Battisti è già fuggito dal Brasile. A casa sua non c’è più nessuno

A dirlo è un poliziotto della sede locale della polizia civile di Cananéia. Risale a sabato scorso l’ultimo avvistamento ufficiale di Cesare Battisti, ex terrorista dei Pac.

Un testimone donna dice di averlo visto imbarcarsi su un battello proprio a Cananéia, villaggio di pescatori a circa 260 km da San Paolo. Probabilmente in fuga da quel Brasile che, dopo i cinque anni di carcere, alla fine con l’ex presidente dei poveri Luiz Inácio Lula da Silva lo aveva accolto a braccia aperte concedendogli il 30 dicembre 2010 il diritto d’asilo, negando all’Italia l’estradizione. A Cananéia, dove viveva da tempo, lo avevamo incontrato un anno fa. Oggi Cesare Battisti è sparito. Volatilizzato nel nulla. Le informazioni della polizia trovano eco nelle dichiarazioni dei tanti che in questo centro di 12mila abitanti Battisti lo conoscevano bene. «Sono una decina di giorni che non lo vedo – ci rivela Vino, 55 anni, barba incolta e piccoli lavoretti saltuari per tirare avanti – Per me Cesare è un fratello, una persona buona, che ha sbagliato ma ha pagato». Insieme proviamo a chiamare Battisti fuori dalla sua casa. Nessuno risponde.

L’abitazione di Battisti non è più quella di un anno fa, quella che gli era stata prestata da un sindacalista del Pt e dove poteva usufruire anche dei servizi di un caseiro, una sorta di custode tuttofare, incaricato anche di allontanare qualsiasi ficcanaso. La nuova abitazione dove da qualche mese l’ex terrorista si era trasferito è di sua proprietà, costruita su un terreno che gli era stato donato, di fronte a una scuola pubblica, la Alziro Bastos dos Santos. Una casa piccola ma graziosa, dipinta di bianco, con parcheggiata nel giardinetto interno una macchina, come a voler indicare a tutti i costi una presenza. Con l’intenzione di ripercorrere le ultime tracce del nostro connazionale mi sposto allora in una panetteria, la Dias Junior il cui proprietario Marivaldo intavola subito la conversazione mettendo in chiaro di essere tifoso del Santos. E anche lui come un ritornello mi conferma «è qualche giorno che stranamente non lo vediamo». Eppure Battisti è un habitué di questo posto dove ogni pomeriggio si viene a prendere la sua birra con qualche petiscos, stuzzichini a base di salsiccia con cui i brasiliani sono soliti accompagnare le bevute. Marivaldo, come tanti a Cananéia, ha solo parole di elogio nei confronti di Battisti. E di comprensione. «È una bravissima persona e se se ne è andato a causa delle dichiarazioni del nuovo presidente Bolsonaro lo capisco benissimo».

Già perché l’elezione del candidato di destra Jair Bolsonaro, nell’aria già dopo il primo turno, ha cambiato di fatto le carte in tavola per Battisti rispetto ai presidenti brasiliani Lula e Dilma. Non solo il nuovo presidente da candidato aveva dichiarato di voler «fare un dono» all’Italia estradandolo ma lunedì il suo futuro ministro della Casa Civil, il ministero più importante del Brasile, Onyx Lorenzoni ha ribadito il concetto per buona pace di Salvini che su Twitter si era detto disposto a venirselo a prendere. Ora Battisti sembra aver dribblato tutti o magari, come si augurano i suoi amici di Cananéia semplicemente si è assentato per qualche giorno. La vicina Patricia e un poliziotto in pensione che lo conosce ci raccontano che «a Cananéia Battisti si trova benissimo, ma da martedì della scorsa settimana non lo vediamo». Mentre un funzionario dello stato brasiliano da noi sentito al telefono ci conferma che l’ex terrorista «è sicuramente impaurito da questa destra al potere».

IL GIORNALE

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