La tregua Usa-Cina spinge i listini, Piazza Affari è la migliore (+2,2%)
–di Andrea Fontana ed Enrico Miele
La pax siglata tra Usa e Cina sul fronte dei dazi durante l’ultimo G20 di Buenos Aires ha ridato slancio alle Borse europee, con Milano che si è piazzata al primo posto grazie al +2,26% del FTSE MIB. La schiarita sul fronte commerciale ha così convinto gli investitori a tornare con più convinzione sull’azionario, premiando soprattutto tech e automotive. A spingere i listini ha contribuito anche il rally del petrolio con l’intesa Russia-Arabia Saudita sui tetti alla produzione in vista della riunione Opec a Vienna e l’annuncio della provincia canadese dell’Alberta di un taglio temporaneo alla produzione di greggio. A Milano gli acquisti si sono concentrati su industriali e tecnologici, più sensibili della tregua dazi, da Cnh Industrial (la migliore con +6,4%) a Stmicroelectron (+6%). Nel listino principale hanno brillato gli istituti di credito, in testa Banco Bpm (+6,2%) dopo la riorganizzazione del credito al consumo – con la cessione di ProFamily ad Agos Ducato – e l’imminente vendita di Npl fino a 7,8 miliardi. La corsa al rialzo dei bancari è stata agevolata dal dialogo del governo Conte con Bruxelles e le ipotesi che circolano di un rapporto deficit/Pil sotto la soglia del 2%, tanto che lo spread è tornato in area 284 punti. Unici titoli in controtendenza Telecom Italia che ha chiuso poco sotto la parità e Atlantia (-0,94%). Sul mercato valutario, quando si stanno per chiudere le contrattazioni l’euro sale a 1,1357 dollari (da 1,132). Cambio euro/yen a 128,97 (contro 128,54) e dollaro/yen a 113,55 (113,61). Balzo per le quotazioni del petrolio in attesa dell’Opec: il Wti con contratto di consegna a gennaio sale a 52,7 dollari al barile (+3,5%), mentre il Brent su febbraio sfiora quota 62 dollari e si attesta a 61,4 (+3,2%).
L’esito del summit Trump-Xi a Buenos Aires, infatti, si è tradotto con l’impegno degli Usa a non alzare le tariffe sull’import di prodotti cinesi pronti a scattare a gennaio e la disponibilità cinese a eliminare i dazi sull’auto importate dagli Stati Uniti e ad acquistare beni americani soprattutto agricoli, industriali e petroliferi. Piazza Affari ha così guadagnato oltre il 2% nel FTSE MIB, sfruttando anche la riduzione dello spread in area 280 punti, come Francoforte grazie al suo settore auto che dovrebbe beneficiare dello stop all’aumento dei dazi tra Washington e Pechino.
«Alzare la posta vicino a Natale sarebbe stato probabilmente controproducente, quindi la scelta di mantenere lo status quo attuale e posticipare l’aumento del 15% nelle tariffe sulle merci cinesi, in vista della scadenza del 1 ° gennaio, non è solo un passo positivo, ma anche un’opzione abbastanza facile da prendere – osserva Michael Hewson di CMC Markets sull’accordo Usa-Cina – La disponibilità a ritardare anche qualsiasi possibilità di includere i rimanenti 267 miliardi di dollari di beni cinesi nella rete tariffaria è stata anche interpretata come un fatto positivo temporaneo. Significa anche che i mercati dovrebbero essere in grado di mettere da parte le preoccupazioni su un’escalation commerciale fino al prossimo anno e concentrarsi invece sul conto alla rovescia per il voto parlamentare nel Regno Unito sull’accordo Brexit ottenuto dl Primo Ministro Theresa May, per il quale l’aritmetica continua a sembrare un ostacolo impegnativo, per quanto riguarda la trattativa parlamentare».
Riscatto per il settore auto. Tecnologici e minerari in rialzo in Europa
Tra le prime fila a Piazza Affari si è piazzata Stmicroelectronics vista la forte esposizione del settore dei semiconduttori al commercio Usa-Cina. Il settore peraltro è stato sostenuto anche dal caso Qualcomm-Nxp: a Buenos Aires, la Cina ha aperto alla maxi aggregazione nel settore dei semiconduttori che era tramontata in estate proprio per il mancato via libera di Pechino. Un portavoce di Qualcomm ha comunque precisato che il progetto non tornerà sul tavolo. Ha brillato Saipem con tutto il comparto petrolifero visto il balzo del greggio. Il comparto auto è rimasto in grande evidenza a Milano con Pirelli & C , Fiat Chrysler, che ha frenato il calo delle vendite, con un -9,9% di immatricolazioni a novembre (dato arrivato a marcato chiusi). Fuori dal Ftse Mib, è stata una giornata di avvio degli aumenti di capitale per Safilo Group, Banca Intermobiliare e Fila.
Ok Banco Bpm dopo riassetto credito al consumo
Sono andati bene i titoli industriali sull’attesa di benefici dall’allentamento della tensione sui dazi commerciali: Cnh Industrial,Prysmian e Brembo sono rimasti al centro degli acquisti. Tra gli istituti di credito la migliore è stata Banco Bpm che venerdì sera ha annunciato il riassetto del comparto del credito al consumo con la cessione di ProFamily ad Agos, controllata da Credit Agricole e partecipata da Banco Bpm, che potrebbe essere quotata in Borsa entro due anni.
Banca Generali sè salita dopo piano industriale 2019-21
Banca Generali è rimasta in evidenza per tutta la seduta dopo la presentazione delle linee guida strategiche e dei target finanziari per il triennio 2019-2021. A fine periodo sono attese masse totali nel range 76-80 miliardi, raccolta netta totale maggiore o uguale a 14,5 miliardi, ricavi core/masse medie maggiore o uguale a 63 bps, costi operativi core 3-5% cagr. Banca Generali ha confermato la politica di dividendi, con pay out al 70-80% e con floor in valore assoluto in linea al dividendo del 2017 (1,25 euro).
Rally del petrolio su intesa Mosca-Riyad e taglio produzione in Alberta
E’ invece continuato il rally dei prezzi del petrolio che sono tornati ai massimi da settimane sull’effetto della “tregua” tra Stati Uniti e Cina nella battaglia dei dazi commerciali, dopo il summit tra i due presidenti a Buenos Aires e l’annuncio dell’intesa tra Russia e Arabia Saudita per prolungare gli accordi sul contenimento della produzione. La disponibilità di Mosca e Riyad a proseguire una gestione concordata dei livelli produttivi, per quanto non accompagnata da alcun annuncio quantitativo su nuovi tagli, apre la strada a un accordo più ampio in occasione del prossimo meeting tra i Paesi Opec e gli altri grandi produttori che si terrà a Vienna nel prossimo fine settimana. Il rally del petrolio è stato spinto anche dall’annuncio della provincia canadese dell’Alberta di un taglio temporaneo alla produzione di greggio di 325mila barili al giorno, pari all’8,7% della produzione, a partire da gennaio 2019. Il primo ministro, Rachel Notley, ha annunciato che la riduzione sarà soggetta a valutazioni mensili e nelle previsioni la riduzione produttiva dovrebbe diminuire nel corso dell’anno. A questi fattori al centro dell’attenzione degli operatori del mercato petrolifero, si è aggiunto poco fa l’annuncio a sorpresa del Qatar che lascerà da gennaio il cartello Opec.
Lo spread con Bund ha chiuso stabile a 284 punti (rendimento 3,16%)
E’ sceso, infine, lo spread BTp/Bund. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005340929) e il pari scadenza tedesco è calato a 284 punti base, dai 291 di valore della chiusura di venerdì, mentre in mattinata ha aperto vicino ai 280 punti. In flessione anche il rendimento del decennale italiano, al 3,16 per cento.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)