Grillo attacca il Colle e fa ironia troppo pesante su Salvini e Macron. I suoi e Palazzo Chigi lo mollano
I ministri M5s si sono raggelati nel sentire gli attacchi al Capo dello Stato Sergio Mattarella, a cui Grillo vuole togliere poteri, poi al presidente francese Emmanuel Macron “violentato da un anziano” e per finire anche a Matteo Salvini (“era meglio se sua mamma prendeva la pillola”), in un momento così complicato per l’Italia osservata dai mercati e dai commissari Ue.
Per fortuna il premier Giuseppe Conte era andato via ma su quello stesso palco aveva parlato appena mezz’ora prima. Quindi ecco che il Movimento prende le distanze. Fonti interne e ben qualificate sottolineano che “né le forze di maggioranza né il governo intendono riformare i poteri del Presidente della Repubblica. Tale proposito non è infatti presente nel contratto di governo”.
Grillo è stato il solito fiume in piena, quello di sempre in fondo, ha anche dato una scossa alla folla che oggi ha riempito Italia 5 Stelle. Quella scossa emotiva di un tempo che molto giù dal palco cercavano per rivivere i tempi di quando non c’erano le auto blu, le giacche e le cravatte. Il problema però è che questa kermesse non è di lotta come quelle delle scorse edizioni, i cartelli No-Tap sono stati esposti ma a fatica, bensì è di governo e come ha detto lo stesso Di Maio nel presentare il premier Conte: “Non era mai accaduto che un presidente del consiglio dei ministri salisse sul nostro palco”.
Presidente del consiglio che – secondo quanto si apprende – non commenta le parole di Grillo perché il leader M5s non è un componente del governo. Reazione gelida anche dalla Difesa, il ministro Elisabetta Trenta al termine della kermesse si limita a un “no comment” ma fonti a lei vicine poco più tardi ribadiranno “massima fiducia nel Capo dello Stato”. Anche il Movimento, in questa corsa a derubricare le parole di Grillo come sue e basta, sottolinea piena fiducia nel ruolo di Garante della Costituzione del Presidente Mattarella.
Eppure Grillo al Circo Massimo si è preso la scena scaldando la piazza e brandendo una ‘manina’ di plastica, in riferimento alle polemiche degli ultimi giorni sulla presunta manipolazione del decreto fiscale denunciata da Luigi Di Maio. Marca poi le distanze dal leader della Lega, pur riconoscendogli la capacità di mantenere la parola data. Rispetto a Salvini “noi siamo strutturalmente diversi come Dna… L’etica della politica è la lealtà, Salvini è uno che dice una parola e la mantiene” e “questo è un miracolo”.
A scatenare la bufera politica, però, come detto, è il riferimento ai ‘troppi’ poteri del Capo dello Stato: “Mi hanno accusato di vilipendio per una battutina che ripeto anche qui. Poi c’è stata la storia dell’impeachment. Noi – scandisce il fondatore del M5S – dobbiamo riformare” il ruolo del Presidente della Repubblica, “nomina 5 senatori a vita, è capo delle forze armate e del Csm. Bisogna togliere questi poteri”.
Troppo oltre il segno le battute contro Salvini e Macron. La folla ride e applaude, Dino Giarrusso e il senatore Pierpaolo Sileri discutono dei “mutui che si sono già alzati perché i mercati fanno paura”, i ministri M5s sudano freddo e marcano la distanza come mai prima d’ora. Una distanza che ormai è più una separazione. La metamorfosi è compiuta. Il fondatore è scaricato.
L’UFFPOST