Borse in attesa del voto Usa. A Piazza Affari brilla Intesa dopo conti
–di Eleonora Micheli e Andrea Fontana
Seduta di attesa per i mercati finanziari europei: le elezioni di medio termine negli Stati Uniti, i cui risultati si conosceranno nella notte, hanno suggerito cautela agli operatori che si sono così concentrati sulle trimestrali. Gli indici azionari principali hanno chiuso poco lontani dalla parità con l’eccezione di Londra scesa di quasi l’1% sotto il peso delle performance delle tlc (Bt e Vodafone) ma anche di minerari e grande distribuzione. Piazza Affari ha terminato con il Ftse Mib a -0,07% frenata in primis dal nuovo calo di Ferrari (-2,1%), su cui alcuni broker hanno rivisto la posizione alla luce della trimestrale, e dei petroliferi. In evidenza invece dopo i conti Campari (+3,7%), Italgas (+1,8%) e Intesa Sanpaolo (+1,3%). L’istituto, ieri penalizzato dalle valutazioni di Goldman Sachs, è stato il migliore in un settore bancario contrastato con la risalita dello spread Btp/Bund a 300 punti dopo la riunione dell’Ecofin. Bene anche Mediaset (+2,4%) grazie alle indicazioni sulla raccolta pubblicitaria dei primi 9 mesi rivelate dal responsabile di Publitalia Stefano Sala a Il Sole 24 Ore. Nel resto d’Europa le vendite hanno penalizzato le tlc, i retailer e i titoli delle società minerarie. Quanto agli indici, Francoforte ha chiuso a -0,09% e Madrid a -0,24% mentre Parigi è arretrata di mezzo punto percentuale (-0,51%) appesantita dai cali di Bouygues, Lvmh e dal settore petrolifero.
Nuovi segnali di rallentamento per l’economia della zona euro
In Europa sono emersi nuovi dati che testimoniano il rallentamento della congiuntura. L’indice pmi servizi dell’Eurozona ad ottobre è calato a 53,7 secondo il dato finale della rilevazione IHS Markit che però ha rivisto al rialzo la precedente stima (53,3). I’indicazione sull’espansione del terziario nei 19 paesi dell’eurozona è tuttavia inferiore a quella di settembre (54,7) e rappresenta il dato più fiacco dall’inizio del 2017. Secondo una nota di Markit i dati salienti del mese sono un rallentamento dell’attività in Germania e Irlanda ma soprattutto la contrazione che si regista in Italia per la prima volta dal maggio del 2016. Al contrario Francia e Germania registrano una crescita più celere anche se inferiore ai ritmi di espansione registrati alla fine dello scorso anno. Più in dettaglio in Italia il settore terziario ha registrato in ottobre il primo peggioramento dell’attività in quasi due anni e mezzo, con l’indice destagionalizzato sulle attività Economiche si è posizionato su 49,2, indicando un notevole calo rispetto a 53,3 di settembre.
Mediaset brilla, debole Telecom in attesa dei conti
Mediaset protagonista in Borsa, spinta dalle parole di Stefano Sala, numero uno di Publitalia, che ha preannunciato in una intervista a Il Sole 24 Ore un bilancio positivo del 2018 per la raccolta pubblicitaria e un rialzo degli introiti pubblicitari del 2,5% nei primi nove mesi. Intanto la società del Biscione ha esercitato l’opzione put per vendere a a Sky la piattaforma sulla quale gira Premium. Bene anche le Italgas, all’indomani della diffusione dei numeri dei primi nove mesi, archiviati con ricavi totali a 880,7 milioni (+5,5%), e un utile netto di 226,4 milioni di euro (+6,1%). Deboli i titoli di Telecom Italia (-0,78%) mentre è scattato il conto alla rovescia per i numeri del terzo trimestre che saranno approvati dal cda in calendario giovedì. Si tratterà del primo trimestre che evidenzierà l’impatto della concorrenza di Iliad, entrata sul mercato italiano a fine maggio. Nella notte nella notte usciranno i conti della controllata brasiliana Tim Participacoes. Secondo il consensus la compagnia ha messo a segno nel terzo trimestre ricavi in crescita del 4,7% a 4,27 miliardi di reais brasiliani e un ebitda adjusted di 1,6 miliardi, in miglioramento del 7,4%. La posizione finanziaria netta dovrebbe essere stata a fine settembre di 2,76 miliardi di reais, in miglioramento rispetto a quella di 3,23 miliardi di fine giugno. «Ci aspettiamo che la controllata brasiliana abbia registrato un altro trimestre di solida crescita, che potrebbe supportare i conti del gruppo», hanno commentato gli esperti di Mediobanca, che intanto hanno reiterato la raccomandazione di Outperform sulle Telecom a 0,93 euro.
St rimbalza con i tecnologici a Wall Street, bene le utility
Tra i migliori del Ftse Mib anche Stmicroelectronic (+1,28%), parallelamente alla risalita anche a Wall Street dei tecnologici dopo una giornata di pressione ieri, e Leonardo – Finmeccanica (+1%) all’indomani dell’annuncio di un nuovo contratto per 15 elicotteri AW139 siglato con il distributore cinese Sino-US Intercontinental Helicopter Investment a cui si è aggiunta una intesa quinquennale per ordini relativi ad altri 160 velivoli. Bene le utility con Terna e A2a in incremento dello 0,9% mentre Snam Rete Gas ha segnato +0,6%.
Fuori dal Ftse Mib, spicca il +10% di Juventus Fc mentre tra le banche pesante la performance di Carige (-4,4%) e di Monte dei Paschi (-2,3%). Scatto sul finale di Falck Renewables (+3,1%) che ha migliorato la guidance sul 2018.
Spread con Bund chiude a 300, euro stabile sul dollaro
Chiusura in rialzo per lo spread Btp/Bund che al termine della seduta aggancia la soglia dei 300 punti base, in aumento di 11 centesimi rispetto alla chiusura di ieri. In salita anche il rendimento del BTp decennale benchmark, che ha chiuso al 3,43% dal 3,34% della vigilia. Sul fronte dei cambi l’euro/dollaro è rimasto stabile a 1,1412 (1,1403 ieri).
Petrolio scivola ai minimi da sette mesi: Brent sotto 72 dollari al barile
Petrolio ai minimi da sette mesi. Il prezzo del barile è ancora in netto calo a 61,5 dollari al barile nel Wti dicembre e a 71,5 nel Brent gennaio. Il tutto succede alla vigilia delle scorte settimanali in Usa, mercoledì scorso cresciute per la sesta volta di fila e più del previsto. Mentre resta in attesa del rapporto mensile Short-Term Energy Outlook dell’Energy Information Administration americana, il mercato continua a ignorare le nuove sanzioni scattate ieri contro il greggio iraniano. Washington ha concesso a 8 giurisdizioni (Italia inclusa) delle esenzioni che consentono loro di continuare a comprare petrolio iraniano per 180 giorni, rinnovabili.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)