Il blitz dei vigili al capannone Convocato il papà di Di Maio

Mariglianella (Napoli) – I vigili arrivano di buon mattino. Ma il cancello è chiuso. Un grosso lucchetto sbarra l’accesso. Impossibile andare oltre, impossibile confermare o smentire quel che Il Giornale ha messo in evidenza.

Il magazzino dell’azienda di famiglia dei Di Maio

Non c’è nessuno e il miniblitz si chiude con la retromarcia della pattuglia verso il municipio, dove gli uffici sono blindati e il pubblico è filtrato da un grande citofono che s’illumina di blu. Con una luce vagamente da night. Non importa, la pratica è avviata, il mistero sulle proprietà dei Di Maio, forse regolari o forse anomale, si diraderà al più presto. Probabilmente, già in settimana. «Vogliamo fare giustizia e ci riusciremo al più presto», spiega davanti al tavolo ovale delle riunioni Felice Di Maiolo, primo cittadino di Forza Italia dal 2010. «Abbiamo letto Il Giornale e siamo andati a controllare», riprende il sindaco il cui volto sembra uscito da una fotografia d’altri tempi. Un’Italia in bianco e nero. Un po’ come la lotta all’abusivismo: «Ho quattro vigili, anche se in organico dovrebbero essere nove, e facciamo quello che possiamo, fra ferie, turni e malattia, ma combattiamo l’abusivismo. Le guardie verificano e monitorano. Abbiamo fatto quattro acquisizioni di beni abusivi al patrimonio del Comune e un paio di demolizioni. Compreso un capannone di seimila metri quadrati. Pensi che c’era uno che si era inventato perfino un condono fasullo, con tanto di timbri fasulli per un milione e settecentomila euro».

Si procede a piccoli passi, per evitare errori. Il primo atto è stata l’identificazione dei titolari dei due terreni: Antonio Di Maio, residente a Pomigliano D’Arco, e Giovanna Di Maio. Di Maio senior e l’altro proprietario dei terreni sono stati convocati dalla polizia municipale per la giornata di giovedì: scopo della chiamata l’accesso dell’autorità ai terreni sotto osservazione. L’appuntamento è dunque per giovedì mattina: quel giorno la polizia municipale, tecnici dell’urbanistica e famiglia Di Maio effettueranno il sopralluogo nei terreni. Il compito, in questa prima fase di accertamento, sarà quello di appurare il possesso di eventuali licenze e documenti che dimostrino la regolarità dei manufatti. Intanto, parallelamente alla verifica del Comune di Mariglianella, la polizia municipale ha inviato una comunicazione alla Procura di Nola. Siamo, chiaramente, nel campo delle ipotesi. Perché al momento i documenti in mano al Giornale dimostrano una differenza tra i dati catastali e le foto satellitari. C’è poi un altro aspetto che il Comune monitora: in caso di mancato censimento degli immobili, l’ente dovrà agire per recuperare il mancato introito dei tributi. Ma agli accertamenti partiranno in un secondo momento. L’inchiesta del Giornale poggia su alcune certezze: Di Maio senior nell’anno 2000 acquista due terreni e un fabbricato nel Comune di Mariglianella. I due appezzamenti ricadono in un’area che il Piano regolatore generale del 1983 del Comune di Mariglianella (ancora in vigore) destina alla realizzazione di attrezzature scolastiche e biblioteche comunali. Al momento del passaggio di proprietà non risulterebbero immobili realizzati sui due terreni. Qual è l’anomalia? Nel database in possesso degli uffici dell’Agenzia del Territorio (ex catasto), Di Maio padre sarebbe titolare solamente delle due particelle di terreno: la n.1309 e n.811. Visionando gli estratti satellitari salterebbe invece fuori (fotografato) un immobile sulla particella 1309 di proprietà del genitore di Di Maio. Le foto satellitari mostrano ancora di più: altre costruzioni sorte in epoca imprecisata, forse tra il 2000 e il 2010. Anche solo sbirciando ad occhio nudo, attraverso le grate del cancello, si nota la presenza di almeno altri tre manufatti. Che fanno a pugni con la mappa rattoppata del vecchio Prg scovava dal sindaco in qualche cassetto. Ma sul punto, si procede a tentoni. «Ricordo che questi manufatti c’erano già quando ero bambino», dice Luigi di Maio al microfono delle Iene. Il sindaco Di Maiolo, dal cognome che sembra un calembour del vicepremier, prova a sfilarsi da questo pasticcio: «Non so se ci sia qualche irregolarità. Stiamo verificando. Ma di sicuro se c’è stato un qualche abuso è stato commesso prima del mio insediamento. Dunque, prima del 2010. Altrimenti sarei intervenuto in tempo reale». Tra smentite e scartoffie, il giallo è ancora in attesa di una soluzione. Che nella giornata di giovedì comincerà ad avvicinarsi. Mentre il telefonino del sindaco di Mariglianella viene assaltato dai giornalisti di mezza Italia.

IL GIORNALE

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