Di Maio «aiutiamo quasi un milione di bambini, perché 6 miliardi di euro andranno a famiglie con minori» e l’aiuto sarà destinato «solo agli italiani, ma non per razzismo». E’ possibile, al di là delle dichiarazioni ad effetto apprezzate dalla Lega, che i destinatari siano anche stranieri residenti da almeno dieci anni, altrimenti la norma rischia la bocciatura della Corte Costituzionale.

LA STAMPA

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