Salvini all’incasso. M5s ritira gli emendamenti del Dl Sicurezza in segno di tregua. Il leghista lo blinda con la fiducia
M5s ha scaricato la pistola degli emendamenti sul decreto Sicurezza. In segno di pace nei confronti di Salvini, dopo che quest’ultimo ha dato il suo placet al Ddl anticcoruzione. Le cinque proposte di modifica messe sul tavolo della commissione Affari costituzionali dal Movimento 5 Stelle sono state ritirate oggi, non appena l’esame del decreto legge è iniziato.
Erano state piazzate lì per due ragioni: una interna al mondo pentastellato e una esterna. Prima di tutto bisognava sedare la fronda dei 18 deputati grillini che si erano spinti fino a inviare una lettera ai presidenti dei gruppi, ai capigruppo delle commissioni e al presidente della Camera, nella quale annunciavano l’intenzione di depositare otto emendamenti per stravolgere il provvedimento di chiaro timbro leghista lamentando anche il poco confronto, quasi nullo, tra i gruppi e i ministri grillini.
Così i vertici li hanno accontentati presentando in commissione cinque proposte di modifica a firma M5s nelle quali venivano accolte alcune istanze dei dissidenti. “Sono una testimonianza”, dicevano nei giorni scorsi. Ma questi emendamenti, che si intrecciavano con il disegno di legge sull’anticorruzione in discussione in Aula, venivano anche agitati contro la Lega se avesse fatto saltare il provvedimento. Dunque adesso sono rientrati in quello scambio, in un gioco tutto dentro la maggioranza, che ha visto il via libera arrivato ieri a patto che il Senato correggerà la norma sul peculato dopo lo sgambetto della Lega. Il Movimento ha accettato tempi certi sull’approvazione del decreto Salvini che deve essere convertito entro il tre dicembre.
Già stasera la commissioni Affari costituzionali darà il via libera e l’Aula dovrebbe approvarlo martedì con un voto di fiducia. Matteo Salvini giustifica così l’accelerazione: “Il calendario dice che o diventa legge entro il 3 dicembre o abbiamo perso mesi di lavoro per niente: ci sono centinaia di emendamenti delle opposizioni”. Non si tratta qui di diffidenza nei confronti degli alleati: “C’è stato solo un incidente col voto segreto – ricorda Salvini – che io peraltro abolirei perché sarebbe giusto che gli italiani sapessero come i loro parlamentari votano su qualunque provvedimento. La maggioranza è assolutamente compatta”. A questo punto il decreto Sicurezza diventata blindato e il Pd fa notare come in questo modo la Camera sia diventata un “passacarte”, quindi i deputati hanno abbandonato la commissione in segno di protesta ritirando gli emendamenti: “Così è ridicolo, è inutile perdere tempo”.
L’HUFFPOST