Lo spread risale a 321. Europa negativa, a Wall Street crollo del tech
–di Andrea Fontana e Stefania Arcudi
Le Borse europee hanno chiuso una seduta volatile in generale ribasso (Parigi -0,79%, Francoforte -0,85%, Madrid -0,53% e Londra -0,1% circa), complice il peggioramento di Wall Street, frenata dai tecnologici, in particolare Apple, e dal calo ai minimi da agosto 2016 dell’indice immobiliare Nahb. Piazza Affari (-0,29%) ha retto meglio e chiuso poco sotto la parità grazie alle banche e all’exploit di Telecom Italia (+3,95%), sulla nomina del nuovo Ceo Luigi Gubitosi. I broker sono già focalizzati sui dossier aperti, dalle trattative con Open Fiber allo scorporo della rete. Incide in modo limitato l’allargamento dello spread (321 punti, dai 312 dell’apertura), dopo l’accoglienza fredda riservata alla 14esima emissione del BTp Italia (la raccolta della prima giornata è stata di 481 milioni di euro, contro i 2,3 miliardi della prima giornata dell’emissione di maggio).
Le tensioni politiche nel Regno Unito legate all’uscita dall’Europa e il braccio di ferro tra Italia e Ue sulla bozza di Legge di bilancio 2019, attesa in settimana la posizione della Commissione, restano i due temi centrali per i mercati finanziari europei, ma il caso del giorno è l’accusa di reati fiscali per il numero uno di Renault e Nissan che fa crollare a Parigi il titolo della casa francese.
Sugli indici ha pesato appunto l’andamento negativo di Wall Street, penalizzata dal calo di Apple e dei produttori di microprocessori. Gli investitori americani stanno reagendo alle indiscrezioni del Wall Street Journal, secondo cui il colosso tech ha tagliato la produzione dei tre nuovi iPhone lanciati a settembre, un segnale poco incoraggiante in vista della stagione dello shopping natalizio che inizierà formalmente questo giovedì con il Giorno del Ringraziamento.
A Milano corre Tim. Stacco cedola per 5 big: peso di 0,18% su Ftse Mib
Milano ha limitato i cali, nonostante il freno costituito dallo stacco cedola di cinque big del listino (Mediobanca, Banca Mediolanum, Terna, Recordati e Tenaris) che pesa per 34 punti in partenza sull’indice Ftse Mib, pari allo 0,18%. Questi titoli insieme a Salvatore Ferragamo (dopo che Bank of America Merrill Lynch ha tagliato la raccomandazione da «neutral» a «underperform») sono i peggiori questa mattina. Spicca invece Telecom Italia dopo la nomina di Luigi Gubitosi a nuovo amministratore delegato del gruppo. In equilibrio gli altri indici europei (qui l’andamento).
Bene le banche, balzo Carige dopo Fitch
Vivace il settore del credito sia per quanto riguarda le big quotate del Ftse Mib (Ubi Banca, Banco Bpm, Banca Pop Er la migliore) sia per quanto riguarda gli istituti a minore capitalizzazione come Bca Carige che balza del 10% circa dopo che l’agenzia Fitch ha rimosso il «credit watch negativo» sul rating dell’istituto alla luce del piano di rafforzamento patrimoniale annunciato dalla banca lunedì scorso. In ripresa i tecnologici dopo diverse sedute sotto pressione in tutta Europa. Male il lusso: a Milano soffrono Ferragamo e Moncler, a Zurigo scivola Swatch. Dietrofront Astaldi dopo l’exploit arrivato all’offerta preliminare di Salini Impregilo per gli asset costruzioni del gruppo romano: venerdì sera Astaldi ha aggiornato il mercato sulla sua posizione finanziaria netta che è negativa per 1,86 miliardi di euro al 30 settembre (da 1,757 miliardi di euro di giugno). Continua il momento positivo delle utility, iniziato già la settimana scorsa, con Enelin evidenza (+1,38%) alla vigilia del Capital Market Day e della presentazione del piano strategico al 2021.
Male i tecnologici anche in Europa
Le Borse europee hanno chiuso in calo, frenate dal comparto tecnologico (-2,1% l’Euro Stoxx 600 di settore) che ha risentito del pessimo andamento delle controparti americane. A schiacciare i titoli tech sono le indiscrezioni secondo cui Apple, che infatti perde quasi il 4% a Wall Street (la seduta è ancora in corso), avrebbe tagliato la produzione dei tre nuovi iPhone lanciati a settembre. Ha retto StMicroelectronics (+0,12% a Parigi e +0,29%), ma il titolo nelle settimane precedenti era già stato penalizzato da una serie di notizie poco incoraggianti sul settore dei semiconduttori. Il crollo di Renault a Parigi non ha inciso sull’andamento del comparto auto (-0,17% l’indice settoriale): la rivale francese Peugeot ha lasciato sul campo lo 0,33%, mentre a Francoforte Bmw ha guadagnato lo 0,6% e Volkswagen l’1,95%.
A Parigi precipita Renault: numero uno Ghosn nella bufera
Le azioni Renault cadono del 13% circa a Parigi sulla notizia che il
presidente del gruppo e ceo di Renault, nonchè presidente di Nissan Motors, Carlos Ghosn è accusato di evasione fiscale in Giappone. Le quotazioni, che venerdì avevano chiuso le contrattazioni a 64,5 euro, sono scambiate a 56,25 euro (-12,78%), cioè ai minimi da quattro anni. Secondo il quotidiano giapponese Asahi Shimbun, il manager avrebbe nascosto una parte del suo compenso alle autorità fiscali. La notizia e’ stata confermata da una nota di Nissan che sta conducendo una indagine interna sul manager da diversi mesi e che imputa allo stesso Ghosn (oltre che a un altro manager, Greg Kelly) anche altri atti di condotta non corretta oltre a quelli rivelati dalle indiscrezioni di
stampa. Il ceo di Nissan Motor, Hiroto Saikawa, proporrà al cda l’immediata rimozione di Ghosn dalle cariche ricoperte.
Sterlina indietreggia dopo primo via libera Ue a Brexit
Improvviso dietrofront della sterlina intorno a metà seduta dopo il primo via libera arrivato dai Paesi Ue all’accordo sulla Brexit raggiunto la scorsa settimana: la moneta britannica è tornata sopra 0,89 per un euro (a 0,892 da 0,8873 di questa mattina) ed è scivolata a 1,2805 dollari (1,2861 questa mattina). I ministri responsabili degli Affari europei dei 27 Paesi Ue hanno votato a favore del progetto di accordo nel corso di una rione avvenuta oggi a Bruxelles. Sul fronte dell’euro, il cambio con il dollaro resta sopra quota 1,14. Euro tratta a 128,91 yen (da 128,82), mentre il cambio dollaro/yen si attesta a 112,80 (da 112,83). Petrolio stabile a 57,51 dollari al barile nel Wti gennaio e a 67,6 dollari al barile nel Brent gennaio.
Spread Btp/Bund chiude a 321 punti
Torna a salire lo spread BTp/Bund che torna sopra quota 320 punti. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005340929) e il pari scadenza tedesco ha chiuso a 321 punti, contro i 313 punti base dell’apertura e i 312 punti della chiusura di venerdì scorso. Sale anche il rendimento dei titoli decennali italiani, che si attesta al 3,59% dal 3,49% della vigilia.
Ha pesato il fatto che è partita al rallentatore la quattordicesima emissione del BTp Italia. Nella prima giornata di collocamento dedicata agli investitori retail, la raccolta è di 481 milioni di euro. Lo scorso maggio la prima giornata si chiuse con una raccolta di 2,3 miliardi, mentre sempre con riferimento alla prima giornata delle più recenti emissioni, la dodicesima chiuse a 2,2 miliardi, l’undicesima a 1,6 miliardi e la decima a 1,2 miliardi. La novità dell’emissione che ha preso il via oggi e’ che il nuovo BTp Italia ha scadenza quadriennale. Il tasso cedolare minimo garantito è stato fissato nei giorni scorsi all’1,45 per cento.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)