Spread e Italia fuori dall’euro, il vero terrore di Mario Draghi: cosa non può dire sul governo di Lega e M5s

Molti in Italia tifano spread per vedere schiantarsi il governo di Lega e M5s. Contrariamente a quanto ipotizzabile, però, tra gli anti-sovranisti non c’è Mario Draghi. Al contrario, il presidente della Bce è uno dei più attivi nel cercare una mediazione sulla manovra tra Palazzo Chigi e la Commissione Ue che pare già intenzionata a bocciare la finanziaria gialloverde.

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Resta, anche per Draghi, il problema del deficit al di sopra delle aspettative di Bruxelles (e delle promesse prese dal precedente governo), ma il vero spauracchio come ricorda il Fatto quotidiano è un altro: l’uscita dell’Italia dall’euro e il crollo, conseguente, di Eurozona e Unione europea.

L’esito dello scontro è scontato: l’Ue boccerà la manovra ma difficilmente si arriverà a una “sentenza” prima delle elezioni europee del maggio 2019 che spazzeranno via la stessa Commissione. Ma uno scontro all’arma bianca tra Bruxelles e Roma, è la tesi di Draghi, non farebbe che alimentare la “messa in dubbio dell’euro”, già coltivata da molti protagonisti dell’alta finanza internazionale. E in un circolo vizioso, più sale la tensione più s’impenna lo spread e più aumenta il rischio di crisi delle banche, Italexit e implosione dell’Unione. Ecco perché Draghi preferisce saggiamente che il governo resti dov’è, senza cataclismi. Almeno fino a maggio prossimo.

LIBERO.IT

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