La Comunità ebraica di Roma contro Casalino: “Sconcertante, ora chiarisca”
Le parole di Rocco Casalino su Hitler e gli ebrei, contenute in un video risalente al 2004 e balzato alle cronache degli ultimi giorni, “creano sconcerto, sono immagini che si commentano da sole”. Lo sottolinea all’Adnkronos la Comunità ebraica di Roma, la quale si aspetta dal portavoce del presidente del Consiglio “un chiarimento più convincente delle motivazioni finora addotte”.
Il portavoce del premier (nonché capo della comunicazione del M5S) ieri si è difeso dagli attacchi ricevuti per le frasi su disabili e anziani pronunciate nello stesso video, che risale a quando Casalino partecipò a un corso di giornalismo a Milano nel 2004. “In quel corso – ha spiegato – si sviluppava lo studio dei personaggi, li si interpretava, forzandone i caratteri in maniera anche paradossale e provocatoria”. Tesi confermata anche dal giornalista Enrico Fedocci, titolare del corso.
Ma ad alzare un nuovo polverone questa volta sono le frasi del portavoce di Palazzo Chigi sull’Olocausto. A proposito della banalità del male, Casalino in quel video affermava: “Bush parla di Bene contro il Male e semplifica un paese come l’Iraq che ha una complessità storica. Lo può fare perché siamo abituati alla semplificazione. Un periodo come la Seconda guerra mondiale siamo abituati a semplificarlo come ‘Hitler=Male’ e ‘Ebrei=poveretti’, e basta, senza comprendere la complessità storica che ha portato i tedeschi a odiare gli ebrei e poi incenerirli, per quanto ingiusto”.
A difendere nuovamente Casalino, il giornalista Enrico Fedocci parlando a Radio Cusano Campus. “Io in quel corso di giornalismo portavo in aula dei personaggi da far intervistare agli studenti –ha spiegato Fedocci-. Portavo anche esponenti delle forze dell’ordine, per simulare una conferenza stampa su un omicidio, e far esercitare i ragazzi a intervistarlo, poi avevano il compito di fare il pezzo. Un giorno mi saltò un ospite, Mario Moretti, perché il giudice di sorveglianza non aveva dato l’autorizzazione. Conobbi Casalino la sera prima della lezione e gli chiesi di venire in aula, lui accettò. Gli dissi: ‘Rocco, mi raccomando, è una simulazione di conferenza stampa, sollecita i ragazzi’. Lui mi chiese: ‘Devo provocarli?’. Io risposi: ‘fai come facevi a Buona Domenica’. Quando lui è arrivato in aula, è stato abbastanza forte e molto chiaro e certe volte i ragazzi li sollecitava al punto che loro non lo sopportavano. Si è creato un contrasto, in particolar modo con una studentessa e quando i ragazzi fecero il pezzo notai che l’avevano scritto di pancia. E io nel correggerli dissi: ‘ragazzi, il cronista deve stare sempre un passo indietro le emozioni’. Casalino era un personaggio un po’ scialbino, aveva fatto il Grande Fratello 4 anni prima, non aveva fatto ancora politica, era ospite fisso a Buona Domenica. Mi serviva un personaggio che avesse un po’ di personalità e lui ha interpretato quel ruolo. Non avevamo assolutamente concordato quello che doveva dire, gli ho solo chiesto di interpretare un ruolo e lui ha scelto di dire quelle cose”.
“Il sito che ha pubblicato il video ha preso solo una porzione del filmato che io avevo messo su youtube –ha aggiunto Fedocci-. Io quelle frasi non me le ricordavo neanche. Nell’insieme lui è stato veramente efficace. Quando siamo usciti, lui mi disse: ‘è stata un’esperienza bellissima, mi piacerebbe fare il giornalista, mi aiuti?’. Quel giorno è nato il sacro fuoco per il giornalismo. Io gli dissi: ‘non mi pare tu abbia la credibilità per fare il giornalista, poi non potresti più andare a Buona domenica’. Lui mi disse: ‘Io sono assolutamente convinto, sono disposto a mettermi in discussione’. Quando mi sono ritrovato con le cassette di tutti gli incontri, mi sono ritrovato anche quella di Rocco Casalino e le ho pubblicate tutte. Lui era informato di questo, anche perché gli mandai il link. Ascoltando tutta la registrazione, che non è integrale perché l’ha ripreso una studentessa che collaborava con una tv locale e ha fatto anche dei tagli, lui ha fatto un eccellente intervento. Quello che notavo è che era davvero provocatorio, io non avrei mai cercato di suscitare così tanto l’antipatia del mio interlocutore come ha fatto lui. Molti ragazzi avevano espresso grande fastidio nei suoi confronti. Io avevo una chiara percezione del fatto che lui non pensasse quelle cose. Durante la correzione ho appreso che molti studenti avevano capito che era una provocazione e altri che invece erano un po’ più boccaloni e non se ne erano accorti. C’è anche una parte del video in cui la folla si stava eccitando troppo e io dico: ragazzi, guardate che è un provocatore. Quando io digitalizzato questo contenuto dopo tanti anni chiaramente l’ho visto e ho pensato: è riuscito a fare davvero quello che voleva. Lui era capace di manipolare il suo interlocutore, voleva farli arrabbiare ed ha utilizzato qualsiasi mezzo per farli arrabbiare”.
“Nessuno ha sentito l’audio che io ho messo integrale da cui puoi farti un’idea completa –ha dichiarato Fedocci-. Ieri mi hanno chiamato dei colleghi su questa vicenda e io ho dovuto dirgli: te la faccio la dichiarazione, ma me la devi pubblicare tutta, non puoi mettere solo la frase in cui io smentisco che l’incontro si fosse tenuto al centro teatro attivo e sentivo i colleghi che si lamentavano perchè gli veniva meno la notizia. Sulla lavagna c’era scritto centro teatro antico, perché nel corso avevo inserito la figura di un doppiatore e ha spiegato ai ragazzi la corretta dizione e prima di andare via ha detto ai ragazzi: se volete approfondire venite al centro teatro attivo e ha scritto l’indirizzo sulla lavagna. Quando è venuto Mario Moretti non c’era bisogno di dirgli di sollecitare i ragazzi perché era un personaggio già forte di suo. Lui in aula ha rivendicato quello che hanno fatto le Brigate rosse, ha detto: non mi sono pentito di quello che abbiamo fatto”.
L’HUFFPOST