Tajani: «Dopo il voto alle Europee avremo un governo Lega-Forza Italia»

di Mario Ajello

Governo Lega-FI dopo le Europee». Così il vicepresidente di FI Antonio Tajani a Il Messaggero. «Il loro Contratto non funziona».

Presidente Tajani, l’incontro tra Berlusconi e Salvini a Palazzo Grazioli significa un cambio di fase?
«Il cambio di fase c’è, e non è soltanto quello a dimostrarlo. Il fatto è che i rapporti tra Lega e 5Stelle stanno peggiorando velocemente, e anche dentro M5S s’è innescato un processo di divisioni destinato a intensificarsi. In Parlamento c’è ancora qualche forma di coesione tra i giallo-verdi, ma sempre meno, e il matrimonio sta saltando. È destinato a fallire».

Ma voi sembrate spettatori inerti.
«Si sbaglia. Non abbiamo smesso neppure un attimo di girare il Paese, di tastare il polso dei cittadini, di spiegare e di ascoltare. Le assicuro che andando in giro attraverso il Nord ci si rende conto di quanto sia profonda la disaffezione dei ceti produttivi, dei piccoli e medi imprenditori, dei commercianti, degli artigiani. C’è una grande ostilità nei confronti del reddito di cittadinanza, ma ci si chiede anche: come fa la Lega ad accompagnarsi ai 5Stelle che, dal no alla Tav a quello verso tutte le altre infrastrutture, vorrebbero un Paese isolato e bloccato?».

Ma Salvini non vuole affatto rompere con Di Maio. Non le sembra?
«La prospettiva mi pare segnata. L’altro giorno, a Como, un signore mi si avvicina e mi dice: non li abbiamo votati per fare quello che stanno facendo. La mancata riduzione delle tasse, le discussioni sulle infrastrutture, l’assenza di investimenti nella manovra economica, il reddito di cittadinanza e tutto il resto stanno provocando nell’elettorato leghista delusione e sconcerto. Salvini dovrebbe riflettere di più su quello che gli ha detto Berlusconi sulla manovra».

Che cosa si sono detti a Palazzo Grazioli?
«Hanno confermato, per esempio, che alle Regionali si va insieme: in Sardegna, in Basilicata, in Abruzzo, in Piemonte. Quanto al governo, è chiaro a Berlusconi come è chiaro a tutti che in questi mesi sono stati bruciati 300 miliardi di euro. Sono cifre oggettive, e anche Salvini ne è consapevole».

Il riavvicinamento tra i due è arrivato?
«Salvini non può restare a lungo al governo con Di Maio. Se arrivano alle Europee è già un miracolo».

Intanto voi di Forza Italia volete entrare nella partita delle nomine. Volete la presidenza dell’Antitrust?
«Quella è una decisione che spetta ai presidenti delle Camere e non ai partiti. Va trovato un giusto equilibrio. Noi non vogliamo la lottizzazione per l’Antitrust, ma che si faccia una scelta equilibrata, di livello e di garanzia. Abbiamo grande fiducia nella figura del presidente del Senato, Casellati, e la nomina che verrà fatta dovrà rappresentare tutti. Noi teniamo all’equilibrio e all’interesse generale, non diciamo affatto che quella presidenza dev’essere nostra».

Salvini sembra escluderlo, ma lei crede che in questa legislatura possa esserci un governo di centrodestra?
«I nostri elettori, in tutte le ultime tornate di voto amministrativo, ci hanno detto di volere un centrodestra di governo e non il Salvimaio».

Già subito dopo le Europee?
«Credo di sì. Se cade il governo, si può tornare a una maggioranza di centrodestra. Sostenuta da volenterosi e da responsabili che si trovano in Parlamento e ben vista dai cittadini. Sia al Nord sia al Sud il malcontento è generale. Il reddito di cittadinanza si sta rivelando un grande imbroglio. E prendiamo la legge Fornero. Anche a me non piace, ma non è vero che per 100 persone che vanno in pensione ci sono 100 neo-assunti. Servono agevolazioni fiscali per chi assume giovani e per chi assume personale qualificato».

Il riavvicinamento con la Lega su che basi può avvenire?
«La Lega deve battere un colpo e fare qualcosa di centrodestra. Per il Nord come per il Sud. Dove non servono solo gli inceneritori ma anche l’alta velocità che non può fermarsi a Salerno. E penso ai giovani: quelli meridionali, per esempio, hanno soltanto il 2G, mentre i loro coetanei del Nord hanno il 5G. Nella manovra, per il Mezzogiorno non c’è niente. E per il Settentrione ci sono ricette sbagliate».

Criticando il Contratto, Salvini in qualche modo sta cambiando fase?
«Il Contratto è un patto di potere che non sta portando risultati. E non credo che i governatori leghisti del Nord, in Veneto, in Lombardia, in Friuli, siano in sintonia con quello che sta facendo il governo. Anche per questo sono ottimista sulle sorti del centrodestra. Vedo la ricomposizione della nostra alleanza in una prospettiva molto meno lunga di quanto si possa pensare. Perciò vogliamo rinforzare Forza Italia. Allargandone i confini a quella che chiamiamo l’Altra Italia, saremo più credibili. Abbiamo una strategia per il futuro dell’Italia più coerente e quindi più chiara rispetto a quella del Contratto giallo-verde che ormai è una macedonia impazzita. Occorre evitare la recessione e uscire dall’isolamento internazionale. Anche la mia ricandidatura alla presidenza del Parlamento europeo rientra in questo discorso».

IL MESSAGGERO

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