Vittorio Feltri letale: “Peggio di questo governo c’è solo il prossimo”
Leggo e sento qua e là che il governo traballa e crollerà presto perché tra la Lega e il Movimento 5 Stelle non c’ è comunione di intenti. La crisi sarebbe dietro l’angolo e inevitabile: le divergenze fra i protagonisti attuali della politica non consentirebbero la prosecuzione dell’ alleanza che ha permesso di costituire una maggioranza dopo le elezioni di marzo. Può darsi ciò sia vero, però mi domando quale interesse abbiano i partiti in questione a litigare ancor prima di aver raccolto risultati fecondi e a pochi mesi dalle consultazioni europee.
Nel caso in cui inopinatamente l’ esecutivo si sfasciasse, Mattarella sarebbe costretto a metterne in piedi uno di emergenza, cioè tecnico, appoggiato non si sa bene da chi. Votazioni anticipate, ammesso che da esse possano sortire indicazioni definitive, contrasterebbero con l’ esigenza di rinnovare il Parlamento Ue. Chiudere subito la esperienza gialloverde, checché ne dica Berlusconi, sarebbe una iattura, significherebbe trascinare il Paese nella ingestibilità, metterlo nelle mani di uomini quali Monti e similari che si sono distinti nell’arte di complicarci la vita.
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Quindi adattiamoci a sopportare le panzane di Di Maio e compagnia brutta nella speranza non vana che Salvini sia in grado di controllare la situazione.
Ci vuol pazienza e sangue freddo. Occorre dare credito alla capacità amministrativa collaudata della Lega, la quale ha dimostrato, come abbiamo spesso sottolineato, grande abilità. Fontana, Zaia, Fedriga e altri sono i più bravi in Italia a gestire le regioni e questo dovrebbe bastare ad aver fiducia anche nel prode Matteo, che finora non ha fallito un colpo nonostante le critiche strampalate della sinistra e di Forza Italia, ormai ai minimi storici e privi di credibilità.
Rassegniamoci ai pastrocchi risibili di Giggino a cui non dobbiamo dare peso, l’ importante è che ci si renda conto che ogni alternativa al presente ministero sarebbe peggiore. D’ altronde la crescita leghista nei sondaggi è rassicurante: se il popolo è con Salvini ci sarà pure un perché. Egli ha uso di mondo e sa come la pensa la gente. Se sbagliasse glielo diremmo apertis verbis, senza fare tante storie.
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