Bruxelles, 16 ottobre 2018 – Il day after della presentazione all’Europa della manovra finanziaria 2019,  interviene  il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ricordando di essere stato accusato “da diversi governi e da diversi gruppi al Parlamento europeo, di essere stati troppo flessibili sull’Italia”.
L’attacco è duro: “se accettassimo tutto quello che il governo italiano ci propone, avremo delle controreazioni violente da parte altri Paesi della zona euro”.

D’altro canto, “Non bisogna mettere l’Italia sul banco degli imputati (al vertice Ue di domani, ndr). Non mi pare una buona idea: c’è tutta una procedura da seguire prima” di porre eventualmente la questione italiana al Consiglio europeo. “Non cominciamo dalla fine”.

Comunque, “non abbiamo ancora messo in questione il bilancio dell’Italia – ammette poi – Abbiamo lanciato degli avvertimenti, forse prematuri”. Del resto la dinamica della finanza pubblica italiana “mi dà molte preoccupazioni“, premette, ma “non abbiamo pregiudizi: ne discuteremo con l’Italia come facciamo con tutti gli altri Paesi”, dice Juncker annunciando che oggi avrà un colloquio telefonico con il premier Giuseppe Conte.

LE REGOLE – Di certo Juncker chiederà al governo italiano di rispettare “la parola” sugli obiettivi di bilancio nel 2019. “L’Europa funziona secondo regole prestabilite prima dell’arrivo dei governi. Come nel diritto amministrativo francese, c’è una continuità di servizio pubblico. I nuovi governi devono rispettare la parola nel contesto internazionale e in Europa. Soprattutto quando loro stessi hanno adottato le raccomandazioni della Commissione per il 2018 e 2019”, ha detto Juncker.

MISURE E SALDO – Ancora: “Non ho commenti da fare sulle misure contenute nella manovra, ma guardo ai risultati in termini di bilancio e saldo”, dice sottolineando che il punto è quello di “rispettare gli impegni presi. Quelle dei contenuti è un affare italiano e se dicessimo che siamo contro” questa o quella misura “ci attaccherebbero. Giudicheremo senza entrare nei contenuti”.

L’EURO  – Juncker ha poi ribadito che l’appartenenza alla moneta unica è fondamentale, perché “l’euro Innanzitutto ci protegge, compresi gli italiani. Se non ci fosse l’euro, l’Italia sarebbe in una posizione fragile. L’euro è la gestione collettiva e solidale della moneta unica. E’ una moneta che non appartiene ai soli italiani, ai soli tedeschi, ai soli olandesi o ai soli lussemburghesi. E’ una moneta che appartiene a tutti e duqnue bisogna gestirla in modo collettiva e solidale. E’ ciò che spiegheremo al governo italiano. Non vorrei drammatizzare troppo la questinoe del bilancio italiano, ma vorrei che tornassimo nel campo di applicazione, non stretto, ma ragionato e saggio delle regole europee”, ha ribadito.