Borsa volatile dopo Moody’s. Milano chiude a -0,6% con spread sopra 300
–di Cheo Condina
Non regge il rimbalzo di Piazza Affari dopo che Moody’s, nonostante il taglio del rating a Baa3, ha mantenuto l’outlook italiano stabile con lo spread che archivia la seduta sopra quota 300, per la precisione a 303 punti. A Milano, l’Ftse Mib chiude debole (-0,6%, sotto quota 19mila e ai minimi da marzo 2017) come le altre piazze continentali mentre Wall Street viaggia sotto la parità. In giornata, il Governo italiano ha risposto alla Commissione Ue tenendo ferma la propria posizione sulla manovra che ha come target un deficit/pil al 2,4%. In Borsa arretrano in particolare i titoli del comparto bancario, con Bper (-3,6%), Banco Bpm (-3,1%) e Banca Generali (-2,5%) nel giorno in cui ha annunciato un’offerta vincolante per il 100% di Nextam Partners. Giù anche i petroliferi – il Wti cede lo 0,5% a 68,96 dollari al barile – con Saipem (-2,2%) che domani approverà i conti dei nove mesi. Brillano invece le utility, guidate da Italgas (+1,6%), ma soprattutto Fiat Chrysler Automobiles(+3%) dopo la cessione di Magneti Marelli a Kkr per oltre 6 miliardi di euro e Salvatore Ferragamo, che strappa del 7,4% dopo la scomparsa del presidente onorario Wanda Ferragamo che ha riacceso le speculazioni su una possibile cessione della società. Sul mercato valutario, l’euro/dollaro si indebolisce e, dopo essere arrivato a sfiorare 1,155, archivia la seduta a 1,146 (da 1,1492 di venerdì sera); l’euro/yen scende a 129,3 mentre il dollaro/yen vale 112,8. La matricola Piovan guadagna il 4,7%.
La mossa di Moody’s già scontata dalle Borse
La decisione di Moody’s – osservano gli analisti di Mps Capital Services – «era già ampiamente prezzata dal mercato che, questa mattina, apre con tassi in deciso ribasso festeggiando lo scampato pericolo del passaggio in “outlook negativo” e la decisione dell’agenzia di rating di mantenere l’outlook stabile. Un outlook negativo avrebbe infatti dato verosimilmente impulso ad un’ulteriore ondata di vendite da parte di quei soggetti istituzionali che per mandato, prospetto o regolamento, non possono detenere titoli “speculative grade” e che si sarebbero visti costretti ad anticipare il possibile ulteriore taglio del merito di credito. Ora la parola passa a S&P». L’agenzia Usa rilascerà venerdì il proprio giudizio sul rating italiano.
Fca sfiora 14 euro, vendita Marelli oltre le previsioni
La vendita di Magneti Marelli riporta Fiat Chrysler a quota 14 euro in Borsa dopo che venerdì le azioni del gruppo auto, a seguito di tre cali consecutivi, avevano toccato i minimi da oltre un anno. Prima dell’apertura delle negoziazioni, il gruppo ha confermato le indiscrezioni del week end annunciando di aver siglato un accordo definitivo per cedere Magneti Marelli a Calsonic Kansei, gruppo giapponese della componentistica, per 6,2 miliardi di euro. Secondo Bloomberg, il consensus degli analisti finanziari che coprono il titolo Fca stimava l’operazione tra i 4 e i 5 miliardi di euro.La cessione di Magneti Marelli, e’ il commento di Equita Sim,«rende più solida la struttura finanziaria (a fine 2018
cassa netta per 8-9 miliardi), permettendo a Fca di affrontare con più serenità anche un contesto macro in peggioramento». Per Mediobanca Securities, l’operazione, oltre a essere superiori alle previsioni in termini di valore economico, rende Fca un target di maggiore appeal in caso di combinazione con altri gruppi auto e aumenta la sua cassa disponibile che potrebbe vedere una posizione netta di cassa di 8,5 miliardi di euro a fine anno.
Spread sotto 300 punti, poi risale
Parziale recupero per i BTp sul mercato secondario telematico Mts. I mercati, dopo il taglio del rating sovrano dell’Italia da parte di Moody’s di venerdì sera, apprezzano gli aspetti positivi legati al giudizio dell’agenzia di valutazione finanziaria: il fatto che il taglio di un ‘gradino’ abbia mantenuto il debito italiano nell’area investment grade e la prospettiva del giudizio ‘stabile’. Il differenziale di rendimento tra il titolo italiano decennale benchmark (IT005340929) e il titolo tedesco di pari durata è sceso fino a 287 punti base dai 315 punti base del finale di venerdì, per poi riavvicinare quota 300 e poi chiudere a 303 punti.
«Il mercato obbligazionario italiano è molto ampio, uno dei maggiori a livello mondiale e di conseguenza rappresenta un elemento significativo degli indici obbligazionari mondiali mainstream usati dai fondi come benchmark di performance – sottolinea Sandra Holdsworth, head of rates di Kames Capital – Se le agenzie di rating dovessero tagliare il merito di credito dell’Italia a causa di questa legge di bilancio, dovremmo aspettarci una maggiore volatilità. Qualsiasi segnale di un possibile taglio al di sotto del livello Investment grade causerebbe forti deflusso e quindi rendimenti più alti. Questa dinamica inizierebbe non appena si palesassero le prime anticipazioni della rimozione delle obbligazioni italiane dai benchmark. Il lavoro del Tesoro diventerebbe quindi ancora più difficile in un contesto in cui la Bce sta riducendo il QE con la prospettiva di interrompere nuovi acquisti a partire dal 2019. Una parte del vasto debito pubblico italiano necessita di rifinanziamento ogni anno. Le stime indicano emissioni lorde tra i 220 e i 250 miliardi nel 2019 e questi sono un bel po’ di titoli da piazzare in un mercato in cui i compratori sono sempre di meno».
Euro/dollaro sotto 1,15. Petrolio in rialzo
Sul mercato valutario, l’euro, dopo essersi spinto fino a 1,1550 dollari, è tornato sulla soglia degli 1,15 per poi attestarsi sotto questo livello. Sale il petrolio: il focus resta sulle tensioni geopolitiche legate al caso del giornalista saudita ucciso Jamal Khashoggi.
Borsa Shanghai a +4% su misure per imprese, Tokyo positiva
Piazze cinesi in forte rialzo con Shanghai che balza di oltre il 4 per cento, migliore seduta da 2 anni. Le rassicurazioni delle autorità cinesi sul sostegno al settore privato, nel week-end ha parlato anche il presidente Xi Jinping, e nuovi dettagli sul previsto taglio delle imposte sui redditi, hanno messo benzina al mercato e spinto in particolare i titoli finanziari sia a Shanghai che a Shenzhen. Seduta dai due volti per la Borsa di Tokyo. Il listino apre la settimana in netto ribasso, per le preoccupazioni legate alle possibili tensioni geopolitiche tra gli Usa e l’Arabia Saudita sul caso del giornalista Khashoggi, per poi recuperare grazie al traino delle piazze cinesi in rialzo. Alla chiusura l’indice Nikkei dei 225 titoli guida ha quindi recuperato una perdita iniziale di circa un punto percentuale, chiudendo a 22.614,82 punti, in rialzo di 82,7 punti pari a un progresso dello 0,37 per cento.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)