Torna la tv delle ragazze. Dandini: “Ma non è un revival”
di BEATRICE BERTUCCIOLI
Roma, 6 novembre 2018 – Nessun revival, ci mancherebbe. Non è proprio nello stile di queste ragazzacce spregiudicate e irriverenti. La tv delle ragazze – Gli Stati Generali 1988-2018 non sarà una celebrazione di quello storico programma tutto al femminile. A trent’anni di distanza, Serena Dandini, sempre affiancata dalle autrici Valentina Amurri e Linda Brunetta (il “triumvirago”), rimette insieme parte della combriccola di un tempo, mescolata a giovani attrici. Alla ricerca, allora come oggi, di nuovi talenti comici. Nelle quattro serate, in onda su Raitre da giovedì 8 novembre, interpreti ormai di grande successo come Silvia Costa, Angela Finocchiaro, Carla Signoris, Sabina Guzzanti, Francesca Reggiani, Cinzia Leone, si alterneranno a nuove promesse come Martina Dell’Ombra e Le Sbratz, trio nato sul web.
Dandini, una festa per un programma che ha fatto la storia della tv?
«Io neanche me lo ricordavo. Avevo rimosso. E quando mi hanno chiamata dalla Rai e me lo hanno fatto notare, mi è preso un colpo. Comunque, non sarà né un revival né un remake. È una bella occasione per ritrovarci e fare il “puntino” della situazione: chi eravamo, cosa siamo diventate e, soprattutto, dove ci stiamo dirigendo. Perché abbiamo fatto molti passi avanti ma ogni tanto c’è qualcuno che si sveglia e vorrebbe riportarci indietro».
Era un’altra Rai.
«Era una televisione meno paludata e che amava sperimentare. Il direttore di Raitre di allora, Angelo Guglielmi, neanche capiva bene cosa volessimo fare ma ha detto, vedo che c’è passione, fatelo. È stato il primo programma, e pare unico, non solo in Italia, fatto tutto da donne. E, certo, è stato fondamentale per tutte noi che eravamo inesperte e lì abbiamo iniziato le nostre carriere».
Un ritorno in Rai, dopo sette anni, dopo “Parla con me” del 2011.
«Sono tornata perché ho trovato nel direttore di Raitre, Stefano Coletta, una corrispondenza di amorosi sensi. In Rai mi sento a casa, sono nata e cresciuta professionalmente qui, ma anche a casa, se non trovi chi ti vuole bene, non è bello stare. Io ero stata allontanata pretestuosamente».
Una rivincita, questo ritorno?
«Nessuna rivincita, la vita va presa anche un po’ come viene. Certo, non fa mai piacere essere allontanati, e oltretutto pretestuosamente. Ma ho avuto così modo di fare altro. Sono molto felice di tornare ma stavo bene anche facendo teatro e scrivendo libri».
Torna nella Rai dell’era Lega-M5S.
«Ha idea di quanti ne ho visti passare? Non mi fa più paura niente».
A questo, seguiranno altri programmi?
«Non lo so, è stata una grande fatica mettere insieme queste quattro serate in cui ci sono sketch comici ma anche momenti seri, con interviste a donne importanti come Amalia Finzi, 81 anni, prima donna ingegnere aerospaziale d’Italia. Si vedrà, per ora mi godo questo ritorno».
Niente uomini nel programma?
«Ci sarà uno spazio riservato al “maschio italico”, rimasto perplesso e disorientato di fronte all’emancipazione femminile. Per gli uomini realizzeremo dei veri e propri tutorial, perché almeno possano imparare a distinguere tra corteggiamento e molestie».
Un caso che questo programma arrivi nell’anno del #MeToo?
«I trent’anni ricorrono ora, nel 2018. Ma certo questo programma arriva nel momento giusto. Ci sta come il cacio sui maccheroni».
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