L’Europa si riaccende con Wall Street. Già scontato il «no» Ue alla manovra
–di Eleonora Micheli
Chiusura in rialzo per le Borse europee, incoraggiate dal recupero di Wall Street alla vigilia della festività del Ringraziamento, e dal rimbalzo del greggio. Milano ha guadagnato l’1,41%, nonostante la Commissione europea abbia di fatto bocciato la Legge di bilancio presentata dal Governo Conte per l’anno prossimo. La decisione, comunque, era del tutto scontata dai mercati. A questo punto si apre la prospettiva di una procedura di infrazione, la prima nella storia d’Europa. La strada, comunque, non avrà tempi immediati e gli esperti non escludono in questo lasso di tempo sviluppi incoraggianti. Lo spread è calato a 311 punti dal picco dei 330 di ieri e a dispetto dello scarso interesse mostrato dal mercato per il Btp Italia.
Ma l’Ocse taglia le stime sul pil italiano
Le Borse europee sono partite in rialzo, ben sapendo quale sarebbe stata la decisione della Ue sulla manovra varata da Roma. Gli operatori guardano a questo punto ai mesi futuri (l’apertura formale per la procedura di infrazione contro l’Italia è attesa per il 22 gennaio, ma potrebbe andare anche oltre quella data).
Mesi in cui teoricamente gli spazi per un compromesso esistono ancora. Intanto il capo economista dell’Ocse, Laurence Boone, ha dichiarato che: «L’Italia è uno dei rischi politici per l’outlook economico globale». L’Organizzazione internazionale ha inoltre dato una sforbiciata alle stime di crescita sull’economia italiana: quest’anno il pil del Belpaese crescerà dell’1% e non dell’1,2% indicato a settembre e dell’1,4% previsto a maggio. L’anno prossimo, inoltre, il pil crescerà solamente dello 0,9%. La stima si discosta da quella dell’Istat diffusa proprio oggi e che fissa un Pil 2018 in progresso dell’1,1% in termini reali, in rallentamento rispetto all’anno precedente e dell’1,3% nel 2019.
Rimbalzano le banche con Banco Bpm in prima fila, sotto la lente Unicredit
Il restringimento dello spread ha incoraggiato il rimbalzo delle banche italiane, sebbene proprio l’Ocse abbia puntato l’indice sulla loro vulnerabilità. In particolare si sono distinte le Banco Bpm(+7,6%), beneficiando dell’ipotesi di fusione con Cattolica Assicurazione (-1%). Secondo Il Sole 24 Ore numerose banche d’affari hanno allo studio il dossier, che per altro fa perno sul fatto che i due soggetti hanno già un’intesa di bancassurance e hanno inoltre un azionista in comune, ossia la Fondazione Cariverona socia al 3,43% del gruppo assicurativo e con lo 0,5% dell’istituto. Come ha scritto il Sole, però, sia Banco Bpm, sia Cattolica hanno negato progetti allo studio di questo genere. Sono inoltre rimaste sotto la lente le azioni di Unicredit (+1,88%), sull’ipotesi, scritta sempre dal Sole 24 Ore, che il management del gruppo abbia vagliato il progetto di una banca d’affari, che prevede una scissione in due: da una parte le attività italiane,, dall’altra quelle estere che comprendono Germania, Austria, Centro Est Europa, Turchia, Russia.
Generali presenta il piano, recuperano i petroliferi
Generaliè salita dello 0,88% nel giorno della presentazione del piano industriale fino al 2021, che prevede una crescita annua del’utile per azione pari a circa il 6-8%, senza che siano da mettere in conto operazioni straordinarie. L’assicuratore, inoltre, ha annunciato che distribuirà come dividendi circa il 55-65% degli utili.
Il rimbalzo del greggio ha favorito gli ordini in acquisto su Eni (+1,2%), Saipem (+0,38%) e Tenaris (+1,9%). Le Enel hanno guadagnato l’1,3%, all’indomani della presentazione del piano industriale triennale, che prevede un obiettivo di Ebitda tra 17 e 18 miliardi nel 2019-20 contro 16 miliardi attuali, un dividendo minimo per tre anni di 0,32 centesimi, a fronte di un utile di oltre 5 miliardi e un totale di 27 miliardi di investimenti. La società, sempre ieri, ha dichiarato che Open Fiber non è in vendita. E a proposito di tlc, Telecom Italia ha registrato un progresso dell’1,3% a pochi giorni dalla nomina del nuovo ceo, Luigi Gubitosi, che già ieri ha concluso gli incontri con tutta la prima linea manageriale ed è già al lavoro per mettere a punto il budget 2019.
Deboli le A2a e le Luxottica
Sono invece andate male le A2a (-1,6%) e le Luxottica Group (-1%), quest’ultime a pochi giorni dall’addio a Piazza Affari. Davide Campari ha lasciato sul parterre l’1,1%, Unipol l’1% e Terna lo 0,88%.
Fuori dal paniere principale, sono volate del 10% le Tiscali, sempre in attesa di sviluppi per l’azienda.
Nel resto d’Europa, Parigi ha guadagnato l’1%, Francoforte l’1,6% e Londra lo 0,7%. Ha fatto bene anche Madrid, segnando un rialzo dell’1%. A Parigi Renault ha guadagnato l’1,1%, dopo lo scivolone del 9% di ieri a seguito del terremoto provocato dall’arresto del numero uno del gruppo, Carlos Ghosn, in Giappone.
Euro in area 1,14 dollari, greggio in recupero
L’euro è rimasto per tutta la seduta prossimo alla soglia di 1,14 sul biglietto verde, mentre i tradaer si interrogano sulle future mosse della Fed, che hanno indicato potenziali ostacoli per l’economia americana nell’anno a venire, In più Oltreoceano Market News International ha raccolto indiscrezioni in base alle quali l’istituto centrale sta iniziando a valutare una pausa alle sue strette monetarie graduali; citando varie fonti.Greggio in recupero dopo la giornata nera di ieri e nell’attesa delle decisioni sulla produzione da parte dell’Opec.
Negli Usa frenano beni durevoli, aumentano richieste alla disoccupazione
Brusca frenata degli ordini di beni durevoli negli States, Nel mese di ottobre le richieste di beni durevoli sono infatti calate del 4,4% rispetto al mese precedente a 248,52 miliardi di dollari, accusando il peggior calo dal luglio 2017 e facendo nettamente peggio delle attese. Su base annua sono ad ogni modo cresciuti del 6,4% In più sono salite oltre le attese le richieste alla disoccupazione. Nei sette giorni conclusi il 17 novembre scorso il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è aumentato di 3mila unità a 224mila unità. Il dato della settimana precedente è stato rivisto a 221mila da 216mila. Gli analisti attendevano un dato pari a 214mila unità. All’inizio di settembre il totale aveva raggiunto i minimi del 1969 pari a 202mila unità per poi tornare a salire leggermente per via dell’uragano Florence che a fine settembre mise in ginocchio North e South Carolina. La media delle ultime quattro settimane, un dato più indicativo e meno volatile, è cresciuta a 218.500, due mila in più rispetto al dato rivisto della settimana precedente. Il numero complessivo dei lavoratori che ricevono sussidi di disoccupazione per più di una settimana – relativo alla settimana terminata il 10 novembre, l’ultima per la quale è disponibile il dato – è sceso di 2mila unità a 1,668 milioni.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)