Manovra, cena a tre Conte-Salvini-Di Maio. Il leader della Lega: “Bocciatura Ue certa ma avanti convinti”
Una cena prima della più che probabile bocciatura della manovra da parte della Commissione europea. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i due vicepremier – Luigi Di Maio e Matteo Salvini – si sono visti in un ristorante in centro. “La bocciatura della manovra da parte della Ue è pressoché certa”. “Ma se uno è convinto di quello che fa, come noi, va avanti”, ha detto Salvini. E ancora: “Cambiare quota 100 e reddito di cittadinanza? No. Ognuno fa le sue scelte, l’Ue farà le sue e noi le nostre. Ma non vedo perché l’Ue dovrebbe bocciare una manovra con 15 miliardi di investimenti”. Per il ministro dell’Interno, anzi, “le stime del Pil sono inferiori a quel che sarà”.
Con un’appendice: la tenuta del sistema bancario, ovvero il punto su cui i timori del governo, come effetto di mercati e bocciatura di Bruxelles, sono maggiormente concentrati. Non a caso, solo qualche giorno fa, fonti di governo ipotizzavano un allargamento – da concordare con Abi – del fondo centrale di garanzie delle banche come piano di compensazione per un eventuale “precipitare” dei titoli in pancia agli istituti italiani.
Salvini a cena con Conte e Di Maio: “Mai smesso di fidarmi di loro. Bocciatura Ue certa ma andiamo avanti”
rep
La cena, non a caso avvenuta senza intermediari, portavoce e sottosegretari, è servita per tentare di dirimere alcuni nodi chiave dell’alleanza, dal dl sicurezza al dl Genova, dalle nomine dalla Consob ai servizi fino alla Rai, con Tg1 e seconda Rete che viaggiano verso quota M5S e la direzione di Raiuno e quella del Tg2 che dovrebbero andare in capo alla Lega. A proposito del dl Genova, nella notte è stato presentato un nuovo emendamento dai due relatori Gianluca Rospi (M5s) e Flavio Di Muro (Lega) sull’articolo 25 del decreto che prevede di dare una risposta alle pratiche di condono entro sei mesi, ma di escludere i contributi della ricostruzione post terremoto a Ischia per gli edifici in cui ci sono stati aumenti di volume per cui è stato chiesto un condono.
I tre hanno raggiunto il locale a piedi, uscendo da Palazzo Chigi, dove avevano avuto un vertice anche con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e con quello delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. È la prima volta di una cena Salvini-Di Maio-Conte. Un incontro per prepararsi alle possibili ripercussioni sui mercati del disco rosso dell’Ue sul documento di sintesi della legge di bilancio, anche se al momento non si registrano dietrofront nel governo (l’asticella del rapporto deficit-Pil resta ferma al 2,4 per cento).
Ma anche un modo per rinsaldare l’alleanza ammaccata dalle traversie del decreto fiscale. Lontani dalle tentazioni di dirette Facebook. “Non ho mai smesso di fidarmi né di Conte né di Di Maio”, ha detto Salvini ai giornalisti. “L’incazzatura passa. Capita a tutti di arrabbiarsi quando ci si sente ingiustamente tirati in causa”. E poi ha scherzato: “La manina? Stasera manco ha pagato il conto. Ha offerto Conte”. “Avevamo tanta fame, questo è certo”, si è limitato a dire il premier rientrando a Palazzo Chigi.
rep
Nel governo in realtà esiste un’ala più incline al dialogo con Bruxelles. E il premier ne fa parte insieme naturalmente al ministro dell’Economia Tria. “Il 2,4% è il tetto massimo che ci siamo impegnati solennemente a rispettare, anzi nella programmazione triennale abbiamo previsto di andare all’1,8% nel 2021. Siamo anche disponibili a valutare un contenimento nel corso di attuazione della manovra”, ha d’altra parte detto Conte in mattinata davanti alla stampa estera. Conte che nelle prossime 48 ore sarà impegnato in una due giorni in Russia.
Ma sono ancora una volta Di Maio e Salvini gli interpreti della linea dura, rispetto a possibili modifiche. Sempre convinti – i due vicepremier – di poter agitare la bandiera del boicottaggio di Bruxelles in un’eventuale campagna elettorale. Salvini ha ammesso che non solo di manovra si è parlato: “Cena cordiale, utile per parlare di
manovra, sicurezza, immigrazione, banche e lavoro. Clima costruttivo, andiamo avanti compatti”.
Sul tavolo le nomine Rai, il decreto sicurezza, la legittima difesa. Sul decreto sicurezza, la Lega si è detta pronta a condividere una ventina degli oltre ottanta emendamenti presentati dai Cinquestelle. Anche se la fronda pentastellata su migranti, affido e legittima difesa non ha smesso di farsi sentire. E, dopo il risultato del Movimento alle elezioni in Trentino Alto-Adige, potrebbe tornare alla carica. Sostenendo che schiacciarsi su Salvini non porta consensi.
REP.IT