Zingaretti archivia il renzismo: “Basta con l’ego, costruiamo l’alternativa al governo”
“Basta con l’egocrazia, dobbiamo mettere al centro le persone e le idee prima dei leader”. Nicola Zingaretti chiude “Piazza Grande”, la due giorni di lancio della sua candidatura alle primarie Pd alla ex Dogana di San Lorenzo, a Roma. E sceglie un video in cui un migliaio di musicisti suona “Learn to fly” dei Foo Fighters, una metafora per dire che “vogliamo ritrovare una squadra, uno spirito di comunità che abbiamo perso, l’abbrezza del noi”. Il presidente del Lazio premette subito di non voler rifilare agli avversari interni (leggi Renzi) “una macedonia di invettive per strappare applausi da tifosi”. “Io propongo un pensiero e una azione per uscire dal pantano e ricostruire una speranza per il Paese”. Ad ascoltarlo tanti compagni di partito che erano stati con Renzi, da Dario Franceschini a Piero Fassino, Roberta Pinotti, Luigi Zanda (oltre a tanta sinistra diffusa e fuori dal Pd).
Pezzi di partito pronti adesso a sostenerlo nel nome dell’esigenza di “voltare pagina”, spiega Franceschini. Ma soprattutto c’è Paolo Gentiloni che si schiera con un endorsment pesante ma avverte: “Il Pd non può autoassolversi, perché abbiamo perso troppe partite, dobbiamo cambiare ma senza abiure, senza vergognarci di quello che abbiamo fatto”. E lancia un nuovo centrosinistra dopo gli anni del partito della Nazione. “Il Pd deve essere il motore di una grande alleanza per l’alternativa”.
Un consiglio che Zingaretti accoglie in pieno: “Non vogliamo rinnegare il passato, ma discutere della nostra storia, guardare in faccia il mostro e cioè chiederci perché tante persone hanno scelto Lega e M5S”. Perché? “Nel momento del bisogno troppe persone non ci hanno sentiti vicini”. Troppo deboli, secondo il governatore, le ricette Pd per ridurre le diseguaglianze e “difendere i cittadini dalla globalizzazione”. “Se noi saremo in grado di ridurre le distanze tra chi ha e chi non ha il populismo si sgonfierà”, assicura, “ma sarà lunga la strada per la riscossa”.
Zingaretti ci tiene a scrollarsi di dosso le etichette che gli hanno messo addosso i renziani, a partire dall’idea di una possibile alleanza con il M5S: “Non voglio un accordo con loro, ma parlare al popolo che ci ha voltato le spalle. Dobbiamo incalzare e dividere i nostri avversari, fare politica, se ci fermiamo alla propaganda invece li compattiamo”. Così anche sulle alleanze europee: “Un fronte da Macron a Tsipras? Bene una larga alleanza, ma ognuno con la propria identità. O i nostri contenuti sono chiari e nuovi oppure saremo destinati al fallimento. Noi dobbiamo rifondare l’Europa contro quelli che vogliono distruggerla, non certo conservare quella che c’è”.
Un equilibrio difficile tra passato e futuro, quello che cerca Zingaretti. Che dedica gran parte del suo discorso al governo attuale “che aizza l’odio e cerca capri espiatori per nascondere il fatto che non riesce a realizzare le folli promesse elettorali”. Zingaretti è durissimo contro Salvini che “gioca una partita sporca sugli immigrati”, difende il sindaco di Riace Mimmo Lucano e si scaglia contro gli sgomberi a Riace “un atto immondo e vergognoso, colpiscono un modello di integrazione che funziona”. Come Gentiloni, si dice convinto che “gli italiani stanno iniziando ad accorgersi che il governo non funziona”, poi si scaglia contro le norme sul reddito di cittadinanza: “Mi fa inorridire l’idea che il governo controlli come i poveri spendono i loro soldi, così si toglie loro la dignità”.
Nel suo intervento Gentiloni chiama l’applauso per le politiche del suo governo per fermare il traffico di immigrati e cita Marco Minniti, in pole position come avversario di Zingaretti alle primarie. La platea mormora, applauso timido e di circostanza. Il popolo di Piazza Grande vuole sentire altro, e infatti Zingaretti sposta a sinistra l’asse sull’immigrazione: “Non possiamo solo esultare quando i barconi smettono di arrivare, ma dobbiamo chiederci cosa succede a quelle persone in Libia o nel mare, perché una vita vale tutte le vite”.
All’inizio del comizio, blitz di una decina di animalisti che con cartelli e volantini irrompe sul palco gridando slogan contro Zingaretti. Protestano accusando il governatore di aver dato via libera alla caccia e al cemento nei parchi del Lazio. Il servizio d’ordine fatica ad allontanarli, la tensione cresce con alcuni militanti in platea, volano insulti e spintoni. “Siete qui per il vostro ego non certo per la causa animalista”, li attacca Zingaretti. “”Vi serve uno psichiatra”. Walter Caporale dell’associazione Animalisti Onlus denuncia percosse contro alcune manifestanti. Dopo alcuni minuti i contestatori vengono allontanati.
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