Manovra, Salvini ora gela la Ue: “Non faremo un nuovo documento”
Il governo non scriverà un nuovo documento sulla manovra economica da inviare a Bruxelles.
“Ci sarà la manovra economica che spetta al Parlamento approvare – mette in chiaro Matteo Salvini – quindi mi sembrerebbe originale e ingeneroso che qualcuno dall’Unione europea prendesse dei provvedimenti sanzionatori prima ancora che la manovra esista”. Le dichiarazioni rilasciate dal vice premier leghista, a margine della inaugurazione del nuovo anno accademico alla Scuola di perfezionamento della Polizia, raffreddano i rapporti tra l’esecutivo gialloverde e la Commissione europea che in questi giorni stanno trattando per evitare all’Italia la procedura di infrazione. “Non siamo una monarchia ma una repubblica parlamentare – scandisce – quindi fino a quando non passa dal Parlamento la manovra non esiste”.
Il muro contro muro continua. Mentre il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, pur tendendo la mano al premier Giuseppe Conte, rimarca che ad oggi “serve una procedura di infrazione” contro l’Italia, Salvini chiude alla possibilità di inviare un “nuovo documento” ai vertici di Bruxelles. Certo, qualche decimale verrà probabilmente corretto in parlamento ma l’impianto della legge di Bilancio resterà pressoché invariato. A partire dalle misure che smobilitano la legge Fornero. Quota 100 partirà, come previsto, dal prossimo febbraio e riguarderà potenzialmente oltre 600mila italiani che potranno scegliere se continuare a lavorare liberamente o andare in pensione liberando centinaia di migliaia di posti di lavoro. “I soldi ci sono – rimarca Salvini – e, anzi, i tecnici ci stanno dicendo che forse ne abbiamo messi anche troppi per eccesso di prudenza”. Nessun passo indietro è, poi, previsto sul piano straordinario di assunzioni di 8mila uomini e donne delle forze dell’ordine che presidiano il Paese difendendolo da attacchi interni ed esterni. “Quei soldi – promette il vice premier leghista – ci saranno a prescindere da qualunque tavolo, da qualunque letterina”.
Che la maggioranza in parlamento sia improntata ad andare avanti sulla strada tracciata sin qui lo conferma anche il leghista Alberto Bagnai. “Non esiste motivo economico né politico per deflettere dall’impianto della manovra”, spiega il presidente della Commissione Finanze al Senato sottolineando, ai microfoni di Radio Anch’io, che quello in corso con Bruxelles è “un dibattito politico” dovuto all’orientamento del governo gialloverde diverso da quello dell’esecutivo europeo. Una situazione che Bagnai difinisce “surreale” perché, insiste, “l’economia italiana è solida” e le istituzioni europee non dovrebbero creare tensioni e “seminare il panico” sui mercati azionari. “In questo contesto – conclude l’esponente leghista – non c’è alcuna fuga dai titoli di Stato italiani”.
IL GIORNALE