Bruxelles non si fida di Roma. Tria rassicura: li convinceremo

Mentre il governo in Italia litiga su come spendere la manovra in Europa si preparano a sottrarre all’Italia la possibilità di spenderla.

I passaggi ufficiali che portano alla procedura di infrazione hanno tempi lunghi. Incerti, se è vero che il governo sta puntando tutto su un cambio degli equilibri politici in Europa, tale da permettergli di sforare le regole. Ma in Europa c’è chi li vuole accorciare i tempi dell’accusa e mettere il governo di Roma sul banco degli imputati. Ieri il primo ministro olandese, Mark Rutte ha annunciato che intende «sollevare» la questione del quadro programmatico di bilancio dell’Italia al Vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea di giovedì. Se qualcuno sperava, insomma, che al vertice dei ministri economici e dei premier i governi europei graziassero l’Italia in attesa delle elezioni, resterà deluso.

Il governo italiano ha presentato un deficit al 2,4% del Pil. Ieri è partita la lettera alla Commissione europea che ufficializza lo stato dei conti.

«Lo abbiamo fatto rispettando i tempi perché abbiamo le idee chiare», ha spiegato il premier Conte alla conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri serale. Convocato dopo un vertice di maggioranza ancora tesissimo, con Lega e M5S ai ferri corti su fisco e pensioni.

«È u nuovo contratto sociale», ha commentato il vicepremier Luigi di Maio mattatore della conferenza stampa e del post consiglio dei ministri in televisione, a differenza di Matteo Salvini più silenzioso e sobrio.

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha assicurato che con l’Europa c’è un «dialogo continuo, riusciremo a spiegare» la legge di Bilancio. Falso dire che i conti dell’Italia siano già stati bocciati, «del tutto infondato che con questa manovra si voglia fare saltare l’Europa». Il ministro ha smentito le voci di sue dimissioni una volta approvata la legge di Bilancio. «Non sono portato al masochismo di subire tutta la legge di bilancio per dimettermi dopo. Sarebbe più logico dimettersi prima».

Ora che la cifra è ufficiale le istituzioni europee possono dare la risposta al governo italiano, che non potrà che essere l’invito a cambiare i saldi della manovra prima che diventi legge, quindi alla fine dell’anno.

Al Consiglio dei ministri di ieri sono stati approvati due decreti, quello fiscale e un provvedimento sulle semplificazioni. Poi la bozza di bilancio programmatico, che doveva essere inviato alla Commissione europea entro ieri. Le previsioni sono quelle del Def aggiornato che il governo ha approvato il 27 settembre e che Bruxelles ha di fatto già bocciato, visto che prevede un deficit al 2,4% del Pil, contro uno 0,9% previsto dal prevedente Def e contro un 1,9% concesso ufficiosamente dalla Commissione.

Il governo per il momento sembra avere superato i problemi interni. In parte varando un decreto fiscale accogliendo molte delle condizioni dei pentastellati, a scapito della Lega. Poi rinviando il capitolo taglio alle pensioni d’oro. Sulla riforma della Fornero l’intesa c’è. Riguarda il via libera a quota 100 che partirà da febbraio. Poi la pace fiscale, con la «galera agli evasori» e il reddito di cittadinanza, che però partirà ad aprile.

Nessun aumento delle tasse se non per banche e assicurazioni. Tra i risparmi di spesa il vicepremier Salvini ha citato quelli sui fondi destinati ai migranti, per 1,3 miliardi nel triennio 2019-2021, di cui 500 milioni già il prossimo anno. Poi 100 milioni per la famiglia e più fondi per la sanità.

IL GIORNALE

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