Fisco, tutti gli sconti. E la Finanza controlla
di CLAUDIA MARIN
Roma, 17 novembre 2018 – Il giorno dopo l’accordo a sorpresa che ha portato alla cancellazione del condono, si fanno i conti sugli effetti dello stralcio della sanatoria dal decreto fiscale e si definisce ciò che rimane nel provvedimento. Ma sia Lega sia 5 Stelle tentano di tirare di nuovo dalla propria parte il risultato ottenuto. Il Carroccio fa sapere che, per questa via, si sono evitate le norme sull’inasprimento delle sanzioni per gli evasori (le ‘manette’), i grillini rimarcano l’eliminazione delle norme per regolarizzare quanto non dichiarato e insistono sulla lotta ai furbetti delle tasse. Su questo Luigi Di Maio promette «una modifica che permetterà alla Guardia di Finanza di accedere direttamente alla banca dati delle transazioni su carte di credito e conti correnti, senza dover più chiedere l’autorizzazione alla magistratura». Quanto al carcere per gli evasori, «sarà presente in un disegno di legge specifico».
Le novità in materia fiscale non finiscono qui. Con un altro emendamento a firma di Carla Ruocco e Alberto Gusmeroli, rispettivamente presidente e vice presidente della commissione Finanze della Camera, M5S e Lega vogliono cancellare non solo gli studi di settore, ma anche i nuovi indici di affidabilità chiamati a sostituirli. La misura è coperta per 500 milioni attraverso il taglio di alcune tax expenditures e, in caso le risorse non fossero sufficienti, dagli introiti della nuova sugar tax sulle bibite zuccherate.
Ma, d’altra parte, una nuova tegola arriva per la fatturazione elettronica che, dopo una serie di sollecitazioni delle categorie e annunci del governo (si discute in manovra la proposta di eliminare le sanzioni per mancata fatturazione per tutto il 2019), dovrebbe partire comunque dal 1° gennaio. Stavolta il problema è la privacy che, per l’Authority guidata da Antonello Soro, verrebbe messa a rischio. Da qui la sollecitazione arrivata ieri all’Agenzia delle Entrate, che ha subito avviato l’esame delle richieste e risponderà al più presto. Le richieste del Garante arrivano a poco più di un mese dall’avvio del nuovo obbligo. Ma secondo l’Authority, così come è stato regolato, il nuovo adempimento «presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali». È la prima volta che il Garante esercita il nuovo potere correttivo di avvertimento, attribuito dal Regolamento europeo, attraverso un provvedimento adottato anche a seguito di alcuni reclami.
IMPOSTE, NIENTE AIUTI A CHI EVADE
I grillini hanno sempre avversato la possibilità inserita nel decreto fiscale di regolarizzare anche le imposte evase. E, dall’altra sera, c’è l’accordo con la Lega per presentare un emendamento al provvedimento per cancellare la norma sul condono vero e proprio. Così non sarà più possibile dichiarare (attraverso una dichiarzione integrativa speciale) i redditi non denunciati nei cinque anni precedenti (dal 2013 al 2017) fino al 30% in più di quanto già comunicato, con un tetto massimo complessivo di 100mila euro di imponibile per anno d’imposta. Non sarà più consentito, insomma, mettersi in regola pagando il 20% sul maggiore imponibile emergente, senza sanzioni e interessi. Sarà permesso, al contrario, fare pace attraverso le vie ordinarie del ravvedimento operoso e della dichiarazione integrativa, ma in entrambi i casi si dovrà pagare l’aliquota ordinaria con sanzioni e interessi. Nessuno sconto è più in ballo.
ROTTAMAZIONE CARTELLE
Confermata in pieno la cosiddetta rottamazione-ter. I moduli per aderire alla nuova definizione agevolata sono a disposizione sul sito e agli sportelli dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. L’operazione consentirà il pagamento dei debiti fiscali pendenti dal gennaio 2000, senza sanzioni e more, dilazionando i versamenti fino al 2024. Potrà usufruire della nuova operazione anche chi ha aderito alla precedente rottamazione. Il primo versamento è previsto per il 31 luglio 2019, e si potrà versare in un’unica soluzione. Chi sceglie la rateizzazione dovrà pagare per cinque anni, a luglio e novembre, con interessi pari allo 0,3% l’anno. Il decreto prevede, però, un vero colpo di spugna per le mini-cartelle sotto i mille euro. La cancellazione riguarda i debiti più vecchi, quelli accumulati tra il 2000 e il 2010 che giacciono in gran parte nei cassetti dei contribuenti, anche da prima della crisi economica.
LITI TRIBUTARIE
È confermato anche il canale per fare pace con il Fisco che passa dalla possibilità di chiudere le liti tributarie pendenti per i ruoli notificati fino al 30 settembre 2019. Per risolvere la partita aperta con il Fisco e mandare in cascina la vertenza si dovrà pagare un importo pari al valore della controversia o, se l’Agenzia delle Entrate ha perso in primo o in secondo grado, un importo pari alla metà o al 30 per cento della contestazione. L’obiettivo è sfoltire il contenzioso tributario pendente. La soluzione, con altri e più ridotti costi, vale anche per le situazioni di pre-contenzioso: ma si tratta di un’altra via ancora ugualmente presente nel decreto fiscale. In arrivo, con emendamenti specifici al decreto fiscale in via di preparazione, anche la possibilità di sanare errori formali presenti nelle dichiarazioni dei redditi: l’obolo da pagare in questa ipotesi dovrebbe essere pari a 200 euro per anno.
SANATORIA SUGLI ACCERTAMENTI
È partita martedì scorso, con i primi versamenti, la prima tranche della pace prevista dal decreto fiscale. Si tratta delle sanatorie flash sugli accertamenti. Gli atti sanabili immediatamente sono gli inviti al contraddittorio in cui sono stati quantificati i maggiori tributi ed eventuali contributi notificati al contribuente fino al 24 ottobre 2018 e per i quali, alla stessa data, non sia stato già notificato il relativo avviso di accertamento o sottoscritto e perfezionato l’accertamento con adesione. Inoltre, sono compresi gli accertamenti con adesione sottoscritti fino all’entrata in vigore del decreto ma non ancora perfezionati; gli avvisi di accertamento e gli avvisi di rettifica e di liquidazione notificati al contribuente fino al 24 ottobre non impugnati ed ancora impugnabili alla stessa data; gli atti di recupero dei crediti indebitamente utilizzati, notificati al contribuente fino al 24 ottobre, sempre che non si siano resi definitivi e non siano stati impugnati alla stessa data.
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