Gli stranieri hanno venduto 1,5 miliardi di titoli di Stato italiani a settembre
FLAVIO BINI e RAFFAELE RICCIARDI
MILANO – Continua, ma senza i numeri drastici visti nei mesi precedenti, la fuga di investitori stranieri dal debito italiano: nel corso del mese di settembre, gli investitori esteri hanno fatto segnare vendite nette di titoli di portafoglio italiani per 1,6 miliardi, di cui un miliardo e mezzo circa erano titoli pubblici, “a fronte di investimenti diretti in Italia sostanzialmente nulli”. A certificare quanto avvenuto sui mercati al rientro dalle ferie sono i dati di Bce e Bankitalia.
Il mese di settembre era iniziato sull’onda delle tensioni sullo spread di agosto – quando erano iniziati i dubbi circa le intenzioni del governo sulla legge di Bilancio – ma nel corso del mese si era poi dato credito alla possibilità di Giovanni Tria di trovare una mediazione e non andare allo scontro diretto con la Ue. Idea poi smentita dai fatti, tanto che poi a ottobre lo spread era tornato a salire per superare i 300 punti, oltre i quali staziona ancora. Un livello che per il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, “rappresenta già un appesantimento per tutta la catena produttiva”, “non è coerente con le normali condizioni di mercato e può avere un impatto sulla crescita economica”. Per il rappresentante dei banchieri, a tale livello il differenziale “avrà un impatto sul patrimonio delle banche, un aumento del costo della raccolta e quindi dei finanziamenti a famiglie e imprese oltre a una loro riduzione” che fino a ora non si è “ancora verificata” grazie anche alle misure Bce.
Nel complesso gli investitori esteri hanno scaricato dai loro portafogli 2,1 miliardi di bond italiani rispetto a fine agosto, quando si era vista una massiccia vendita di titoli italiani, in particolare Btp e bond di Stato: ne erano stati ceduti sul mercato oltre 17 miliardi dai soggetti stranieri. In compenso, però, a settembre è stato acquisito circa mezzo miliardo di azioni e così il saldo complessivo dell’Italia nel portafoglio di degli stranieri arriva a quel dato negativo di 1,6 miliardi.
Il flusso di vendite è stato dunque – nell’ultimo mese censito – nettamente più basso di quanto visto in altre circostanze, ad agosto appunto ma anche a maggio e giugno. Nei primi 9 mesi dell’anno, le vendite di titoli di stato da parte di investitori esteri hanno comunque raggiunto i 26,4 miliardi di euro su un totale di oltre 46 miliardi di titoli di debito ceduti. Se ci si concentra soltanto sui dati a partire da maggio, i titoli di Stato ‘scaricati’ dai portafogli stranieri arrivano a quota 68 miliardi di euro.
Insomma, l’attenzione sull’Italia resta e non è un caso che tornino i segnali di alert nel discorso che il presidente dell’Abi ha tenuto durante un seminario a Ravenna. “L’uscita dall’euro sarebbe una pazzia e comporterebbe un effetto devastante sul debito pubblico, immaginate i tassi al tempo della lira sul debito, attuale e prospettico”, ha affermato Patuelli sottolineando come sia un segno di maturazione nel paese e nel dibattito politico “che nessuno ne parli più”. Quanto all’idea del governo di privatizzare asset fino a 18 miliardi: “Bene se per il calo del debito, non per la spesa corrente”.
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