Informazione, duello in Tv. Calabresi a Di Maio: “Dovete abituarvi a qualcuno che vi fa le pulci”
ALBERTO CUSTODERO
Finalmente un faccia a faccia Calabresi–Di Maio, esordisce Giovanni Floris. (“Ci eravamo già visti alla commemorazione di Rodotà” ricorda il primo. “Poi ne è passata di acqua sotto i ponti”, ironizza il secondo). E lo scontro, annunciato e durato poco più di 22 minuti, si innesca con la prima domanda. “Calabresi, come sta governando Luigi Di Maio?”. Poi, s’infiamma quando si parla di libertà di stampa.
“Un dato fondamentale della libertà di stampa – attacca Calabresi – è che i governi non mettano il naso in quello che fanno i giornali”. Replica il vicepremier grillino: “La libertà di stampa non è libertà di dire bugie”. Floris a Di Maio: “Le piacerebbe che ci fosse Casaleggio a Repubblica?”. “No – risponde il ministro – perché quelli sono giornali che non vendono perché parlano troppo bene, perché sono in conflitto di interessi”.
Il direttore di Repubblica risponde alla prima domanda di Floris criticando “l’improvvisazione” del governo e la dose massiccia “di ansia” che i leader gialloverdi hanno immesso nel Paese (“C’era bisogno di tutto questo casino?”). Quindi chiede conto dello scontro con l’Europa, degli attacchi a Draghi e a Juncker (“Ubriacone” secondo Salvini), salvo poi abbassare i toni e scendere a compromessi. Infine parla delle promesse al vento dell’esecutivo Conte. Insomma, troppi annunci, troppe fughe in avanti, e poi frenate.
Botta e risposta Calabresi-Di Maio: “Dilettantismo e ansia con il vostro governo”. “Dobbiamo fare in fretta per gli italiani”
Di Maio replica vantando i successi del governo sui vitalizi, e dicendo che c’era bisogno di agitare le ansie ricordando quelle percepite nelle aree del Paese “che non arrivano alla fine del mese o che sono senza lavoro”. E spiega che le promesse saranno tutte mantenute, compresa quella sul reddito di cittadinanza “su cui ci metto la faccia” che sarà approvata entro la fine di dicembre. Uguale promessa sull’aumento delle pensioni minime.
Spiega che i beneficiari del reddito di cittadinanza saranno contattati da un “tutor” che li aiuterà a aggiornarsi professionalmente e poi a trovare lavoro “dopo che hai preso il primo euro”. “Il tutor – racconta Di Maio – si presenta e dice, tu da oggi segui quello che ti dico io, ti devi formare, devi fare lavori di pubblica utilità. Poi ti farà una proposta di lavoro: se non accetti prendi il reddito, se la accetti trovi un lavoro”.
Conferma che sarà riformata la legge Fornero. “Vogliamo portare a casa le promesse fatte sull’emergenze sociale”. “L’anno prossimo – dice – erano previsti con la legge Fornero 200 mila pensionamenti. Oggi con la quota cento il potenziale è di 600 mila, si libererà il triplo di posti in più dove inseriremo figli, nipoti, padri che non hanno lavoro e che dovremmo formare”. La stoccata di Floris: “E questa mente che distribuisce padri, figli, pensionati e posti di lavoro è al ministro dello Sviluppo Economico? Neanche a Mosca riuscirono a fare una cosa del genere”.
IL FALSO DI TONINELLI SU REPUBBLICA E BENETTON
Calabresi: “Libertà di stampa è che i governi non mettano naso in quel che fanno i giornali”
Ma il dibattito si infiamma quando Floris lancia il tema della libertà di stampa, ricordando il convegno in sua difesa organizzato domenica da Repubblica al teatro Brancaccio di Roma. Calabresi: “Non mi preoccupa il linguaggio del ministro o quello di Di Battista che si qualifica da solo. Ma l’idea che I giornali diano fastidio. Siete al governo, non siete più una forza di opposizione che attacca ‘liberi e belli’. Ora siete al governo e avete qualcuno che vi fa le pulci, non potete viverla male.
Libertà di stampa, Calabresi a Di Maio: “Siete al governo, dovete accettare le critiche e qualcuno che vi fa le pulci”
Se qualcuno vi attacca voi dite ‘vanno levati di mezzo’. E cercate di mettere in difficoltà i ‘giornaloni’ raccontando che prendono fondi pubblici. Ma noi non ne prendiamo. Studiate come metterli fuori gioco aumentando l’Iva, che colpisce chi acquista il giornale, impedendo di pubblicare gare a appalti (che però pagano le aziende). E scrivendo una lettera alle partecipate che non facciano pubblicità ai giornali”.
La replica di Di Maio non s’è fatta attendere. “La libertà di stampa in questo Paese è la possibilità dei cittadini di conoscere i fatti. Per me sui giornali oggi ci sono troppe bugie e troppe campagne contro qualcuno. E ti viene da chiederti ma non è che quell’editore fa quella campagna per propri interessi?”.
Calabresi a Di Maio: “Per Toninelli i Benetton sono proprietari di Repubblica: come la mettiamo quando le balle le dice il governo?”
Il vicepremier ha mostrato alcune prime pagine del quotidiano che, a suo dire, non sarebbero state corrette. “Dovete ammettere quando dite una bugia”, ha attaccato il leader M5S. “Dovreste farlo anche voi – ribatte Calabresi – quando le balle le dice il governo, come la mettiamo?”. Floris chiosa: “Non è imbarazzante già solo che un ministro ripercorra tutte le prime pagine contestando i titoli? Lei ora è un ministro”.Il confronto tocca anche l’ex editore del gruppo Espresso, Carlo De Benedetti.
“Guardi le carte, non ha più un’azione da sei anni, le ha date ai figli”, dice Calabresi. “Avete fatto una campagna contro Berlusconi che aveva dato le azioni ai figli – attacca Di Maio – e ora invece…”. “Berlusconi è entrato in politica – ribatte Calabresi – De Benedetti invece si è ritirato”. Il direttore di Repubblica accusa Di Maio di volere un regime coreano per scegliersi gli editori che gli piacciono.
“Due le cose che servono in un paese civile – dice Di Maio – Primo, voglio un editore che non dia notizie sulla sanità pubblica da proprietario della sanità privata. Secondo, va rispettata la dignità dei giornalisti che significa pagarli con prezzi equi”. “Su questo fronte mi trova al suo fianco – dice subito Calabresi – sono direttore di un giornale che non paga dieci euro a pezzo”.
Di Maio su società Autostrade e il Ponte Morandi
“Gedi (la società editrice di Repubblica, ndr) – ha una persona nel Cda che governa Autostrade”, dice. “E’ un consigliere indipendente – ribatte Calabresi – Ho fatto un video per rispondere alle vostre calunnie su questo. Non abbiamo fatto sconti ad Autostrade. Il giorno dopo avevamo 7 pagine sui Benetton”.
L’ultima stoccata arriva da Calabresi, che ha ricordato di avere due querele con Di Maio e tre con Casaleggio: “Le ridò una querela che mi è arrivata ed è intestata a Luigi Calabresi, era mio padre che, come tutti sanno, è morto molti anni fa, così me la ridate giusta. Dà l’idea dell’approssimazione con la quale fate le cose”.
Pronta la risposta di Di Maio: “Sarà un errore formale dell’avvocato. Ci sono tante approssimazioni anche nelle cose che scrivete nei vostri articoli”.
REP.IT