Piazza Affari maglia nera Ue con banche e ultimatum Europa. Spread sotto 290
–di A. Fontana e S. Arcudi
Piazza Affari (-0,56%), la peggiore in Europa per tutta la seduta, si è confermata maglia nera alla chiusura, complici le vendite sulle banche (gli stress test sono stati positivi, ma il giudizio critico di Goldman Sachs ha messo il freno ai principali istituti) e dopo l’ultimatum dell’Eurogruppo all’Italia (qui l’andamento delle piazze principali). L’Ue continua a esprimere giudizi severi sulla manovra e chiede a Roma di rispettare le regole, rivedendo le proprie scelte. Lo spread ha chiuso in lieve rialzo a 289 punti. Sono andate meglio le altre piazze europee (Parigi -0,01%, Francoforte -0,21%, Londra +0,3% circa e Madrid +0,25%), che hanno guardato a Wall Street, contrastata alla vigilia delle elezioni di metà mandato: serviranno per rinnovare la Camera e un terzo del Senato e le ultime analisi prevedono un Congresso diviso, con i democratici di nuovo in maggioranza alla Camera. Questo creerebbe non pochi problemi alla governabilità degli Stati Uniti e all’agenda politica del presidente Donald Trump. Dopo una settimana molto brillante sul mercato azionario (+3,8% il Ftse Mib e +3,3% lo Stoxx600), la Borsa di Milano cala nell’indice FTSE MIB complice la correzione di alcuni titoli bancari. Oggi focus sull’Eurogruppo con la situazione della bozza di bilancio italiano in discussione. «Discuteremo del progetto di bilancio dell’Italia: non prenderemo alcuna decisione oggi sulla richiesta di revisione del progetto di bilancio, speriamo che l’Italia sia in grado di prendere misure per rendere il progetto di bilancio in linea con le nostre regole di bilancio», ha detto il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno prima dell’inizio della riunione dei ministri dell’Eurozona. Centeno ha poi aggiunto: «Speriamo che ci sarà un nuovo progetto di bilancio, ne discuteremo a dicembre».
Milano frenata dalle banche
Sul FTSE MIB hanno brillato Fca (+1,19%), nonostante il calo delle vendite in Italia gli analisti sono ottimisti, e Campari (+1,56%), alla vigilia dei conti e con Citigroup che ha confermato la valutazione “neutral”. Bene i petroliferi (Saipem +1,28% ed Eni +0,6%), incoraggiati dall’aumento del greggio (i future a dicembre del Wti salgono dello 0,97% a 63,74 dollari, quelli del Brent a gennaio dell’1% a 73,67 dollari al barile) e dal fatto che l’Italia è tra gli otto Paesi per cui gli Usa hanno previsto esenzioni dalle sanzioni imposte all’Iran. In coda St (-3,91%), penalizzata dal calo di Apple (-4% a Wall Street).
Ferrari scivola dopo trimestrale sotto previsioni
Ferrari scivola alla pubblicazione dei conti del terzo trimestre. Il gruppo ha realizzato utili per 287 milioni di euro (ma 146 mln senza effetto patent box) nel trimestre su ricavi netti per 838 milioni di euro. L’ebitda rettificato è stato di 278 milioni di euro. Il consensus degli analisti stimava in 873 milioni i ricavi e in 183 milioni l’utile netto senza considerare il patent box. L’ebitda era atteso a 281 milioni.
Spicca Rcs Mediagroup, sale Ascopiave su ipotesi alleanza con Italgas
Fuori dal Ftse Mib in evidenza Ascopiave dopo le indiscrezioni riportate da Radiocor sulla possibile alleanza nelle reti di distribuzione del gas tra l’utility del Nord Est e Italgas. In evidenza Rcs Mediagroup e Stefanel, Tiscali la migliore del listino milanese. Bene anche Piaggio dopo il +17,9% di vendite delle moto in Italia a ottobre in base ai dati resi noti da Ancma. A Francoforte giù Infineon e Lufthansa, positiva Deutsche Bank che non ha brillato negli stress test dell’Eba. A Parigi spicca Orange, bene l’auto.
Spread torna sotto 290 punti
Sale lievemente lo spread tra BTp e Bund che, sul mercato secondario telematico dei titoli di Stato europei, resta comunque sotto 290 punti. Al termine degli scambi il differenziale di rendimento tra il titolo benchmark italiano (Isin IT0005340929) e il pari scadenza tedesco si è attestato 289 punti base, in rialzo dai 287 punti base del finale di venerdì scorso. In aumento anche il rendimento del BTp benchmark decennale che in chiusura è indicato al 3,32% dal 3,31% del closing della vigilia.
Petrolio guarda a effetto sanzioni Iran non spaventa
Quotazioni del petrolio in rialzo, dopo l’avvio in negativo, nel giorno dell’entrata in vigore delle sanzioni Usa contro il settore petrolifero iraniano. Sono previste esenzioni per otto Paesi che potranno continuare a comprare greggio iraniano, seppur in modo temporaneo e limitato (la Ue è esclusa dalle esenzioni, che valgono invece per Italia, Cina, India, Grecia, Giappone, Corea del Sud, Turchia e Taiwan). Il Wti dicembre sale a 63,44 dollari al barile, il Brent gennaio a 73,45 dollari al barile. Sul fronte valutario, l’euro è scambiato a 1,1403 dollari (1,1391 in apertura e 1,1408 alla chiusura di ieri), e vale 129,062 yen, mentre il rapporto dollaro/yen è a 113,17.
In Usa notizie in chiaroscuro dal settore servizi
Notizie contrastate dal settore servizi americano, che comunque si è mantenuto sopra la soglia che indica una fase di espansione della congiuntura. L’indice servizi Pmi, redatto da Markit, si è attestato a 54,8 da 53,5 punti del mese precedente e in linea ai 54,7 punti della stima flash. Viceversa, l’Ism servizi ha rallentato il passo sorprendendo comunque gli analisti in positivo. L’indice di riferimento redatto dall’Institute for Supply Management è sceso a 60,3 punti dai 61,6 punti di settembre. Gli analisti avevano previsto un calo a 59,5 punti.
Borsa Tokyo, parte male la settimana: -1,5% il Nikkei
Avvio di settimana debole per la Borsa di Tokyo vittima di prese di beneficio dopo il guadagno di oltre il 5% della scorsa settimana e la prudenza in vista delle elezioni di midterm negli Stati Uniti. Al termine delle contrattazioni l’indice Nikkei dei titoli guida ha perso l’1,55% (-344,67 punti) fermandosi a 21.898,99 punti mentre il più ampio indice Topix ha lasciato sul terreno l’1,11% a 1.640,39 punti.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)