Vendetta M5s anti-Salvini: presentati 81 emendamenti al dl Sicurezza
La battaglia tra Lega e M5s ora si sposta sugli emendamenti.
Dopo la bagarre sulla manina del dl Fiscale, adesso il nuovo pomo della discordia è il dl Sicurezza tanto caro a Matteo Salvini. Cosa è successo? A denunciarlo è lo stesso leader leghista nel corso di una diretta Facebook.
“Oggi scadeva il termine per gli emendamenti al decreto Salvini. Domanda: perché da M5s sono arrivati 81 emendamenti? 81 emendamenti, come se fossero una forza di opposizione”, tuona il ministro dell’Interno. Che poi aggiunge: “Ragazzi, non è così che si lavora e si fa tra alleati, se c’è da suggerire qualcosa, ben contento. Dieci, quindici emendamenti ci stanno, suggeriti da sindaci, associazioni, ma 81 da una forza di maggioranza, dai…”.
Eppure, le avvisaglie erano già comparse a inizio ottobre quando i grillini avevano già annunciato battaglia. “È in arrivo un mare di emendamenti da parte dei nostri. C’è qualcuno che vorrebbe riscrivere il decreto”, spiegava il 2 ottobre scorso all’Adnkronos un esponente pentastellato del governo.
Nel mirino dei grillini l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari e la stretta sugli Sprar, il sistema di protezione per i richiedenti asilo. “Da una approfondita lettura del testo e da un confronto con gli esperti del settore, il decreto Salvini ha criticità molto importanti. Sono dell’avviso che affrontare il tema complesso dell’immigrazione con un decreto sia un azzardo, ma sono fiduciosa che si darà la possibilità di modificare quelle parti che rischiano di creare tensioni sociali e potrebbero avere l’effetto opposto minando la sicurezza degli italiani”, tuonava la senatrice Elena Fattori. Le faceva eco la deputata Gilda Sportiello: “Ci sono non poche criticità su cui bisognerà lavorare, aspetto di vedere la versione definitiva”.
Adesso, nell’ultimo giorno utile alle modifiche la pioggia di emendamenti è arrivata. A pensar male, potrebbe essere stata un’arma usata dal M5s in risposta al comportamento di Salvini in merito alla manina sul dl Fiscale. Una vendetta sul tema più caro al leghista, quasi un avvertimento per dire: anche noi abbiamo le nostre carte da usare. Oppure, potrebbe essere stata anche una mossa dell’ala ortodossa, che fa capo a Roberto Fico, per spaccare ancora di più il Movimento e per isolare il vicepremier Di Maio. In ogni caso però le “manine” sono tante: 81 per la precisione.
Nel tardo pomeriggio il vicepremier pentastellato ha affrontato il tema lanciando una stoccata al compagno di governo. “Se c’è un decreto sicurezza del governo va difeso da tutto il governo ma se i miei parlamentari hanno presentato emendamenti e ancora non abbiamo trovato un accordo non è colpa del Movimento 5 Stelle. Quando si è fatto il decreto Dignità ed esponenti della Lega hanno presentato giustamente emendamenti io stavo qua, nei ministeri e risolvevamo tutti i problemi. Non è colpa mia se io e Salvini non ci siamo ancora potuti confrontare sui nodi da sciogliere: è legittimo stare in campagna elettorale in Trentino, la campagna elettorale è sacra, ma poi non ci si può lamentare in diretta Facebook in Trentino che non abbiamo ancora sciolto il nodo degli emendamenti, io sono qui”, ha tuonato Di Maio su Facebook.
IL GIORNALE
This entry was posted on venerdì, Ottobre 19th, 2018 at 17:31 and is filed under Politica. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.