I magistrati di sinistra scendono in campo
Si profila un temibile avversario per la maggioranza giallo-verde. I magistrati di Area, la corrente di sinistra, eredi della famosa Magistratura democratica, mandano da tempo segnali di contrarietà alle scelte del governo. Da ora, con il documento votato dall’assemblea nazionale, riunita a Roma il 23 e 24 novembre, sono ufficialmente all’opposizione: «Viviamo – scrivono – una fase di attacco ai diritti in cui conquiste di libertà, di eguaglianza e di sicurezza sociale vengono messe in discussione. Una fase che chiede alla magistratura di essere presente e di riaffermare il proprio ruolo costituzionale di difesa dei diritti e di garanzia in particolare per gli ultimi e per le minoranze. Questo è oggi il nostro impegno».
Ricapitolando: difesa dei diritti, garanzia per le minoranze, attacco alle conquiste sociali e di libertà. È un orizzonte fosco, quello che disegnano. Questo il loro programma: «Dobbiamo ribadire la Costituzione come nostro faro e l’Europa e la costruzione di un magistrato europeo come obiettivo».
Era forse scontato. Basta rileggere le ultime prese di posizione. Di Maio attacca i giornalisti? I vertici di Magistratura democratica esprimono la loro «preoccupazione a fronte dei recenti rinnovati attacchi ai professionisti dell’informazione». Il sottosegretario leghista alla Giustizia, Jacopo Morrone, prefigura l’uso del taser nelle carceri? «Con il taser nelle celle si torna agli anni ’70», sostiene Riccardo De Vito, presidente Md. E ancora. Matteo Salvini porta avanti con il decreto Sicurezza una stretta inaudita sull’immigrazione? Già il 21 agosto Magistratura Democratica attaccò il ministro, a sostegno dell’azione della procura di Agrigento e dubitando della legittimità delle sue azioni, con un appello a «non rimanere in silenzio». E quando il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha fatto un blitz sulle regole della prescrizione, sempre Md è scesa in campo così: «Pericoloso pensare alla prescrizione e non alla durata del processo».
Non meraviglia, allora, che l’assemblea nazionale, a difesa delle garanzie, ma anche dell’associazionismo stesso della magistratura, prefiguri una santa alleanza contro la maggioranza giallo-verde: «Mai come in questo momento è necessario cercare un confronto con l’avvocatura». Per concludere: «Crediamo alla giurisdizione come fondamentale presidio dei diritti e tutela dei più deboli, per questo vogliamo una giurisdizione autonoma, libera ed efficiente». Non finisce qui.
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