Ma adesso rischiamo davvero una recessione? L’Economia domani gratis

Ma adesso rischiamo davvero una recessione? L’Economia domani gratis

L’incubo recessione si avvicina. E la cosiddetta «manovra del popolo» potrebbe rivelarsi un clamoroso acceleratore. A spiegarlo nel prossimo numero de L’Economia, domani in edicola, Ferruccio de Bortoli che avverte: «Non solo il reddito di cittadinanza che favorirà il lavoro nero e la pigrizia attendista di un certo diffuso fatalismo italico. Non solo la pensione di cittadinanza con tutti i suoi effetti contabili futuri. Ma persino il mutuo di cittadinanza a tasso zero per chi, non si sa bene con quali requisiti, ne avrà diritto. E, addirittura, il terreno gratuito (ovviamente di cittadinanza) a chi farà il terzo figlio e chissà come scoprirà un’innata passione per l’agricoltura. La pressione fiscale, intanto, non scende. Il condono impartisce la peggior lezione di diseducazione civica. L’effetto sulle entrate fiscali è incerto. Anche un prodigioso balzo dei consumi sarebbe difficilmente traducibile in una corposa crescita supplementare». Insomma, secondo de Bortoli, il messaggio per l’Italia e il suo governo è pericolosamente semplice: «Attenti a non trovarvi, lungo il crinale di una maggiore spesa in deficit con pochi investimenti, scoperti e indifesi in caso di choc esterni. Il conto sarebbe devastante sul versante del finanziamento del debito. L’ombrello monetario della Bce si sta chiudendo. E se dovessimo chiedere un aiuto, le condizioni sarebbero severe. Nei macrotrend, il rischio Italia per fortuna non c’è. Ma forse perché siamo diventati, nel nostro isolamento, irrilevanti. Ed è inutile fare la faccia feroce con chi volge lo sguardo altrove».

L’attualità della storia

Cosa ne sarà dell’Italia dopo questa manovra se lo chiede anche Francesco Giavazzi negli stralci dell’intervento dedicato a Franco Modigliani, il 25 ottobre, in occasione della celebrazione tenuta alla Harvard University per i 100 anni dalla nascita dell’economista. Giavazzi si chiede: «Mi sono chiesto che cosa avrebbe detto Franco della manovra finanziaria del governo giallo-verde. Non potevo escludere che gli sarebbe sembrata una manovra di buon senso, perché è una manovra apparentemente espansiva. Poiché io invece penso che sia una manovra disastrosa, ero un po’ preoccupato. Poi però mi sono detto che Franco l’avrebbe bocciata senza appello per una ragione semplice. Perché questa manovra, cancellando in parte la riforma pensionistica del 2011, infrange uno dei suoi tabù: il fatto che le pensioni possano non corrispondere ai contributi versati. Franco Modigliani fu forse il primo in Italia a battersi per l’equivalenza fra pensioni e contributi versati, contro le pensioni di anzianità, contro i pensionamenti anticipati. Sulle pensioni, come sulla «scala mobile» in una famosa serie di articoli scritti su questo giornale nel 1975, ebbe spesso la capacita’ di capire con grande anticipo, certo prima di tutti noi, i guai in cui ci stavamo cacciando».

I sette passi

La grande sezione dedicata alla finanza si chiude con i sette passi che ci separano dallo «schiaffo della Ue»: come funziona la procedura d’infrazione per disavanzo eccessivo e che cosa rischiamo. La multa può arrivare fino allo 0,5% del Pil. Intanto però arriva la settimana dei bilanci e si impone una riflessione sui conti (dei gruppi quotati in Borsa) che risentiranno dello spread. Tra i personaggi c’è Alexander Pereira, sovraintendente del Piermarini, che spiega come ha trasformato la Scala in un ente capace di fare utili senza rinunciare alla qualità artistica. Nella sezione Patrimoni invece è possibile leggere la guida ragionata ai nuovi condoni . E poi arriva il nuovo Btp Italia: vale la pena investire? E quanto potrebbe rendere dare fiducia all’Italia?

CORRIERE.IT

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