Anticorruzione, governo ko sul peculato. Salvini: “Voto sbagliato”

Roma, 20 novembre 2018 – Governo battuto nell’Aula della Camera sul voto segreto di un emendamento al ddl anticorruzione, a una settimana esatta dal ko della maggioranza sul condono per Ischia.  L’emendamento approvato contro il parere del governo è di Catello Vitiello del Misto-Maie: è passato con 284 voti a favore e 239 contrari. Forza Italia urla “Onestà, Onestà”, mentre la capogruppo Maria Stella Gelmini esulta: “È un successo contro il giustizialismo manettaro”. Dal canto suo Matto Renzi twitta: “Altro che onestà”.

Immediata la reazione del segretario della Lega Matteo Salvini: “Voto in aula assolutamente sbagliato. La posizione della Lega la stabilisce il segretario. Il provvedimento arriverà alla fine come concordato dalla maggioranza”. E commenta anche: “Siccome io mantengo i patti, la Lega mantiene i patti, questa votazione bislacca avrà come unico risultato di accelerare l’approvazione del ddl anticorruzione”.

In serata si tengono riunioni separate a Palazzo Chigi dopo il Cdm con il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier. Salvini riprende la parola alla fine e definisce la caduta un “incidente di percorso”, una votazione “bislacca”. La fibrillazione nel governo è palpabile tant’è che i lavori dell’aula della Camera sono stati sospesi fino alle 11 di mercoledì.

36 FRANCHI TIRATORI – Sono stati 36 i franchi tiratori nella maggioranza a far andare sotto il governo: dal tabulato della votazione segreta emerge che i partecipanti al voto ‘incriminato’ nelle file della maggioranza sono stati in tutto 275 (184 di M5s e 91 della Lega), ma a votare contro la proposta di modifica che aveva il parere contrario di commissione e governo sono stati soltanto 239 deputati. Quindi ben 36 esponenti della maggioranza non hanno votato secondo le indicazioni contribuendo all’approvazione della norma. Ma siccome l’emendamento Vitiello è passato con 284 sì hanno pesato anche le assenze: 9 nella Lega (Basini, Bitonci, Cecchetti, Centemero, Fugatti, Legnaioli, Segnana, Tonelli e Zanotelli) e 9 in M5s (Alaimo, Bologna, Dall’Osso, Ficara, Penna, Perconti, Termini, Varrica, Zolezzi). Diversi i deputati in missione, ovvero gli assenti giustificati: 25 nella Lega e 27 in M5s.

GIUSTIZIA E SICUREZZA – E spunta l’ipotesi della fiducia, con un maxiemendamento che sostituisca interamente il testo all’esame dell’Assemblea di Montecitorio, riportandolo al contenuto originario. Ma c’e’ il rischio di ‘ingolfamento‘ dei lavori, con il decreto Sicurezza, ancora all’esame della commissione Affari costituzionali e sul quale ‘pesano’ oltre 600 emendamenti e le perplessità di una quindicina di pentastellati, che chiedono di rivedere alcune norme. Se governo e maggioranza, infatti, dovessero porre la questione di fiducia sul ddl anticorruzione, rischia di slittare il decreto Sicurezza, che deve approdare in Aula venerdì. Insomma, M5s e Lega si potrebbero trovare di fronte a una scelta di priorità, e mentre il decreto Sicurezza è caro alla Lega, il ddl anticorruzione lo è per i 5 stelle.

INTERPRETAZIONI – La tesi dei grillini la esplicita su Facebook Andrea Colletti del M5s: “La maggioranza è stata battuta da un emendamento salva ladri che salverebbe (da una condanna più pesante) politici, di destra e sinistra, attualmente sotto indagine, sotto processo, ovvero anche condannati in primo grado per peculato. Tutte le opposizioni ovviamente hanno votato compatte come, credo, molti esponenti della lega (che si sono anche assentati al momento del voto)”.

Di diverso parere il leghista Igor Iezzi: “Sono i ‘fichiani’ che hanno votato per mandare un segnale. Cercano una scusa per non votare il dl sicurezza”. Iezzi è l’umo a cui Matteo Salvini ha messo in mano il dossier anticorruzione, in particolare per la parte relativa ai partiti.

IRA A 5 STELLE – Senza il ddl anticorruzione così com’è si torna a casa, sottolineano alcune fonti parlamentari di rilievo del M5S, secondo cui tra alcuni esponenti del M5S i sospetti sul “blitz” all’emendamento Catello Vitiello cadrebbero sul capogruppo Riccardo Molinari, perché toccato, in qualche modo, dal ddl anticorruzione. Per gli stessi esponenti quanto accaduto darebbe prova che il leader della Lega Matteo Salvini non controlla i suoi.

IL PECULATO – L’emendamento al ddl anticorruzione approvato a voto segreto dall’Aula della Camera contro il parere del governo è riferito al primo articolo del testo e riguarda il reato di peculato. Sullo stesso tema la maggioranza si era divisa in commissione: la Lega puntava alla riduzione della portata del reato di peculato, mentre il M5S aveva una posizione contraria.
Il testo è un’aggiunta all’art. 323 del Codice penale e stabilisce che “la pena non può essere inferiore a due anni se il fatto del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio consiste nella appropriazione mediante distrazione di somme di denaro o di altra cosa mobile altrui delle quali ha il possesso o comunque l’ autonoma disponibilità per ragione del suo ufficio o servizio, nell’ambito di un procedimento disciplinato da legge o regolamento che appartenga alla sua competenza”.

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