Wall Street e Borse Ue in rialzo dopo il voto Usa. Spread in area 290
–di Andrea Fontana ed Eleonora Micheli
Le Borse europee reagiscono con rialzi superiori all’1%, dopo due sedute piatte, all’esito delle elezioni di medio termine Usa che hanno visto i Democratici riconquistare la maggioranza della Camera dei Rappresentanti dopo otto anni ma mancare l’en plein lasciando il Senato ai Repubblicani. E’ partita bene anche Wall Street, mentre tra l’altro va avanti anche la stagione delle trimestrali.
Il risultato elettorale americano era quello maggiormente previsto da sondaggi ed esperti. «A questo punto – è il commento di Mps Capital Services – il Presidente Trump avrà maggiori difficoltà sul fronte interno ed in particolare a far passare la seconda fase del suo programma di riforme. Questo stato di cose potrebbe portare il Presidente Usa a concentrarsi sul fronte estero ed in particolare su quello commerciale, dove i vari trade act (come quello del 1962 e del 1974) gli consentono maggiore libertà di azione. Per quanto riguarda i risvolti sul mercato, le elezioni hanno portato ad acquisti generalizzati su Treasury e borse, mentre si è indebolito in maniera generalizzata il biglietto verde».
Dollaro ai minimi da 3 settimane con l’euro, Madrid la migliore
Il dollaro ha perso quota nei confronti dell’euro, arrivando anche a riconquistare livelli top da tre settimane in area 1,15 dollari (è tuttavia sceso rispetto a tale soglia, segui qui l’andamento dei principali cross)le Borse continentali (qui l’andamento degli indici) sono vivaci con Madrid e Milano a registrare le performance migliori e sono soprattutto le trimestrali a orientare gli indici azionari. Per quanto riguarda l’Ibex35 di Madrid, la spinta arriva dalle banche dopo una sentenza della Corte Suprema che toglie alle banche l’onere di pagare l’imposta di bollo sui mutui. Piazza Affari vede le banche e le utility in evidenza in parte per i risultati dei conti del periodo luglio-settembre (dopo Intesa anche Ubi ha riportato conti migliori delle attese) e in parte per il ritorno dello spread Btp/Bund sotto 290 punti. Se è Campari a guidare il FTSE MIB insieme a Poste e a Cnh Industrial (che tra oggi e domani diffonderanno la trimestrale), tra gli istituti di credito si mettono in luceIntesa Sanpaoloe Banco Bpm. Dopo una partenza sostenuta, Ubi ha azzerato i guadagni nel giorno della trimestrale. Brillante Enel dopo la trimestrale pubblicata ieri sera e chiusa con un utile di oltre 3 miliardi nei 9 mesi dell’esercizio: il gruppo distribuirà un acconto sul dividendo 2018 di 0,14 euro per azione. Bene anche Terna eSnam che ha annunciato target al 2022 migliori rispetto al piano precedente alla luce dei risultati superiori alle aspettative e ha sorpreso i broker sulla prospettiva di dividendi in aumento nell’orizzonte del piano.
Exploit di Tiscali dopo le indiscrezioni de Il Sole 24 Ore sull’aumento dell’offerta da parte di Fastweb per le frequenze e le infrastrutture di rete: la società sarda ha precisato che al momento non ci sono novità e che l’accordo è atteso entro fine mese. Nel resto d’Europa spiccano minerari e energetici.
Spread sotto 290 punti in avvio, rendimento decennale al 3,36%
In calo lo spread BTp/Bund dopo l’esito delle elezioni Usa di midterm. In apertura di seduta il differenziale di rendimento con i titoli italiani benchmark (Isin IT0005340929) ha segnato una prima posizione a 298 punti base per poi accelerare al ribasso e toccare i 288 punti base, in calo di 12 centesimi rispetto alla chiusura di ieri. In flessione anche il rendimento del BTp decennale benchmark, che in avvio viene indicato al 3,33% dal 3,43% della vigilia.
Sale Fresenius su voto California su rimborsi dialisi
A Francoforte balza Fresenius Medical Care dopo che gli elettori della California hanno respinto la cosiddetta “Proposition 8” che modificava i limiti di rimborso per i pazienti soggetti a dialisi. Fresenius, principale fornitore mondiale di prodotti e servizi per i pazienti effetti da patologie renali, ha pubblicato un comunicato esprimendo soddisfazione per l’esito del voto. Giù Adidas, che viaggiava vicina ai massimi storici, dopo la pubblicazione della trimestrale e l’aumento dei target annuali di profittabilità. In rosso anche Bmw che ha ridotto gli utili nel trimestre del 24% a 1,4 miliardi di euro: un andamento che secondo la società è stato dovuto all’impatto delle nuove norme Wltp, alla guerra commerciale Usa-Cina e all’aumento delle spese di ricerca e sviluppo. In controtendenza a Parigi Credit Agricole dopo i conti trimestrali. A Londra giù il gruppo media Itv che ha annunciato di aspettarsi ricavi pubblicitari stabili nell’esercizio 2018.
Dollaro verso 1,15 per un euro dopo il voto Usa. Petrolio inverte la rotta
Indietreggia il dollaro rispetto a tutte le principali divise dopo l’esito delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti che hanno visto i Democratici riconquistare la maggioranza nella Camera dei Rappresentanti senza però riuscire a strappare ai Repubblicani il controllo del Senato. Il movimento del biglietto verde era previsto dagli analisti che, con il Congresso diviso, si aspettano un freno alle misure economiche dell’amministrazione Trump. Il cambio euro/dollaro, che ieri alla chiusura di Wall Street segnava 1,1407, è risalito a 1,147 dopo aver toccato quota 1,15, ai massimi da tre settimane. Il dollaro/yen è a 113,22 (da 113,19 di ieri sera) e il dollaro/franco svizzero a 0,9971 (da 1,0045). Infine il rapporto tra sterlina e dollaro si è portato a 1,3151 da 1,3041. Euro/yen a 129,97 (da 129,6).
Il Petrolio è letteralmente andato sulle montagne russe, nel giorno in cui il Dipartimento americano all’Energia ha diffuso i numeri sulle stime. IL valore del greggio è infatti partito debole, poi è salito per gran parte della giornata approfittando della debolezza del biglietto verde americano e quindi è tornato a scivolare dopo i numeri peggiori delle attese sulle scorte Usa. Nel dettaglio nella settimana conclusa il 3 novembre scorso, le scorte di petrolio negli Stati Uniti hanno registrato un rialzo per la settima settimana di fila e decisamente al di sopra delle stime. Il dato è cresciuto di 5,783 milioni di barili a 431,787 milioni di unità dopo il +3,217 milioni della settimana precedente, mentre gli analisti attendevano un rialzo di 1,8 milioni di barili.
Nikkei chiude in calo dello 0,28% dopo elezioni Usa
Chiusura in calo per la Borsa di Tokyo che ha risentito dei dati trimestrale più deboli delle attese e dei risultati delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti, con la vittoria dei democratici che hanno acquisito la maggioranza della Camera dei Rappresentanti. Al termine della seduta, l’indice Nikkei, che ha trascorso gran parte della giornata in territorio positivo, ha perso 61,95 punti (-0,28%), attestandosi a 22.085,80 punti. Il più ampio indice Topix è sceso dello 0,42% (-6,92 punti) a 1.652,43 punti. Dal lato valutario, il dollaro è sceso leggermente a 113,16 yen, mentre l’euro è salito a 129,62 yen, contro i 129,28 yen del martedì alla chiusura del Tokyo.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)