La Lega sfida i 5 Stelle anche sulla Tav. “Per noi è strategica”

Persa la partita sul gasdotto Tap, il Movimento 5 Stelle cerca il riscatto con il suo popolo approvando un ordine del giorno in Consiglio comunale a Torino contro la Tav Torino Lione. Ma rischia la collisione con la Lega – che già reclama l’opera, definendola “strategica” per il Paese – e con il mondo produttivo piemontese e non solo.

“Credo che la Tav si debba realizzare. È la mia posizione e quella della Lega. Si tratta di un’opera strategica, importante per il Nord-Ovest e per tutta l’Italia” dice Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, intervistato da La Stampa.

“È un’opera fondamentale. Rispettiamo però gli impegni presi nel contratto di governo con i Cinque Stelle, che ci chiedono una riflessione su costi e modalità di realizzazione. Aspettiamo anche di capire cosa vogliono fare i francesi, pare stiano valutando di rinviare di cinque anni la conclusione della Tav. È un progetto transnazionale, non la possiamo fare da soli. In Italia comunque discutiamo da tanto tempo di questi temi, ma ricordo che il Governo non ha fatto nulla finora per ritardare l’esecuzione dell’opera, non c’è alcun atto che va verso lo stop”.

L’analisi costi-benefici è stata affidata da Danilo Toninelli a una squadra di tecnici guidati da Marco Ponti, docentedi Economia e Pianificazione dei Trasporti al Politecnico di Milano. Intervistato dalla Stampa, Ponti dice però che “la decisione alla fine sarà politica”.

“Non sono un oracolo, non c’è da aspettarsi da noi una verità assoluta. L’analisi costi-benefici è una pratica imperfetta. Ha molti difetti e i risultati non sono certi, perché riguarda previsioni sul futuro. Tuttavia a livello internazionale è riconosciuta come il miglior sistema esistente per aiutare la decisione pubblica. Aiutare, non sostituire”.

Ponti respinge le accuse di chi lo considera un No Tav, ma sottolinea che “negli anni scorsi ho fatto i calcoli con i pochi numeri ufficiali disponibili. Con quei numeri, se avessi presentato un progetto di linea ad alta velocità alla Banca Mondiale, non sarei stato licenziato l’indomani, ma il pomeriggio stesso”. E ribadisce che il trasporto su gomma conviene di più.

Parla a Repubblica il commissario che presiede l’Osservatorio sulla Torino-Lione, Paolo Foietta, spiegando che sull’opera “fermarsi costerà più che terminare l’opera” perchè non ci sono penali ma “i costi per il Paese saranno oltre 4 miliardi anzichè i 2,9 miliardi che ci servono per avere un’opera nuova, aggiornata, di rango europeo”.

“Se hai firmato un accordo e hai ricevuto dei fondi vincolati a quella destinazione, sei obbligato a restituirli se cambi idea”.

Foietta accusa Danilo Toninelli, che ha già anticipato che il mandato non gli verrà rinnovato, dicendo di non aver “mai incontrato” il ministro dei Trasporti: “Credo che il governo abbia paura delle cose che potrei raccontare se mi ricevesse, perchè minerebbero i loro pregiudizi”, ha affermato Foietta, “il fatto è che sono così infarciti di preconcetti che la sola idea di sentire come davvero stanno le cose suscita nel governo una terribile preoccupazione”.

Il mondo produttivo si schiera dalla parte della Tav. La Torino-Lione va fatta “presto e bene” … ” non è un capriccio di pochi ma un investimento per il futuro di tutti”. La sindaca Chiara Appendino, in volo per Dubai a caccia di nuovi investitori per Torino, non ci sarà in Sala Rossa, dove sono attesi i rappresentanti di industriali, artigiani, edili e commercianti per quella che suona come una vera e propria protesta. “L’approvazione di un ordine del giorno che richiede la sospensione dei lavori relativi alla nuova Torino-Lione, sarebbe un atto gravissimo dal punto di vista politico e istituzionale”, dicono i presidenti delle associazioni d’impresa torinesi. L’appello è firmato da Api, Unione Industriale, Amma, Ascom, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Ance e Aniem Confapi. Tutti uniti, come non si vedeva da tempo: “Abbiamo deciso di andare in Consiglio comunale per dare un segno tangibile della contrarietà del mondo produttivo non solo ad un possibile blocco della Tav, ma più in generale della nostra protesta contro una politica che sta letteralmente distruggendo il futuro delle imprese e di chi vi lavora – spiega Corrado Alberto, presidente Api Torino, che per primo ha lanciato l’idea della iniziativa raccolta dalle altre associazioni d’impresa -. È dovere civile di tutti protestare con forza. Cambiare non significa distruggere”

L’HUFFPOST

Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.