La Raggi attacca l’opposizione per le borse. La sua costa 2mila euro

Virginia Raggi ha attaccato alcuni dei manifestanti presenti a Roma sabato, quelli che si sono radunati in piazza per dire “basta” alla sua amministrazione.

L’esponente del MoVimento 5 Stelle ha voluto mettere in evidenza anche certe caratteristiche di più di qualche partecipante: “Quelli del Pd – ha dichiarato – erano riconoscibilissimi: signore con borse firmate da mille euro indossate come fossero magliette di Che Guevara e – accessorio immancabile – i barboncini a guinzaglio…”. La solita élite lontana, per scelte e stile, dalle priorità del popolo. Ma la sottolineatura relativa al dress code rischia di trasformarsi in un boomerang per il primo cittadino della Capitale.

Come raccontato dall’edizione odierna di Libero, infatti, il sindaco pentastellato sarebbe finito in contraddizione per via di una borsa, dal valore di duemila euro, con cui è stata immortalata qualche mese fa. Si parla della Kelly 32 di Hermés. “Ecco il grande errore di sempre – ci ha spiegato in un celebre aforisma Jacques Lacan – immaginarsi che gli esseri pensino ciò che dicono”. Ma l’usanza di criticare gli altri per questioni che poi, in un modo o nell’altro, finiscono per interessare direttamente la stessa Raggi, non sarebbe così inusuale.

Dalle buche per strada agli effetti delle bufere temporalesche, dall’immondizia dilagante agli scandali che hanno coinvolto le precedenti amministrazioni: Virginia Raggi si è spesso distinta per essere costantemente sul pezzo. Salvo poi, a volte, dover far fronte a problematiche medesime o simili. Le stesse indicate ai tempi coi toni scandalistici propri di chi attende la sua chanche alla guida della cosa pubblica.

Adesso la Raggi siede sulla sedia più importante del Campidoglio, ma tra borse costose e voragini stradali, rispetto ai tempi del Pd, la situazione non sembrerebbe essere cambiata poi molto.

IL GIORNALE

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