L’Agcom sugli attacchi alla stampa: “Ledono i principi costituzionali”. Giornalisti in piazza da Bolzano a Palermo
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sottolinea “l’esigenza di un’informazione libera, pluralista, rispettosa della dignità delle persone, del ruolo delle forze politiche e dell’autonomia professionale dei giornalisti”.
Segnala pertanto – spiega una nota – che ogni attacco agli organi di stampa rischia di ledere il principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero, che è alla base del pluralismo dell’informazione e del diritto di cronaca e di critica”.
La presa di posizione dell’Agcom arriva dopo gli attacchi del Movimento Cinquestelle ai giornalisti. Il leader Luigi Di Maio, all’indomani dell’assoluzione della sindaca Raggi, ha infatti definito i giornalisti “infimi sciacalli”, mentre per Di Battista sono “pennivendoli-puttane”.
Proprio contro questo attacco, rafforzato da Luigi Di Maio, i giornalisti sono scesi in piazza da Bolzano a Palermo. A Roma la manifestazione si è svolta a Piazza SS Apostoli e alla fine Beppe Giulietti e Raffaele Lorusso, presidente e segretario della Federazione nazionale della Stampa, in accordo con la Federazione degli editori hanno annunciato che nei prossimi giorni tutti i giornali italiani pubblicheranno una pagina che riprodurrà l’articolo 21 della Costituzione.
E in prospettiva si pensa e si lavora per una grande manifestazione nazionale in difesa della libertà di stampa che non coinvolga solo i giornalisti. Come del resto è avvenuto durante le manifestazioni che hanno visto la partecipazione di molte altre organizzazioni.
La mobilitazione dei giornalisti però non sembra intimorire Di Battista che ieri è tornato alla carica con la lista dei giornalisti liberi: Marco Travaglio, Fulvio Grimaldi e Alberto Negri, Luisella Costamagna, e Milena Gabanelli. Ma aggiunge “sono liberi decine di giornalisti e giornaliste che hanno capito che chi davvero sta colpendo la libertà di stampa sono svariati sicari dell’informazione ormai distaccati dalla realtà e capaci di scendere in piazza per difendere esclusivamente la loro posizione di potere”.
Anche Luigi Di Maio insiste. sul tasto del presunto conflitto di interessi degli editori. “”La libertà di informazione si garantisce prima di tutto migliorando le condizioni sottopagati, che sono sottopagati, gli vengono pagati gli articoli al limite dello sfruttamento. Libertà di informazione è assenza di conflitto di interessi negli editori e dignità per i lavoratori. Noi vogliamo investire nell’equo compenso”. dice il vicepremier.
Di editore puro parla anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede https://video.repubblica.it/dossier/governo-lega-m5s/conflitto-di-interessi-bonafede-per-salvini-non-e-priorita-e-nel-contratto-di-governo-rilancia-editore-puro/319575/320204“Sto pensando ad una legge”, dice il Guardasigilli.
Ma nel Movimento c’è anche chi non condivide questo attacco ai giornalisti. O quanto meno ne vuole discutere. La senatrice Elena Fattori, per esempio, propone: ” “Coerenza vorrebbe che per dimostrare la loro verginità tutti i giornalisti eletti col 5 stelle si dimettessero. Se una forza politica sostiene con forza la necessità di non avere giornalisti faziosi come conseguenza la coerenza imporrebbe di non candidare giornalisti. Sbaglio?”.
Critica anche Paola Nugnes, un’altra senatrice del M5S in odore di espulsione, dopo avere lasciato l’aula al momento del voto di fiducia sul decreto sicurezza: “Tremo sempre un po’ quando si usano espressioni quali ‘spese morali’ o ‘editori puri’, la purezza o la morale sono valori, certo ma la valutazione di questi valori può essere soggettiva e quindi dipendere dalla valutazione di alcuni a discapito d’altri”,dice.
REP.IT