Stadio di Roma, Parnasi: un volumotto per finanziare il Pd. Quei soldi a Più Voci? Destinati alla Lega
Per fare affari aveva scommesso sulla politica. Da anni finanziava il Partito democratico, ma negli ultimi tempi — ben prima che arrivassero al potere — aveva individuato i canali per elargire soldi anche alla Lega, al Movimento 5 Stelle e a Fratelli d’Italia. Non badava a spese l’imprenditore Luca Parnasi, arrestato il 13 giugno scorso nell’inchiesta sulla costruzione del nuovo stadio di Roma. E negli ultimi verbali, finora inediti, ammette che il rapporto con le fondazioni era soltanto un modo per «pagare i partiti». Accusa che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex tesoriere del Pd Francesco Bonifazi e quello del Carroccio Giulio Centemero per finanziamento illecito. Le indagini su questo versante sono tuttora in corso.
Il «volumotto» di Eyu
L’estate scorsa Parnasi fa sapere ai pm di voler collaborare. Viene interrogato per decine di ore e ore. I verbali vengono secretati fino al deposito avvenuto ieri.
Parnasi: «La fondazione Eyu l’ho conosciuta circa tre o quattro anni fa quando era una dei soci dell’Unità. Nel corso della storia della nostra famiglia, del nostro gruppo imprenditoriale, prima mio padre e poi io abbiamo sempre sostenuto in maniera ufficiale il Pd attraverso i canali ufficiali per somme anche rilevanti, 50 mila, 30 mila. Sono ovviamente tutte operazioni fatte, legittime, con delibere. In questo caso con la fondazione Eyu è avvenuto un fatto diametralmente opposto… Mi fu offerto uno studio, questo rapporto sulla casa, è un volume piuttosto corposo ovviamente per onestà intellettuale… io non avrei mai comprato questo volumotto sulla casa se non fosse stato legato al rapporto con il Pd».
Pm Ielo: «Questi soldi servivano al Pd, alla fondazione…».
Parnasi: «Mi viene proposta questa operazione con la fondazione. Io francamente anche con un po’ di superficialità ho pensato che fosse veramente una fondazione legata al Pd, quindi non c’ho visto nulla di male».
Pm Ielo: «Qual è il valore di questa…».
Parnasi: «150 mila euro».
Pm Ielo: «Questo volumotto di quante pagine è?»
Parnasi: «Boh, 50? 100?»
Pm Ielo: «Quindi lei ha pagato 150 mila euro per 100 pagine… È un modo per far arrivare soldi al Pd, questo è il concetto?».
Parnasi: «Esattamente».
«Pagavo la Lega»
L’altro capitolo affrontato riguarda i soldi concessi a «Più Voci», fondazione gestita da Centemero.
Pm Ielo: «È una situazione simile a quella del Pd… Quindi era un modo per far arrivare i soldi alla Lega voglio dire».
Parnasi: «Beh diciamo che…».
Ielo: «Qual è la differenza rispetto all’operazione del Pd? Che ha organizzato due cene?»
Parnasi: «La differenza formale è questa, sostanzialmente probabilmente non c’è una differenza».
Pm Ielo: «Nessuna differenza: un modo per far arrivare soldi alla Lega, giusto?».
Parnasi: «Probabilmente sì».
Pm Ielo: «Manzoni è la persona con cui lei concorda questo finanziamento».
Parnasi: «Io ho parlato con entrambi (l’altro sarebbe Centemero, ndr). Non mi ricordo chi era il rappresentante formale dell’associazione».
Frongia e il curriculum
Uno dei capitoli degli atti depositati riguarda i rapporti con il Campidoglio e il ruolo di Luca Lanzalone, ex presidente di Acea e delegato dalla sindaca Virginia Raggi a gestire l’affare stadio. Arrestato all’inizio dell’inchiesta con l’accusa di corruzione.
Pm Zuin: «In un incontro Frongia le dice “guarda c’è questa ragazza potrebbe fare al caso tuo”»?
Parnasi: «Esattamente, ma non mi ha mai detto «assumimi questa persona perché è amica mia, mi interessa» o cose di questo genere… Mi ha dato il curriculum e poi io credo che la mia segretaria abbia organizzato l’incontro ed è venuta nel mio ufficio… L’ho incontrata e poi l’ho presentata al direttore del Personale che gli ha fatto un altro pezzo di colloquio».
Le nomine Lanzalone
Con Lanzalone il rapporto è continuo perché, spiega Parnasi, «lui era il canale con i 5 Stelle». È Lanzalone a comunicargli che la delibera del Comune per il via libera allo stadio è pronta: «Approvata. Habemus stadium!!», esulta.
Ma l’allora presidente di Acea ha anche il compito di introdurre il costruttore ai segreti della politica di governo. Così, ad esempio, spiega a Parnasi tutta la partita delle nomine. Il loro colloquio è ricostruito in un’informativa dei carabinieri del nucleo investigativo: «Parnasi chiede da chi dipenda la nomina delle Ferrovie e Lanzalone dice dal Mef e quindi da Tria. Parnasi chiede chi sarà al settore Telecom? E Lanzalone dice: «Se tutto va bene il viceministro lo farà Laura Castelli» e dice «è personale amica mia». Nella stessa occasione Lanzalone censura il comportamento di Armando Siri che diventerà sottosegretario alle infrastrutture: «L’unica cosa è che Siri si sta allargando».
CORRIERE.IT
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