Salvini e Di Maio non possono usare la Bce come un bancomat
Draghi non è contro l’Italia, come dicono i grillini, ma anzi, non usando i toni polemici di Juncker e di Moscovici, assume una posizione di mediazione e invita la Commissione europea e il governo italiano a contrattare realmente per modificare una manovra economica sbagliata che potrebbe avere conseguenze negative sia per il nostro paese che per l’Europa.
Solo una mentalità di stampo totalitario può confondere delle posizioni di parte con l’Italia in quanto tale. Perdipiù purtroppo la fase del quantitative easing si sta chiudendo e comunque Di Maio e Salvini non possono pensare di usare la BCE come una sorta di bancomat per incrementare la spesa pubblica in chiave assistenziale e in funzione delle prossime elezioni europee.
Al di là delle melliflue dichiarazioni di Conte c’è il rischio che la linea reale di Salvini e di Di Maio sia quella di Bagnai e di Borghi che puntano a uno sconquasso per provocare l’uscita dell’Italia dall’euro. In effetti Borghi e Bagnai sono dei marxisti-leninisti alla rovescia: quelli puntavano al crollo del capitalismo per arrivare al socialismo, Bagnai e Borghi puntano alla rottura dell’Italia con l’Unione europea per tornare alla lira con conseguenze del tutto disastrose a partire da un bel 25-30% di svalutazione.
Per il resto vale tutto ciò che è descritto nel bel libro a cura di Carlo Stagnaro “Cosa succede se usciamo dall’euro”.
L’HUFFPOST