Multe, non si sfugge al ‘targa system’. Tolleranza zero su assicurazione e revisione

di RITA BARTOLOMEI

Bologna, 24 novembre 2018 – Attenti. Una fitta rete di telecamere comunali – in crescita costante da Alessandria a Reggio Calabria, più al nord che al sud – fotografa le nostre targhe, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Una radiografia completa per sapere se abbiamo pagato l’assicurazione – il 4,5% non lo fa, pensate che i veicoli circolanti sono 51 milioni -, ma anche per verificare se ci siamo ricordati della revisione, se siamo in un’oscura black list malavitosa o se dobbiamo scontare un fermo amministrativo perché non paghiamo il bollo o abbiamo tasse in sospeso. Sono lettori installati sui mezzi dei vigili urbani o postazioni fisse, e non è scontato trovare un cartello che avvisi, «area videosorvegliata». Per chi lo produce e per chi lo compra, il sistema garantisce sicurezza e velocità, risparmiando sui tempi (e sul personale).

Domanda: la multa può arrivare a casa, senza contestazione immediata? Su questo esiste un allegro caos. Qualche Comune spedisce agli ‘irregolari’ la richiesta di esibire i documenti, di fatto l’anticamera della contravvenzione. Ma Pierpaolo Marullo, comandante dei vigili urbani di Riccione, città che ha adottato sia il dispositivo fisso sia quello mobile, mette in guardia: «Alcune amministrazioni avevano rivolto il quesito al ministero dei Trasporti. Non è corretto, era stata la risposta. È una circolare, non è legge. Se però s’impugna la multa davanti al giudice di pace, è verosimile che possa essere annullata. Non solo. La banca dati della Motorizzazione sulle assicurazioni è alimentata dall’Ania, che è privata. Per esperienza, noi abbiamo il 50% di falsi positivi, magari l’archivio non è così aggiornato».

Insomma la contestazione immediata è obbligatoria, anche perché il sistema oggi non è omologato, «e vedo difficile che si possa fare quel passaggio – ragiona il comandante –. Mettiamo che ci siano 8mila lettori accesi in Italia, uno per Comune. Se parto da Aosta e arrivo a Caltagirone, non mi possono arrivare a casa 8mila sanzioni».

«Le nostre telecamere non fanno multe, se vogliamo dirla male casomai fanno la spia», sintetizza Nicola Gobbo, titolare della Targa System di Brendola (Vicenza). Ha venduto la sua macchina a centinaia di amministrazioni, scorrendo una lista non aggiornata sul sito si scoprono che sono soprattutto piccoli centri. L’imprenditore si è buttato sull’affare tre anni fa, quando il governo ha deciso di abolire l’obbligo di esporre il tagliando dell’assicurazione. Descrive la sua creatura così: «Un sistema di videosorveglianza, fisso e mobile, agganciato a database ministeriali per verificare assicurazione, revisione, black list, fermi ammninistrativi, auto rubate…. La telecamera legge le targhe in transito, invia i dati a un tablet o a un pc che interroga l’archivio centrale e in meno di un secondo torna con le informazioni. E vorrei sfatare il mito dell’extracomunitario non in regola. Per la mancata copertura assicurativa, partiamo dal 3,5% in Veneto e arriviamo al 35% in Calabria».

E proprio a Reggio Calabria si sono messi avanti. Da martedì i vigili urbani usano il Targa system anche per combattere la sosta selvaggia. Il sindaco pd Giuseppe Falcomatà premette: «Nessuna voglia di fare lo sceriffo o di fare cassa, ci stanno a cuore sicurezza e rispetto delle regole». Da notare: se parcheggi in sosta vietata, la contestazione può essere in differita. Succede a Reggio Calabria ma anche ad Alessandria. Il comandante della municipale Alberto Bassani rammenta: «Abbiamo un tasso importante di veicoli non assicurati. La telecamera ci consente anche di rilevarne la classe ambientale. Sì, per le soste vietate la multa può arrivare a casa. Ma sia chiaro, il nostro obiettivo non è fare cassa». Questo lo ripetono tutti.

QN.NET

 

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