Processo Raggi, sabato la sentenza. Il pm: “La sindaca mentì per evitare dimissioni”
di MARIA ELENA VINCENZI
È iniziata al tribunale di Roma la nuova udienza del processo alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, che la vede imputata per falso documentale in merito alla nomina di Renato Marra alla direzione del dipartimento Turismo del Comune di Roma. Come chiesto dal procuratore aggiunto, Paolo Ielo e dal pm Francesco Dall’Olio nella scorsa udienza, oggi viene sentita in aula l’ex capo di gabinetto Carla Romana Raineri che ricoprì il ruolo per circa un mese subito dopo l’elezione della sindaca e si dimise in maniera polemica.
“Io ho cercato di intercettare l’attenzione del sindaco su tanti temi, tra i quali anche il riordino delle partecipate e i rifiuti. Il mantra era: “Ne parli con Marra o con un Romeo”. Io non potevo dialogare col sindaco, dovevo pietire la loro attenzione e invece che consigliare il sindaco, dovevo farmi consigliare da loro”, ha detto Raineri in aula.
Raffaele Marra e Salvatore Romeo, secondo l’ex capo di gabinetto del Campidoglio, “si comportavano in maniera autoreferenziale e arrogante, Marra almeno manteneva sempre un bon ton istituzionale, mentre Romeo era arrogante e maleducato”. Quanto ai loro ruoli a Palazzo Senatorio, ad inizio consiliatura nell’estate 2016 il primo era vice capo di Gabinetto, il secondo capo della segreteria politica, Raineri nella sua deposizione ha sostenuto: “Marra non aveva nessuna delega, era formalmente il vice capo di gabinetto ma era il consigliere privilegiato del sindaco. Stavano in tre in una stanza a porte chiuse, per riunioni inaccessibili a tutti se non all’allora vice sindaco Daniele Frongia. Marra aveva un fortissimo ascendente sulla sindaca”.Quindi la Raineri ha aggiunto: “Erano stati coniati vari epiteti per Marra, eminenza grigia, Richelieu, sottolineando la debolezza della sindaca come quella della zarina ai tempi di Rasputin. Chiunque si fosse messo di traverso rispetto alle loro ambizioni faceva una brutta fine. Penso a me, quando dissi che intendevo sostituire Marra con un colonnello dei Carabinieri nel ruolo di vice capo di gabinetto. Di li’ a poco il sindaco si fece venire dubbi sulla legittimita’ della mia nomina”.
Secondo la Procura di Roma la sindaca Virginia Raggi “mentì alla responsabile dell’Anticorruzione del Campidoglio nel dicembre del 2016” perché se avesse detto che la nomina di Renato Marra era stata gestita dal fratello Raffaele, sarebbe incorsa in un’inchiesta e “in base al codice etico allora vigente negli M5S, avrebbe dovuto dimettersi”, ha detto in aula il procuratore aggiunto Paolo Ielo che ha chiesto alla corte l’acquisizione del codice etico M5S vigente nel 2016.
Ielo dunque ha chiesto al giudice l’acquisizione del codice etico M5S vigente nel 2016, che prevedeva in caso di indagine penale a carico di un ‘portavoce’ la sua ineleggibilità o, se già eletto, le dimissioni. “Se la sindaca avesse detto la verità e avesse riconosciuto il ruolo di Raffaele Marra nella scelta del fratello – ha spiegato Ielo – l’apertura di un procedimento penale a suo carico sarebbe stata assai probabile. Lei era consapevole che in casi di iscrizione a modello 21 (ovvero come indagata in un fascicolo penale, ndr) rischiava il posto è per questo mentì. Il codice etico fu modificato nel gennaio del 2017″.
“La deposizione di Carla Raineri a tratti mi è sembrata surreale. In questo processo si parla di un mio presunto falso e per quatto ore abbiamo ascoltato parole simili a gossip. Non ho mai risposto alle interviste rilasciate, a volte mordendomi la lingua, per le cose palesemente false affermate”, ha affermato la sindaca di Roma, Virginia Raggi, nel corso di dichiarazioni spontanee fatte nel corso del processo che la vede indagata per falso per la nomina di Renato Marra.
La sindaca ha preso la parola dopo la lunga audizione dell’ex capo di gabinetto del Comune. “Non conoscevo la dottoressa Raineri e mi era sembrata una persona molto preparata – ha aggiunto – per me era una opportunità avere un magistrato di primaria importanza come capo di Gabinetto. Anche se trovai subito strano il fatto che quando chi hanno presentate disse, ‘non ti preoccupare starò qui al massimo 1 anno, 1 anno e mezzo”.
In aula sono presenti cinque consiglieri comunali M5S: Daniele Diaco, Angelo Sturni, Pietro Calabrese, Giuliano Pacetti e Donatella Iorio.
REP.IT