Riad difende il principe ma la Turchia accusa: “Parlò al telefono con Khashoggi”.

Jamal Khashoggi

giordano stabile
inviato a beirut

Le autorità saudita difendono il principe ereditario Mohammed bin Salman dalle accuse di aver ordinato il sequestro e l’uccisione di Jamal Khashoggi ma nuovi elementi rivelati dagli investigatori turchi mettono in difficoltà l’uomo forte del Regno. Ieri ha parlato il ministro degli Esteri Adel al-Jubeir che ha definito il blitz nel consolato «un’operazione sporca», con «individui che sono andati oltre quanto ordinato dalle autorità e hanno travalicato le loro responsabilità». A Fox News Al-Jubeir ha confermato che “hanno fatto un errore quando hanno ucciso Khashoggi nel consolato e poi ha cercato di nasconderlo”. Re Salman e il principe hanno poi chiamato il figlio di Khashoggi, Salah, e gli hanno espresso le loro condoglianze.

L’ultima chiamata prima della morte

I giornali turchi però continuano a diffondere rivelazioni degli inquirenti che mettono in difficoltà Mbs. Il quotidiano Yeni Safak ha riportato che il principe chiamò al telefono Khashoggi poco dopo il suo ingresso nel consolato di Istanbul: «Khashoggi era tenuto prigioniero dal commando dentro l’edificio. Il principe Bin Salman lo ha contattato al telefono e ha cercato di convincerlo a tornare a Riad. Khashoggi ha rifiutato per timore di essere arrestato e ucciso là. La squadra ha allora assassinato Khashoggi, appena terminata la telefonata». I media turchi insistono sul fatto che i sauditi non forniscono elementi convincenti su dove sia finito il corpo. Le ricerche in due zone boschive nei dintorni della metropoli sono andate finora a vuoto e ha ripreso la quota l’ipotesi che i resti della vittima, fatta a pezzi, siano stati sciolti nell’acido.

 

La Germania: basta vendita di armi

Gli sviluppi dell’inchiesta mettono Riad sotto pressione con gli alleati occidentali. Ieri Francia, Germania e Gran Bretagna hanno espresso una posizione comune per chiedere a Riad di portare prove convincenti sul caso. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha aggiunto che finché non ci sarà chiarezza sulla sorte del giornalista e dissidente Berlino bloccherà le esportazioni di armi all’Arabia Saudita. Trump ha invece finora escluso un embargo di questo tipo. Riad è uno dei più grandi acquirenti mondiali di armamenti, soprattutto americani ed europei. La Russia sta però cercando di inserirsi e ha già offerto nei mesi scorsi il suo sistema anti-aereo S-400, cacciabombardieri e missili da crociera.

 

Domani parla Erdogan

Domani, ha promesso il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, la Turchia rivelerà «la verità nuda e cruda» sulla morte dell’editorialista del Washington Post. «Noi cerchiamo la giustizia e questa sarà rivelata in tutta la sua verità nuda e cruda, non tramite passi ordinari, ma in tutta la sua verità», ha detto Erdogan ieri in un comizio a Istanbul. Nella notte Il presidente americano Donald Trump ha avuto un colloquio telefonico con il leader turco. Erdogan e Trump hanno convenuto sulla «necessità di indagare su tutti gli elementi riguardanti il caso».

LA STAMPA

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