I reati e la paura

di BEPPE BONI

Se i numeri nella loro asettica solitudine spiegassero tutto saremmo a posto, o quasi. Crimini in calo, alcuni tipi di reati particolarmente violenti, come le rapine, in flessione. Brindisi, la società è più felice. La lettura della classifica città per città che fornisce la «fotografia criminale» del 2017 in realtà non è così rassicurante.

Ci sono segnali positivi che confermano lo sforzo dello Stato per garantire più sicurezza, eppure le statistiche da sole non sono sufficienti a raccontare la realtà. Anche perché ci sono reati come i furti in appartamento con dati in calo, ma che nella percezione dei cittadini spaventano più di Cosa Nostra. La gente prova un forte disagio e questo spiega perché la legge sulla legittima difesa, in discussione oggi al Senato e di matrice leghista, raccoglie consensi ampi e trasversali. La paura galleggia a mezz’aria e prescinde, almeno in parte, dai grafici e dai numeri.

E contribuiscono alla discesa di furti e rapine anche una «legittima difesa» fatta di installazione di sistemi d’allarme ad ogni livello, l’aumento della videorveglianza, le reti organizzate in modo diretto fra commercianti, cittadini e forze di polizia. A Cesena, prima città in Italia, arriveranno quasi 500 occhi elettronici installati dai privati con ampliamento del raggio d’azione sul suolo pubblico gestiti dalle forze di polizia. È l’Italia che rinuncia a un altro pezzo di privacy per sentirsi più sicura.

Mentre nei negozi vanno esaurite le scorte di spray al peperoncino e ai poligoni di tiro si infittiscono le iscrizioni per imparare a maneggiare una pistola. Troppi sono gli aspetti in chiaroscuro. Se lo spaccio di droga aumenta, nonostante la pressione nelle città, i daspo urbani, i controlli a tutti i livelli, significa che ci sono nodi, come l’immigrazione fuori controllo, che contribuiscono ad aumentare il tasso di criminalità in uno scenario di incertezza della pena e delle sanzioni. I numeri positivi non cancellano l’insicurezza e la rabbia di chi assiste a sequenze quotidiane di ordinaria ingiustizia.

C’è lo spacciatore che esce dal carcere dopo un giorno e torna al lavoro, il giudice che scarcera il pusher di turno perché ha agito «in stato di necessità», i recordmen delle espulsioni che non escono dall’Italia nemmeno a cannonate. Aggiungiamo nel menù della paura il boom delle frodi informatiche, le truffe digitali che ti colpiscono con un clic. È la new age della delinquenza che, sommata a quella classica, aiuta a farci dormire preoccupati.

QN.NET

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