Vittorio Feltri: Matteo Salvini l’unico dopo Benito Mussolini e Alcide De Gasperi, perché la Lega vola
Il Corriere della Sera di ieri ha pubblicato in prima pagina il seguente titolo: «La Lega vola oltre il 34 per cento». Mentre il Movimento 5 stelle perde un punto al mese ed è stato sorpassato dai nordisti, che ormai sono diventati nazionali. Ci sarà una spiegazione a questo fenomeno politico. Ma nessuno mi sembra si impegni per comprendere tale successo sorprendente perché inatteso. Eppure non siamo di fronte a un mistero. Salvini è l’ unico leader, dopo Mussolini e forse De Gasperi, che sa interpretare e tradurre in azioni governative le aspettative della nostra gente.
Ecco il motivo della crescita esponenziale dei leghisti, persone semplici, che però hanno saputo sedurre anche le classi medie e perfino la borghesia, stanca dei luoghi comuni della sinistra, la quale è sempre più lontana dal popolo e si rivolge alle élite modaiole. Basti pensare che il Pd, dinanzi ai problemi drammatici del Paese, ha dissepolto lo ius soli come se fosse una questione basilare.
Ad ascoltare le bischerate che dicono in tv i dem viene da ridere e sembrano comici i rimproveri rivolti dai berlusconiani all’ esecutivo.
I quali non si chiedono neppure i motivi per cui Salvini sia considerato vincente dai sondaggi, e invece di imitarlo magari anticipandone le iniziative, lo criticano andando in controtendenza rispetto ai sentimenti degli elettori.
In questo atteggiamento ostile nei confronti della Lega ci sono componenti di stupidità e di invidia infantile che contrastano con la normale intelligenza che dovrebbe sostenere la guida di ogni partito. Il milanese Matteo, disprezzato per le sue felpe e per il suo linguaggio che ripudia l’ ipocrisia politicamente corretta (e imbecille), ha una notevole abilità di stare in sintonia con i cittadini, che egli non si limita ad ascoltare, ma cerca di soddisfare con volontà e tenacia. Cosicché egli va su quando gli altri vanno giù e si accingono pur con supponenza a sparire. Alle europee ne vedremo delle belle.
La forza leghista infine deriva dalle capacità conclamate di Fontana, di Zaia e di numerosi amministratori del Carroccio: sono bravi nella gestione dei comuni, piccoli e grandi, e delle regioni.
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