Dl Sicurezza, il governo incassa la fiducia

Il dl Sicurezza incassa la fiducia (anche) della Camera. In attesa del voto finale, dunque, il governo (e soprattutto Salvini) può tirare un sospiro di sollievo dopo le tensioni di questi giorni e il timore di franchi tiratori grillini.

Il pacchetto di norme sull’immigrazione e la sicurezza aveva già richiesto il ricorso alla fiducia in Senato e oggi l’esecutivo, per voce del ministro per i rapporto con il Parlamento Riccardo Fraccaro, ha replicato per assicurare una maggioranza al testo arrivato in Aula.

A Montecitorio è arrivato anche Matteo Salvini. Il ministro aveva annunciato di voler “presidiare” i momenti più critici del voto e così è stato. Solo intorno alle 17.20, quando è iniziata la chiama dopo le dichiarazioni di voto, il leader della Lega è andato via dopo un colloquio rapido con lo stesso Fraccaro (per poi tornare).

Il via libera alla fiducia preannuncia il voto positivo al teso finale. Quando arriverà? “Dipende dall’opposizione”, dice il ministro per i rapporti con il Parlamento. Il PD infatti pare intenzionato a fare opposizione con un forte ostruzionismo sugli ordini del giorno (ne ha presentati 146). Il 3 dicembre infatti scadono i termini del decreto che entro quella data deve essere approvato. “Da qui fino almeno a mercoledì per me l’ordine del giorno è il decreto sicurezza: o passa questa settimana o salta”, aveva detto Salvini.

Dal M5S è arrivato un “sì convinto” al provvedimento. “È coerente dopo tutti i miglioramenti che il Movimento 5 stelle ha apportato al testo”, ha rivendicato la pentastellata Federica Dieni in Aula alla Camera, annunciando il voto favorevole di M5s alla fiducia posta dal governo sul decreto Sicurezza. “Molto misure sono fin da troppo tempo necessarie e solo il centrosinistra le può associare a una diminuzione democratica”. Ecco perché i grillini hanno votato “convintamente e con senso di responsabilità il decreto, senza differenze perché uniti dal medesimo interesse, la sicurezza dei cittadini”.

Ovvio anche l’approvazione del gruppo leghista. Il capogruppo Riccardo Molinari ha rivendicato di voler votare il provvedimento “con rabbia e orgoglio” perché “grazie a questo testo l’Italia tornerà a essere quello che è sempre stata, terra nostra, e non quella in cui l’ha trasformata qualcuno negli ultimi anni, cioè terrà di nessuno”.

Dalle opposizioni è arrivato un coro di no. Porta chiusa da Leu (Boldrini: “Solo propaganda”)e Pd (Fiano: “Governo calpesta i diritt”). Contrari anche Forza Italia, che pur riconoscendo che il dl “ricalca il nostro pensiero” ha deciso di non votare la fiducia, e Fratelli d’Italia.

IL GIORNALE

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