Spaccati sulla giustizia: il Carroccio ora spinge per una legge ad hoc
Alta tensione sul nodo dello stop alla prescrizione. Dopo il pasticcio di due giorni fa sull’emendamento modificato in corsa per prendere tempo, l’impasse non viene risolta neppure dopo il ritorno di Matteo Salvini dal Ghana e di Luigi Di Maio dalla Cina.
«Se non ci sarà lealtà sulla prescrizione, non ci sarà sul dl sicurezza», dicono i vertici Cinquestelle, ricordando che il decreto sicurezza – in votazione in queste ore al Senato – deve passare ancora al vaglio della Camera. La Lega, però, tiene il punto, non cede al pressing pentastellato e fa sapere che l’abolizione tout court della prescrizione non è ammissibile. Le distanze, insomma, restano profonde con i presidenti di Commissione impegnati – la riforma della prescrizione dovrebbe figurare all’interno del ddl anti-corruzione – a prendere tempo in attesa di una schiarita. Giuseppe Brescia e Giulia Sarti, entrambi M5s, annunciano infatti che non daranno il parere sulla ammissibilità dei nuovi 4 emendamenti presentati al ddl anticorruzione, tra cui quello sullo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio.
Neppure contatti al vertice riescono a smuovere la situazione, con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in campo per trovare una soluzione, e il capogruppo leghista Riccardo Molinari e il deputato Igor Iezzi a ribadire che così com’è la prescrizione non può passare. La ricerca di un punto di ricaduta non è facile da individuare. La Lega spinge per affrontare la questione separatamente in un disegno di legge ad hoc. I Cinquestelle, però, dopo essersi esposti vorrebbero portare a casa il risultato. Significativo anche il fatto che Lega e Cinquestelle continuino a discutere parallelamente della questione. Luigi Di Maio, infatti, in serata riunisce i suoi ministri per un approfondimento, mentre Matteo Salvini riceve nella sua casa romana alcuni parlamentari leghisti, tra cui Iezzi che ha condotto la «resistenza» al tentativo di blitz pentastellato, rispondendo anche con alcuni emendamenti provocatori sul fronte del rapporto tra M5s e Casaleggio Associati.
Il vicepremier leghista ostenta sicurezza. «Di innocenti in galera ne abbiamo visti tanti, quindi la prescrizione va cambiata. Voglio una giustizia che dia tempi certi, un processo non può durare dieci anni, deve durare 2-3. Sono sicuro che, come abbiamo sempre fatto in questi mesi, insieme a Conte e Di Maio, troveremo la quadra». Smentisce però la possibilità di un vertice serale con Luigi Di Maio. «Ma quale vertice! Stasera vedo la Champions. Io sento quotidianamente Conte e Di Maio, però non ho la necessità carnale di incontrarli ogni 24 ore». L’impressione è che questa volta il Carroccio voglia vedere i vertici grillini soltanto dopo aver incassato il voto al Senato sul Dl Sicurezza.
Se in Parlamento il confronto sale di tono, chi alza decisamente la voce sono gli avvocati penalisti che con Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere penali, dopo aver incontrato il Guardasigilli chiedono il «ritiro» dell’emendamento, «riservandosi in caso contrario le iniziative più dure in difesa del diritto alla ragionevole durata del processo». «Si tratta di proposte di legge ispirate al populismo giudiziario» dice Caiazza. Organizzeremo una grande mobilitazione degli avvocati, della Comunità dei Giuristi, delle Università e della Magistratura che su tali valori intende riconoscersi».
IL GIORNALE