Terremoto a LʼAquila, donne in marcia contro blocco ricostruzione della Valle dellʼAterno

E’ stata denominata la “marcia della pace” ed è la protesta, non silenziosa, promossa da un gruppo di donne dei territori colpiti dai terremoti, de L’Aquila del 2009 e del centro Italia, del 2016 e 2017. Hanno già percorso 35 chilometri a piedi, dal comune di Campotosto a quello di Cagnano Amiterno, e in giornata arriveranno alla prefettura de L’Aquila per denunciare lo stallo nella ricostruzione nell’alta Valle dell’Aterno.

La singolare protesta è stata orgamizzata per denunciare il fatto che “non è stata approvata nessuna pratica di ricostruzione delle case danneggiate, neppure quelle più lievi, del sisma più recente, mentre per quello di dieci anni fa, tutto procede molto lentamente”.

Ad organizzare la lunga passeggiata a piedi, sono state tra le altre il sindaco di Cagano Amiterno, Iside Di Martino, e l’ex sindaco di Montereale, Lucia Pandolfi. “La nostra è una iniziativa non politica e che non guarda al passato, la situazione che si è creata infatti rischia di far spopolare definitivamente i nostri centri – spiega Pandolfi -, infatti, il 70% delle persone, anche quelle che hanno la casa non gravemente lesionata, vivono all’Aquila nei moduli abitativi provvisori, quindi è difficile che le attività economiche possano andare avanti”.

La Pandolfi “vuole capire, anche con una inchiesta giudiziaria, i motivi per i quali i fondi dello Stato sono fermi e la ricostruzione non è partita”. “Chiederemo al prefetto di interloquire col governo nazionale – spiega ancora Pandolfi -. Speriamo che il vice premier Salvini, a cui piace rendersi conto di persona di quanto accade, venga a visitare i nostri territori”.

Sulla “marcia della pace” c’è la critica di Fratelli d’Italia dell’alta Valle dell’Aterno, secondo cui la manifestazione è tesa alla strumentalizzazione essendo vicine le elezioni regionali. Ha risposto il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci che ha definito deliranti le affermazioni di Fdi, esprimendo “sostegno e solidarietà a chi protesta per le condizioni di una terra e per la lentezza di un processo di ricostruzione che si va configurando sempre di più come una minaccia alla sopravvivenza dell’Alta Valle dell’Aterno”.

TGCOM

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