Manovra, in commissione i primi emendamenti del governo: non ci sono reddito di cittadinanza e Fornero
ROMA – Governo e maggioranza cercano di uscire dall’impasse sulla manovra economica e presentano alla commissione Bilancio della Camera un primo pacchetto di 54 emendamenti: 39 vengono dai relatori e 15 dal governo.
L’ufficio di presidenza della commissione ha deciso di avviare la discussione alle 18, termine per la presentazione dei subemendamenti, e proseguire in notturna in modo da lavorare anche lunedì e arrivare martedì al mandato per i relatori e lo sbarco in aula mercoledì.
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I nuovi emendamenti su sanità, rinvio per le misure chiave
Nei testi presentati però non ci sono le norme sul reddito di cittadinanza e il superamento della legge Fornero, né l’annunciato pacchetto per la famiglia e il taglio delle pensioni d’oro, sopra i 90mila euro. Sono previsti, invece, finanziamenti per assumere 4mila persone nei centri per l’impiego.
Fonti sia della Lega che del Movimento Cinque Stelle fanno sapere che arriveranno al Senato, insieme ad un altro corposo gruppo di modifiche.
Vengono invece messi nero su bianco il raddoppio del taglio dell’Imu ai fini dell’Ires e dell’Irpef sui capannoni industriali che passa dal 20 al per cento al 40 per cento.
La misura costa 290,3 milioni nel 2020 e circa 166,9 milioni dal 2021: le risorse arrivano dal Fondo per l’attuazione del programma di governo previsto dall’articolo 55 della legge di bilancio, che per il 2020 ha una dotazione totale di 430 milioni.
Raddoppiano anche le risorse per accorciare i tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie. La quota prevista nella Legge di Blancio passa da 50 a 100 milioni l’anno, per il periodo 2019-2021. Trenta milioni sono destinati al Consiglio nazionale delle ricerche.
Arriva anche un milione l’anno per la all’European brain research instituite da destinare alla cura di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson.
Infine, fra i nuovi emendamenti c’è uno che vuole colpire gli eventuali furbetti della flat tax. La norma prevede che la tassazione al 15 per cento non si applica “alla persone fisiche nei casi in cui l’attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro” con i quali il soggetto lavora o ha lavorato nei due anni d’imposta precedenti”.
La norma “anti-furbetti” viene estesa, con un secondo emendamento dei relatori, anche agli “imprenditori individuali ed esercenti arti e professioni” che dal 2020 usufruiranno della flat tax al 20% per i redditi tra i 65mila e i 100mila euro annui.
Qeeste norme dovrebbero impedire a chi rientra nella soglia dei 65 mila euro di licenziare i dipendenti io mettere in atto altri interventi per rientrare soglia dei 65 mila euro.
Pensioni, Boeri: “Bisognerebbe abolire l’espressione ‘quota 100’, alimenta illusioni”
Fdi: “Il governo dell’avvitamento”
“L’arrivo degli emendamenti in commissione Bilancio alla Camera mette il timbro sulla realtà: da governo del cambiamento a governo dell’avvitamento”. Lo afferma la deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli. “Mancano – aggiunge – le determinazioni sui punti qualificanti del contratto Lega-5 Stelle, come ‘quota 100’ e ‘reddito di cittadinanza’. Per quanto riguarda quest’ultimo c’è solo un emendamento dei relatori sulle assunzioni nelle regioni per i centri per l’impiego. La vera declinazione delle misure è rimandata ad un round successivo visto che, evidentemente, non c’è ancora accordo. Al momento, la manovra è una sorta di legge-mancia con dazioni a pioggia. L’ennesima contraddizione per un governo che ha dichiarato guerra all’Europa con dei colpi a salve”.
“È il caso di dire ‘tanto rumore per nullà – scrive in una nota l’onorevole Renata Polverini di Forza Italia – visto come il governo sta virando nei confronti dell’Europa cercando dopo mesi di muro contro muro un’intesa per evitare guai peggiori. Intanto però si sono persi miliardi di euro di risparmi facendo incrinare la fiducia dei mercati. Si pensi a qualcosa di diverso e si accolgano le tante modifiche che noi di Forza Italia abbiamo proposto attraverso i nostri emendamenti alla manovra. Dovrà essere rivista e a questo punto tanto vale pensare a qualcosa di meno invasivo per i nostri conti di un reddito di cittadinanza ancora tutto da fare e di una riforma pensioni che non corrisponde minimamente a quanto promesso in campagna elettorale e che non servirà a equilibrare i conti né a creare posti di lavoro”.