Pace fiscale, Salvini: “Trucchi? No, votata all’unanimità”. Castelli (M5s): “Accordo era diverso, ora problema è politico”
di F. Q.
“Il problema ora è politico”. Se mai ci fosse ancora bisogno di conferma sul clima di altissima tensione all’interno del governo sul dl fiscale, ci ha pensato il viceministro dell’economia Laura Castelli (M5s) a fugare ogni dubbio. Il messaggio è molto chiaro: “Lunedì prima del Consiglio dei ministri c’è stato un tavolo politico in cui l’accordo raggiunto prevedeva nessun condono penale e niente scudo fiscale sui capitali esteri – ha detto la Castelli – Adesso Garavaglia e la Lega ci dicono che approvano una norma che introduce condoni penali e scudi fiscali per capitali all’estero? Allora c’è un problema politico“. Come si risolve? Una traccia arriva da alcune fonti interne al Movimento 5 Stelle, che hanno messo sul tavolo un’ipotesi: convocare per domani un “consiglio dei ministri bis” per esaminare per la seconda volta il testo del decreto fiscale.
Tramontata definitivamente l’ipotesi della “manina tecnica” (come accaduto per il caso della Croce Rossa), quindi, la questione del colpo di spugna per i riciclatori di denaro nella pace fiscale si va a inserire direttamente nei rapporti tra i due alleati di governo. Mai prima d’ora l’equilibrio di maggioranza è stato così precario. Qualunque cosa sia successa e nonostante le dichiarazioni di fiducia incondizionata dello stesso Di Maio nei confronti del partner di governo, a dare il via allo scambio di accuse sono state innanzitutto le dichiarazioni di fonti anonime ma autorevoli della Lega citate da diverse agenzie di stampa, con cui è stata accolta con freddezza l’uscita del ministro del Lavoro a Porta a Porta: “Siamo gente seria e il testo è sempre stato quello, quello concordato“.
Confermate da una dichiarazione – questa ufficiale – dell’altro vicepremier, Matteo Salvini: “Nessun trucco – ha detto in un’intervista a Repubblica – Legge di bilancio e decreto fiscale sono passati in consiglio dei ministri all’unanimità. Nessuno ha votato contro. Anche perché quello che chiamate condono, condono non è”. E, a sottolineare l’umore in maggioranza, ha rilanciato: “Piuttosto non mi piace questa storia della sanatoria a Ischia“.
La presa di distanze finale, poi, è arrivata dall’altro viceministro dell’Economia Garavaglia, secondo cui “il testo lo conoscevano tutti”. Diverso, invece, il parere dell’esponente leghista sui presunti aumenti delle assicurazioni Rc auto al Nord per effetto della manovra: “Una norma mai vista, né condivisa. Quindi, il problema non esiste”. E quindi è dovuto intervenire per mediare – e non è la prima volta – il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che fino a venerdì sarà a Bruxelles per “spiegare” la manovra di bilancio che suscita inquietudine in molti Paesi membri dell’Unione Europea. Una legge che però ora sembra perdere un pezzo, quel decreto fiscale che – arrivato in via informale al Quirinale, come confermato al Fatto Quotidiano – ora è ritornato indietro per essere inchiodato alla scrivania del capo del governo. Mediazione cominciata già oggi: “Non c’è nessuna frattura tra Lega e M5s – ha detto da Bruxelles prima di avviarsi agli incontri del Consiglio europeo – Venerdì tornerò e controllerò articolo per articolo il testo prima di inviarlo in via ufficiale al Quirinale”.
A Di Maio, nel frattempo, è arrivato il sostegno a distanza dall’ex collega Alessandro Di Battista: “Intanto grazie a Luigi e alla denuncia che ha fatto un paio di porcate pro-evasori non passeranno. Consiglio a tutti di concentrarsi su questo. Io, da cittadino, mi sento di ringraziarlo perché è chiaro che finalmente c’è chi sa dire no. Farlo dall’opposizione era più facile. Farlo al governo dimostra il valore di un uomo”.
Resta il momento delicato tra i due leader della maggioranza, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. I due ieri non si sono mai sentiti, anche perché il capo della Lega era a Mosca. Secondo l’Ansa Di Maio ha cercato Salvini, senza successo. Così Conte – in remoto, da Bruxelles – ha bloccato tutto a tarda sera. Ma la Lega, anche se non in via ufficiale, ha espresso il suo stupore per un’uscita del genere dopo che la bozza del decreto sulla pace fiscale era nota ormai anche ai Cinquestelle. Alla base del testo – hanno aggiunto dal Carroccio – c’è un accordo politico: se salta quello, si ridiscute tutto, anche quello che non piace alla Lega, come il taglio alle pensioni d’oro. Dall’altra parte, però, nel M5s la base parlamentare vive con qualche disagio la forma della pace fiscale. Il primo confronto tra gli alleati di governo è atteso per oggi. E se lo scambio di battute tra i viceministri Garavaglia e Castelli ne è un’anticipazione, più che un confronto sarà uno scontro. Il tutto alla ricerca di una soluzione per permettere a Conte di “raccontare” la legge di Bilancio, come il governo dice ormai da settimane. Ad oggi, tuttavia, c’è solo un tira e molla di incertezze che potrebbero rendere il compito del premier più complicato. Il diretto interessato nel frattempo fa training autogeno: “Personalmente, più passa il tempo più mi convinco che la manovra è molto bella”.
IL FATTO QUOTIDIANO