Manovra, la Lega chiede la sanatoria anche per l’Imu e la Tasi

Estendere la sanatoria del decreto fiscale anche alle entrate comunali, dall’Imu alla Tasi, all’imposta sulle insegne. E’ la proposta contenuta in un emendamento della Lega presentato alla Commissione finanze del Senato. “Con riferimento alle entrate, anche tributarie, dei comuni, non riscosse a seguito di provvedimenti di ingiunzione fiscale, notificati, negli anni dal 2000 al 2017, dagli enti stessi e dai concessionari della riscossione, i medesimi enti locali – si legge – possono stabilire, entro il termine fissato per la deliberazione del bilancio annuale di previsione, l’esclusione delle sanzioni”.

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Un altro emendamento leghista (prima firma Enrico Montani) prevede il raddoppio della multa (compresa tra 848 e 3.393 euro) prevista per gli automobilisti sorpresi più di una volta a viaggiare senza assicurazione. Nei casi di reiterazione viene proposta anche “la sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo del veicolo per quarantacinque giorni” e “la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente per sessanta giorni”.

Altra richiesta targata Lega è quella di introdurre una nuova tassa, che vada a rimpinguare il Fondo infrastrutture del Mef, da applicare su tutti i trasferimenti in denaro in Paesi extra Ue, un prelievo dell’1,5% su tutte le operazioni sopra i 10 euro. Si guarda anche alle zone colpite dal maltempo, nelle quali le concessioni potrebbero essere automaticamente prorogate fino al 2045 e al no profit, con l’introduzione di una nuova ‘lotteria filantropica’.

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Non compare invece tra gli emendamenti parlamentari la pace fiscale sulle cartelle per chi si è trovato in difficoltà, suddivisi per fasce di reddito, proposta che ancora deve essere affinata (per i costi che comporta) e che potrebbe arrivare come emendamento del governo o del relatore quando sarà ultimata. ll 14 ottobre il sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri, ha esplicitato lo schema che ha in mente il partito di Matteo Salvini chiarendo che la pace fiscale potrebbe comportare tre scaglioni di pagamento al 6%, al 10% e al 25% a seconda della posizione patrimoniale e reddituale del contribuente che ne fa richiesta. E, a titolo esemplificativo, Siri ha aggiunto che l’aliquota del 6% potrebbe per esempio essere riservata ai contribuenti monoreddito con un figlio minorenne a carico.

In tutto i senatori hanno depositato 578 emendamenti, che andranno al voto, probabilmente, a partire dalla metà della prossima settimana.

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Nessuna modifica invece per il momento alla norma della legge di Bilancio che stabilisce le modalità di rimborso ai risparmiatori truffati. Dopo l’incontro odierno con i sottosegretari all’Economia Massimo Bitonci (Lega) e Alessio Villarosa (M5S) in molti si dichiarano delusi: “Anche oggi speravamo in un incontro più risolutivo con il governo ed invece non c’è stato tempo per molte domande che avremmo voluto fare, e che la stessa ‘Associazione vittime del Salvabanche’ non ha potuto fare. – dice il presidente dell’Associazione vittime del salvabanche, Letizia Giorgianni – Ad oggi rimane, per l’ennesima volta, il fondo di 1 miliardo e mezzo, ma sono ancora poco chiare le modalità del rimborso. I risparmiatori avrebbero voluto più chiarezza, che purtroppo non c’è stata. E rimangono ancora delle incongruenze. Si parla di rimborso degli azionisti al 30 per cento, che per ammissione di alcuni esponenti di governo potrebbe salire al 45 o sicuramente al 50 per cento. Noi, però, ovviamente ci basiamo sulla norma che è uscita. Il governo afferma che tutte queste modifiche migliorative saranno inserite nel collegato fiscale, ma ovviamente non conosciamo né i tempi né le modalità, e permane almeno da parte dell’Associazione vittima del Salvabanchè profonda insoddisfazione”.

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